PARTE OTTAVA- DIARIO DI UNO PSICOTICO.... DEVO FARE CIO’ CHE LO SPIRITO MI HA MANDATO SULLA TERRA A FARE
Riprende dal 23-09… Circa il discorso che si faceva l’altro giorno sulla creazione vi riporto alcune perle che Thoreau scrive nel suo libro “Camminare”. Lo introduce affermando: “ se sei un uomo libero allora sei pronto a metterti in cammino”, e a giudicare dalle nostre pance oggi di uomini liberi ce ne sono proprio pochi, quindi pochi i camminatori. Thoreau è colui che inventò lo slogan della “disobbedienza civile” e visse per due anni appartato in una foresta degli Stati Uniti e delle sue passeggiate dichiarava:” mi allarmo quando mi accorgo di camminare con il corpo senza essere presente con lo spirito”. Se penso a chi percorre in auto ogni giorno la strada che da Cossato porta a Pianezze… Io l’ho fatto martedì sera, ma da Cossato a Coggiola, ed ero allarmato perché presente con il corpo e lo spirito, e proprio perché presente in corpo e spirito mi è tornata alla mente questa frase di Thoreau:” ai nostri giorni quasi ogni così detto miglioramento a cui l’uomo possa por mano, come la costruzione di case e l’abbattimento di foreste e di alberi secolari, PERVERTE in modo irrimediabile il paesaggio, e lo rende sempre più addomesticato e banale”. Azzarda un appello:” Ah, se la gente cominciasse a bruciare le staccionate e lasciasse vivere le foreste”, e afferma poi:”l’uomo con le sue faccende, Chiesa e Stato e Scuola e i suoi traffici e i suoi commerci, le sue fabbriche e la sua agricoltura, e la sua politica la più pericolosa di tutte: mi rallegra quanto poco spazio occupino nel paesaggio”. Della politica scrive:” se volete andare verso il mondo della politica seguite la strada maestra, seguite quel mercante e la polvere dei suoi passi, vi condurrà direttamente ad esso”, poi aggiunge:” quel mondo ha semplicemente un suo spazio, non occupa l’intero spazio….la politica è per l’uomo come il fumo del suo sigaro”. E sentite ancora cosa scrive Thoreau:” verrà forse il giorno in cui questa terra sarà smembrata in parchi per così dare svago di cui solo pochi godranno in modo limitato ed esclusivo in cui i recinti saranno moltiplicati e altre invenzioni respingeranno gli uomini sulla “strada pubblica”, e camminare sulla terra di Dio significherà attraversare senza permesso la terra di qualche gentiluomo. Godere di qualcosa in modo esclusivo generalmente significa essere esclusi dal suo autentico godimento. Così scrisse Chancer cari amici di Chiesa Controcorrente:” e gli uomini ricercano pellegrinaggi e i pellegrini terre sconosciute”. E continuo a citare Thoreau pensando alla Valle di Mosso “e che dalla natura selvaggia dipende la sopravvivenza del mondo”, perché come scrive ancora:” è ben diverso bere e mangiare per sopravvivere o per semplice ghiottoneria”. E se un artista afferma:” quanto è vicino al bene ciò che è bello” Thoreau risponde:” quanto è vivere il bene ciò che è selvaggio” e afferma in letteratura ci attrae solo ciò che è selvaggio. Quel che è domestico annoia. E’ il pensiero selvaggio, libero dagli schemi della civiltà che ci affascina nell’Amleto, nell’Iliade, nelle Scritture e nella mitologia, e non è qualcosa che s’impari nelle scuole”. Significativa anche la visione sull’uomo:” le sue cronache, (della natura), ci fanno sapere quando si estinsero gli animali selvaggi ma non ci dicono quando in essa si estinse l’uomo selvaggio”. Noi uomini veniamo:” precocemente staccati dal suo seno, (della natura) e affidati alla società, a quella cultura che è soltanto un agire reciproco dell’uomo sull’uomo… una civiltà destinata ad avere un rapido declino”. Ma, cari amici di Chiesa controcorrente e cari giovani “il nostro dovere attivo” dice il Vishnu Purana:” non è legato alla sottomissione, è la Conoscenza che ci conduce alla liberazione: ogni altro dovere porta al tedio, ogni altra conoscenza è solo l’abilità dell’artigiano”. Cari giovani è l’ora di spendere la vita per questa terra, la vostra terra, la nostra terra, non abbandonandola come vi consigliano ma trasformandola rendendola nuovamente selvaggia. La nostra vita al servizio della terra ci darà, offrirà dignità, diceva Alce Nero (capo indiano):” non è come nasci, ma come muori che rivela a quale popolo tu appartieni”. Lo spendere la nostra esistenza per ristabilire il giardino, e per ricreare l’armonia dà dignità all’intera umanità, la riscatta. Scrive Piccola Foglia, un indiano dei nostri giorni:” per voi uomini bianchi il paradiso è in cielo; per noi il paradiso è la terra. Quando ci avete rubato la terra ci avete rubato il paradiso”. Quanto affermato non può non invitarci, o meglio sentire forte il dovere di ricostruire il giardino: il paradiso. La missione, la nostra missione e la vostra missione cari giovani è ciò che un uomo come Cavallo Pazzo asserì:” devo fare ciò che la Spirito mi ha mandato sulla terra a fare”. Non possiamo non prenderci la responsabilità di cambiare questo mondo e questa società. Affermava il giudice Falcone che l’uomo coraggioso vive un solo giorno, il vigliacco tutti i giorni, e il capo indiano Colui che fa Paura affermava:” meglio morire nudi da valorosi piuttosto che vivere benvestiti da vigliacchi”. La fine della civiltà Lakota Sioux è nella parola di Alce Nero:” quel giorno fu il sogno di un popolo era stato un sogno meraviglioso”. Questo deve spingerci alla convinzione che non deve esserci resa ma resistenza. L’invito è quello di amare questa terra e riprenderla. Sì, si deve tornare indietro per andare avanti. Dobbiamo ricostituire le sponde del torrente, ritornare allo stato selvaggio. Concludo, scrivendovi che citando non santi né sacerdoti si scorge nelle loro affermazioni la fede nella trascendenza che è immanenza: Dio, quello che noi proclamiamo “il Verbo si fece carne”, rese questa immanenza trascendente. Cavallo Pazzo recitava questa preghiera raccolta da Joe Alce Nero:
“Padre nostro
Che sei in cielo
Creatore della terra e dell’acqua
Di tutte le creature grandi e piccole
Dona al tuo figlio
La forza, il coraggio e la fede
Per difendere e servire
Il tuo popolo.
E’ un onore scrivervi e stare in vostra compagnia cari amici di Chiesa Controcorrente e cari giovani