PERCHE’ NO… UN PO’ DI VITA EREMITICA?

26.02.2015 06:17

Vicino ad un convento che frequento c’è un eremo dato per circa otto mesi ad un confratello sacerdote di una diocesi lombarda che ha chiesto al suo vescovo di potere vivere quella esperienza e poterla poi proseguire in diocesi. L’eremo è composto al piano terreno da una cappellina comunicante attraverso la classica scala ligure (stretta e molto pendente), con il primo piano, piccola cameretta, studio angolo cottura, bagno. L’ eremo si trova nel bosco distante quanto basta dal convento. Il confratello sacerdote negli otto mesi della sua permanenza l’ho incontrato poche volte , solo per le grandi feste liturgiche. La scelta da parte di un vescovo di accondiscendere ad una vocazione eremitica è ammirevole, da noi qui in diocesi la politica è ben diversa, la cura della spiritualità fin dai tempi del seminario lascia il tempo che trova. Le pratiche ascetiche sono dileggiate e pensare che avremmo un posto meraviglioso e adatto dove attuare un’esperienza eremitica e ci sarebbero anche confratelli con le qualità per donarsi. Il posto potrebbe essere individuato a S.Bartolomeo presso il vecchio sentiero che porta al Santuario di Oropa dove gli storici locali, primo fra tutti il canonico Trompetto già rettore del Santuario, ne aveva scritto della loro presenza. La baita per le sue caratteristiche costruttive si presterebbe, riacquisterebbe dignità l’antica cappella voltata; chiaramente sarebbe da ristrutturare per portarla agli antichi splendori, magari chiedendo la collaborazione a tutte le ditte edili biellesi, attraverso lavoro volontario, fornendo il solo materiale, quale voto alla madonna di Oropa per una rapida ripresa morale ed economica della nostra terra, (altro che incoronazione per il IV centenario… dai diamanti non nasce niente) . La strada carrabile per arrivarci è già tracciata, mentre l’antico sentiero pedonale consentirebbe l’incontro con l’eremita, il quale come in tante altre diocesi potrebbe avere il compito di essere a disposizione per un serio cammino vocazionale, oggi piuttosto lasciato al caso. Il luogo permetterebbe anche un minimo di coltivazione, la raccolta di legna per l’inverno, quei lavori manuali tipici di chi vive una vita eremitica. Tempo fa passaI qualche giorno da un eremita in Toscana, credo che soprattutto ai giovani potrebbe interessare un incontro di questo tipo, anzi caldamente lo consiglio, consiglio di passare qualche giorno presso un eremita; alcuni non tutti ospitano. Nei soliti “pacchetti” che i “pensatori delegati” della diocesi offrono ai giovani, esperienze in parrocchia, turismo missionario , o alle settimane comunitarie potrebbe essere innovativo e significativo inserire la possibilità di fare esperienza presso un eremita. Ma si deve lasciare liberi i ragazzi.