... parla ....

16.01.2021 16:14 “ … erano circa le quattro del pomeriggio … “ così Giovanni racconta , in questa seconda domenica del Tempo Ordinario , la vocazione di due discepoli di Giovanni il Battista di cui di uno se ne conosce il nome : Andrea , mentre l’altro discepolo si ritiene fosse Giovanni l’autore del brano di Vangelo che oggi la liturgia della Parola ci ha offerto . Fratelli cristiani, l’idea di segnalare l’ora di quell’evento è geniale , è divina . La vocazione , la ricapitolazione della propria vita , la trasfigurazione della propria esistenza alla luce dell’incontro , di quel preciso momento, avvenimento , evento è fissata nel tempo con le parole che abbiamo poc’anzi ascoltato : “ … erano circa le quattro del pomeriggio … “ . Quell’ora , a quell’ora , in quell’ora la vita dei due discepoli prese forma e sostanza, di essa e per essa si svela la nuova dimensione esistenziale che è la dimensione dell’eternità . Quel momento , quell’attimo , quelle vite divengono eterne perché quel tempo è segnato dall’ incontro con l’Eterno e quelle vite dall’Eterno vengono contaminate . In riferimento a quell’ora , le quattro del pomeriggio, scrisse Giovanni a conclusione del suo Vangelo ( 21,24-25 ) : “ …. Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere … “ lasciando con queste parole intendere che ciò che le Sacre Scritture riportano , testimoniano è il necessario per alimentare , per tenere viva la fede , per speculare , meditare , ruminare ciò che è stato scritto per volontà di Dio , ovvero le verità divinamente rivelate . Fratelli vi riporto quanto , la Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum ( Cap.III , 11 ) a questo proposito insegna : “ … Le verità divinamente rivelate …. hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa … Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità … affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo , scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte ... “ . Dunque ,è Dio stesso che ha voluto che quell’ora fosse dapprima vissuta dai due discepoli e che poi fosse consegnata alle cronache , consegnata alla Storia e trasmessa nella Storia della salvezza che noi veneriamo come Tradizione . L’ora è quanto di più umano vi sia ; è infatti natura dell’uomo contare il tempo , il contarlo per l’uomo è l’illusione di renderlo presente , di renderlo vivo , di materializzarlo ; mentre non è certamente una occupazione di Dio contare il tempo che di esso ha un’ opinione ben diversa , si prega con il Salmo 90 ( 4 ) : “ … Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato,come un turno di veglia nella notte … “ e Pietro nella sua seconda lettera ( 3,8 ) rilegge il Salmo con queste sue parole : “ … Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo … “ il tempo dunque è percepito da Dio diversamente da come lo percepisce l’uomo è opinione e convinzione del salmista e dell’apostolo ed è la testimonianza del comune sentire delle Sacre Scritture sia quelle dell’Antico che del Nuovo Testamento . Dio attraverso il Libro del profeta Isaia ci fa conoscere questa verità : “ … i miei pensieri non sono i vostri pensieri,le vostre vie non sono le mie vie …. “ ma sappiamo anche dalla prima lettera che San Paolo apostolo invia alla comunità cristiana che era in Corinto (2,9 ) che : “ … Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano … “ . Colui ,coloro che hanno vissuto o sono in procinto di vivere quell’ora ( le quattro del pomeriggio ) comprendono che il momento è epocale , che quell’attimo è atteso , che è un evento, un avvenimento è l’Avvento cioè il tempo che deve venire, il periodo di attesa che precede l’incontro , l’unico incontro , l’incontro di sempre e per sempre , l’incontro con l’Eterno . Non sarà più la stessa cosa di prima il tempo , infatti il tempo prima della venuta di Cristo diviene il tempo dopo la venuta di Cristo . Il tempo da passato , presente e futuro diviene solamente tempo presente , il presente , il tempo eterno , il tempo per sempre presente . Le quattro del pomeriggio sono la cronaca dell’incontro che ognuno di noi fratelli cristiani vive o ha vissuto o vivrà personalmente con il Signore , quel lasso di tempo è l’inizio di un tempo senza tempo ,al di là del tempo , fuori dal tempo e dallo spazio , ciò che è esterno , al di fuori , al di là , oltre ogni luogo . Le quattro del pomeriggio sono l’inizio del tempo eterno che è la pienezza della nostra vita , cioè lo stare di fronte alla Presenza Il tempo di vivere il presente per sempre , vivere finalmente l’attimo che da fuggente a quell’ora si espone , si fa trovare , incontrare , si fa prossimo , presente nella Presenza . In quell’attimo , in quel tempo , alle quattro del pomeriggio noi comprenderemo ciò che si è in procinto di divenire, in quell’ora emergerà la nostra identità , conosceremo noi stessi , ci verrà svelata la nostra persona nella sua completezza di corpo , anima , spirito e divinità . Tutto di noi sarà interessato da quell’evento , come annota Paolo nella sua lettera ai Corinti , lo abbiamo ascoltato nella seconda lettura , nella quale l’apostolo lascia intendere come il nostro corpo , la nostra persona è : “ … per il Signore … “ a tal punto che “ … Dio , che ha resciuscitato il Signore , rescusciterà anche noi con la sua potenza … “ e ancora l’apostolo delle genti afferma , per nostra coscienza e conoscenza : “ … Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito ...” perché il corpo “ … è tempio dello Spirito …” ed è da noi “ … ricevuto da Dio …” e Paolo conclude il brano della sua lettera invitando i Corinti con queste parole : “ … glorificate dunque Dio nel vostro corpo … “ . Dunque a conclusione di questa riflessione che dire ? Come rispondere ? Con la stesse parole con cui Samuele si rivolge al Signore in risposta della sue insistenti chiamate : “ … Parla, perché il tuo servo ti ascolta … “ .