... pace a voi ! ... ( Gv.20,19 )

08.10.2022 13:31 “ ... la tua fede ti ha salvato ... “ sono le parole che Gesù rivolge al lebbroso sanato nel racconto proclamato dal Vangelo di questa XXVIII domenica del Tempo Ordinario . Gesù si rivolge ad un samaritano , che lui stesso definisce straniero ,cioè estraneo alla religione degli ebrei ; sappiamo infatti che i samaritani professavano una religione sincretista una mescolanza di idolatria e giudaismo . Abbiamo già incontrato nei Vangeli la figura di appartenenti a questa tribù che abitava la regione della Samaria , che pur non essendo “ puri “ credenti , come si ritenevano gli ebrei , dimostrarono , attraverso i racconti dei Vangeli , di avere qualcosa in più dei “ puri credenti “. Ne cito alcuni di questi personaggi : la samaritana al pozzo che si interfaccia con Gesù , il samaritano che soccorre sulla via di Gerico chi era stato oggetto di violenza e rapina ,dunque il samaritano, l’unico , tra i dieci lebbrosi che ritrovatosi guarito ritornò su i suoi passi per ringraziare Dio , il Signore , per la grazia ricevuta: “ ...... “ Uno di loro , vedentosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce , e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi , per ringraziarlo . Era un Samaritano ...” . Luca non riporta le parole che il Samaritano rivolse a Dio scrive solo che , guarito ,lodava Dio a gran voce , ma non omette di citare l’atto di prostrazione ai piedi di Gesù che è un’atto di consegna totale di se stesso . Chi si prostra ai piedi dell’altro si pone nelle mani dell’altro , si annienta ai piedi dell’altro , si mostra indifeso , sottomesso , dipendente , offrendo la nuca non il volto . La prostrazione è il gesto che il sacerdote compie durante il rito della sua Ordinazione ,la totale consegna di se stesso nelle mani dell’Altro , in balia dell’Altro , nel caso specifico del Signore ,di Dio ben sapendo che quel gesto conserva ,pone al riparo , non espone al pericolo di prevaricazioni da parte dell’Altro che lo riceve : “ ... Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò ... “ dice Gesù ( Mt.11,28-30 ) . Prostrati ai piedi del Signore si è da Lui accolti e ristorati perchè si va a Lui si è alla sua Presenza . La fede dunque salva , porsi sotto l’egida della fede salva e preserva , protegge : la fede ,nostra risposta ad una chiamata , risposta libera e consapevole adesione al proprio credo . La fede dipende dunque da noi stessi perché è risposta e di conseguenza libera manifestazione di ciò in cui crediamo , di ciò in cui poniamo fiducia e speriamo, di ciò che abbiamo scelto, di ciò a cui liberamente ci inchiniamo , di più ci prostriamo . La fede è prostrazione voluta, scelta ,segno di accettazione e adesione al nostro credo a ciò che ci identifica che è ciò che manifestiamo , che ci è chiesto di manifestare : “ ... Andate a presentarvi ai sacerdoti ...” con queste parole Gesù, inviando i dieci lebbrosi sanati , intende manifestare se stesso attraverso ai suoi emissari , ai suoi inviati ,sì che questi non provino vergogna a manifestare se stessi nella veste di araldi , divulgatori, predicatori , apos toli del Vangelo , della Parola . Scrisse l’apostolo Paolo al discepolo Timoteo : “ ... Non vergognarti dunque della testimonianza del Signor nostro ... “ ( 2 Tim.1,8 ) e scrisse queste parole testimoniando con la propria vita perché è questo il significato della parola testimone , colui che dà la vita per manifestare il proprio credo . Paolo non si vergogna del Vangelo , di testimoniare il Vangelo , di soffrire sino ad offrire la propria vita per il Vangelo : “ ... Io infatti non mi vergogno del vangelo ... “ scrisse alla comunità cristiana che era in Roma in quella città nella quale pagò con la vita la fedeltà al Vangelo , al suo credo . Per fede dunque deve intendersi anche l’atteggiamento con il quale il samaritano reagisce alla sua guarigione , e il segno è prostarsi ai piedi del Signore per ricevere dal Signore stesso la forza di testimoniare il Vangelo , di manifestare , di rendere visibile il Vangelo dunque di trasmettere la fede , il prorprio credo , quella forza ricevuta nell’atto e dall’atto di prostrarsi a terra , il totale affidamento al Signore che permette , a chi crede , l’impossibile : “ ... Tutto posso in colui che mi dà la forza ... “ scrisse Paolo ai Filippesi (Fil.4,13 ) e del tutto che l’apostolo delle genti intende vi è parte l’impossibile , l’ininmaginabile ciò che Gesù intende nel dialogo con i suoi discepoli che Matteo riporta nel suo Vangelo (17,20 ) : “ ... se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile ... “ perché il Signore promette che : “ ... Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dio per coloro che lo amano ... “ ( 1 Cor.2,9 ) . Dunque la fede eleva , porta l’uomo che la pratica ad un livello superiore , allo stadio del soprannaturale , che trascende l’uomo portando l’esistenza dell’uomo ( la quotidianità ) al di fuori , oltre i limiti nei quali la realtà sensibile si manifesta. All’uomo dunque , ad ognuno di noi fratelli cristiani , con la fede si spalanca , una porta su di un mondo sconosciuto , invisibile agli occhi ma visibile al cuore , essenziale per il nostro equilibrio : “ ... l’essenziale è invisibile agli occhi ... “ scrisse Antoine de Saint-Exupèry nel PIccolo Principe , e Dio nel dialogo con il profetta Samuele ( 1 Sam.16,7 ) fa giungere a noi questa sua riflessione , questo suo insegnamento prezioso : “ ... io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore ... “ . Accondiscendere alle istanze del cuore , saperlo ascoltare sfocia nell’adoperarsi a spendersi, nel cercare oltre a ciò che ci circonda , oltre a ciò che è intorno a noi , alla portata dei nostri sensi , dunque oltre la realtà sensibile . Scrisse a questo proposito San Paolo ai Colossesi ( Col.3,1-2 ) : “ ... cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo .... “ e ancora “... pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra ... “ perché fratelli le cose della terra , la realtà che è alla portata dei nostri sensi è già con noi è la Parola di Dio che lo ricorda e lo afferma vi porto un esempio : “ .... I poveri li avete sempre con voi ... “ sentenziò Gesù » (Mc 14,7) e Paolo scrivendo alla comunità cristiana della Galazia ( 2,10 ) dell’incontro suo e di Barnaba con Pietro , Giacomo e Giovanni fa sapere come gli apostoli : “ ... ci pregarono di ricordarci dei poveri ... “ e Gesù nell’invitare a cercare quella realtà sconosciuta all’uomo esorta ed interroga ognuno di noi con queste parole ( Mt.6,25 ): “ ... Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? ... “ . Dunque oltre a realtà sensibile spinge la fede , per dare senso lla realtà sensibile . Fratelli è scontato che le cose di lassù si compenetrano e sono complementari con le cose di quaggiù , sicchè non esistono due realtà ma un’unica realtà , così è l’amore che è eros e caritas , la corporeità compensata dalla spirituaità , la carne e lo spirito sono faccie di un’unica medaglia , questo è l’uomo , così siamo noi e non siamo altro ,siamo calati in una realtà che esige equilibrio e che non esclude , ma include . Leggiamo nel libro della Genesi (2,24 ) : “ ... Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne ... “ . La fede dunque porta unità pur nella diversità ,così com’è la Trinità , sull’esempio della Trinità, unità che mantiene intatta e distinte l’identità e la diversità delle tre persone che la compongono . Scrisse Paolo ai Galati (3,25;28 ) : “ ... giunta la fede ... Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù ... “ . Il samaritano , benchè segno e simbolo di separazione , diviene emblema dell’unità che la fede esige e, la salvezza dell’uomo risiede nell’unità , la guerra che siamo costretti nostro malgrado a combattere in questi nostri tempi insegna , è monito che non sono le armi o le sanzioni che fanno cessare i cannoni ma l’unità dunque la fede . Sì fartelli è ora di rispolverare una canzone scritta nel 1967 dal gruppo musicale I Giganti , oggi più che mai attuale dal titolo : “ --- mettete dei fiori nei vostri cannoni ... “ perché l’unità è pace e dall’unità ha origine la pace . Fratelli cristiani in segno di testimonianza della nostra fede del nostro credo adottiamo da oggi la modalità di salutare che fu propria del Signore quando dopo la sua riserrezione incontrò i suoi discepoli salutandoli con queste parole : “ ... pace a voi ! ... “ ( Gv.20,19 ) ; sia questo il nostro concreto contributo alla pace e di manifestazione contro la guerra .