.... parole dure ...

07.03.2020 08:20 Sono parole dure quelle che il Signore Dio , rivolge ad Abram , ad Abramo . Il Signore chiede ad Abramo un enorme sacrificio , chiede fiducia , chiede di fidarsi , chiede di riporre in Lui fede , e quella fede , quella fiducia , quel sacrificio costa … e non poco . Il Signore chiede ( non impone ) ad Abramo di lasciare il certo per l’incerto , propone ad Abramo di ricapitolare (termine caro a Paolo nella sua predicazione ) dunque chiede di ricapitolare , riepilogare la sua vita , rifondarla alla luce dell’ impegnativa proposta che Lui , il Signore Dio avanza , presenta , propone ad Abramo . Il Signore propone ad Abramo di fondare la sua vita nella speranza , in ciò che si spera , nello sperato che non è certezza ma è solo possibilità , potenza ma non atto , non ancora atto , ciò che si vede e si tocca , ciò di cui si fa esperienza diretta . Paolo nella sua lettera agli Ebrei riproporrà , secoli dopo , quel fondare la propria esistenza nello sperare dunque nello sperato ( 11,1 ) : “ …. La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono …. “ . Il cristiano spera e non vede , o meglio vede con gli occhi della fede che vanno oltre i sensi , perché trasfigurano , cioè vanno oltre la figura , che è ciò che colgono i sensi , che è il tema dell’odierno Vangelo . La possibilità diviene certezza quando questa si realizza , quando la potenza diviene atto , realtà , reale . Così è il seme , che se conservato può rimanere tale per secoli o millenni ( si pensi ai semi di grano conservati nelle tombe dei faraoni che piantati sono germinati millenni dopo ) . Il seme messo a dimora a secondo delle condizioni oggettive e soggettive ( il come , il dove , il quando ) può fruttificare dunque produrre . ( sono parabole del Signore ) Ad Abramo che possedeva beni ma soprattutto un’ identità viene chiesto di assumere una nuova identità , di lasciare , rinunciare non solo ai suoi beni ma alla sua identità: “ … vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre … “ abbiamo sentito proclamare nella prima lettura di questa seconda domenica del Tempo di Quaresima . Abramo deve lasciare ciò che è e ciò che ha per ciò che non è ancora e per ciò che non ha ancora . Il Signore chiede ad Abramo , di lasciare i beni , i suoi beni , l’acquisito , ciò che possedeva per ciò che avrebbe potuto possedere , acquisire . Il Signore premierà la disponibilità di Abram con molti beni e conferirà ad Abram una nuova identità , egli diverrà Abramo che signica padre di una moltitudine . Il Signore promette ad Abramo una discendenza sterminata come la polvere della terra a lui , ad Abramo la cui moglie era sterile e anziana , duqnue incapace di generare . Abramo dunque è posto da Dio al centro di una storia , è il soggetto , l’attore di una storia che non conosce certezza , che è solo possibilità , una storia solo da credere e da sperare , una storia alla quale affidarsi ciecamente , una storia potente perché è potenza ma inconsistente perché non è , non è ancora . Il sì di Abramo , il suo fiat che ci rammenta l’annuncio dell’Angelo alla Vergine , ci fa comprendere quanto Abramo incarni in pieno quell’essere nel mondo ma non del mondo di cui Gesù parla nella preghiera che rivolge al Padre e che Giovanni annota nel suo Vangelo .( 17,1-26 ) Ricordiamo anche che quando Abramo generò Isacco , Dio lo chiese in sacrificio e Abramo senza indugiare lo offrì al Signore sicuro che il Signore stesso avrebbe fatto trovare al tempo opportuno l’olocausto ( Gen. 22,7-8 ) : “ …. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio! …. Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!» … “ . Abramo dunque ha imparato a fidarsi di Dio è entrato pienamente nella sua nuova identità , è l’uomo nuovo , è credente , il credente , il discepolo , colui che segue , che si pone alla sequela del maestro , che segue le indicazioni del Signore , che segue la Parola di Dio , quella Parola che è vita ; leggiamo infatti nel primo capitolo del libro della Genesi : “ …. Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra …. la terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie …. Facciamo l'uomo a nostra immagine ….. Dio creò l'uomo … “ . Ma la Parola è anche prosperità , leggiamo nel Vangelo di Giovanni ( 6, 10-13 ) : “ … erano circa cinquemila uomini. …. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero . E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato …. “ ; poi la Parola è provvidenza come possiamo leggere nel libro dell’Esodo ( 16,11-15 ): “ …. Il Signore disse a Mosè: «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore vostro Dio». Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l'accampamento; al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all'accampamento. Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: «Man hu: che cos'è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo … “ e infine la Parola è certezza: “ … Dio disse … E così avvenne … “ si legge nel primo capitolo del libro della Genesi . La fede , la fiducia in Dio , il fidarsi di Dio dunque conduce alla vita e alla prosperità , conduce a trasfigurare l’esistenza , a purificare l’esistenza , il ciò che viviamo . Noi fratelli cristiani siamo la continuità , la Tradizione , la conseguenza della partenza di Abram dalla sua terra , siamo i discendenti , discendiamo da quella decisione di lasciare tutto , di rinunciare anche alla propria identità di divenire da Abram , Abramo . L’essere dunque i depositari di quella Tradizione che si traduce , che è sintesi di una chiamata e di una risposta ci investe delle stesse responsabilità e degli stessi doveri di cui Abramo , in quel tempo , si fece carico . Significa fidarsi , essere certi sicuri che la promessa di Dio si realizzerà , anzi è già in fase di realizzazione . Essere nei pensieri di Dio significa già essere , già vivere , già esistere ed essere ed esistere eternamente . Siamo discendenza di Abramo , ognuno di noi è come Dio indica al patriarca ( Ge.13,16 ) . “ … Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti … “ siamo dunque i granelli di quella polvere , siamo polvere , terra . Essere polvere è un sacrificio , siamo destinati ad essere in basso , a valere poco , non siamo né oro nè argento , né tantomeno pietre preziose che in sé sono sterili ; ma siamo terra humus da cui ha origine la parola uomo che significa “ tratto dalla terra “ . Un noto cantautore genovese , cantava “ … dai diamanti non nasce niente , dal letame nascono i fior … “ e dalla terra Dio ci ha tratti , come si legge nel Libro della Genesi , ci ha plasmati , cioè ha dato a noi una forma e quella forma l’ha animata , l’ha fatta esistere , l’ha fatta essere insuflando il suo Spirito , ha messo dentro di noi il suo Spirito ( Gen.2,7 ) : “ …. allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente … “ e nel Libro del profeta Ezecchiele si legge ( 11,19-21 ) : “ … Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne, perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e li mettano in pratica; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Ma su coloro che seguono con il cuore i loro idoli e le loro nefandezze farò ricadere le loro opere, dice il Signore Dio»…. “ . Ma ci conviene , è per noi conveniente cambiare identità e lasciare ogni cosa come il Signore chiede? E’ questo fratelli cristiani il digiuno che il Signore chiede ? Davvero , per noi vale ciò che il profeta Isaia ( 58,3 ) scrive a proposito del digiuno : “ …. nel giorno del vostro digiuno voi fate i vostri affari ed esigete che siano fatti tutti i vostri lavori … “ .