PARTE QUINTA - DIARIO DI UNO PSICOTICO

16.09.2014 09:10

Cari amici di Chiesa Controcorrente… Come promesso condivido con voi una  riflessione sulla preghiera… Continuano dunque le confessioni di uno psicotico sospese il 13-09-’14….. Che cos’è il prete? Un orante! E la vita del prete? Una vita spesa per la preghiera, nella preghiera, per l’orazione, nell’orazione dunque: la vita orante dell’orante. Fondamentale nella vita del prete  e fondamento della vita del prete è dunque la Liturgia delle Ore punto fermo e cardine origine, della sua vocazione .E’ da lì  che parto, da lì mi muovo, ruoto in ogni direzione, perché cardine e perno è la preghiera: l’oratio. La Liturgia delle Ore si distribuisce su tutte le ore, o meglio su tutte le parti che compongono la giornata;  apre e la chiude la giornata, le dà il benvenuto e la ringrazia. La preghiera è dunque il sole nella vita dell’orante, è luce che sorge e tramonta, è dinamismo, azione, realtà, vita. E’il prolungamento della celebrazione eucaristica e ricorda ad ognuno di noi, che ogni istante della giornata da sempre e per sempre viviamo alla presenza della Presenza, viviamo la creazione perché ne siamo parte in quanto creature. La Liturgia delle Ore perché preghiera, è il più alto atto di carità agli occhi di Dio perchè la preghiera non è fine a se stessa, ma è per tutta la Chiesa, per ogni membro che compone il Corpo del Cristo. L’orante dunque con la sua vita da orante non distingue nell’orazione, nell’atto dell’orazione, (atto concreto, concretezza, realtà), non distingue se l’orazione è riservata al ricco o al povero al bianco o al nero, nell’orazione è ricordato il santo popolo di Dio, tutti del Tutto, dunque il prete e ogni cristiano che prega la Liturgia delle Ore prega per i tutti del Tutto entrando così di persona, fisicamente e spiritualmente nel grande Mistero, nel solo Mistero, nell’unico Mistero. La preghiera mattutina dunque nella casa del clero (ex seminario…. Ricordate?), deve essere strutturata e  curata mantenendo dalla levata il silenzio. Alla levata si succede in cappella un periodo di silenzio seguito dall’Ufficio delle letture (lectio). Si prosegue con  un’ora di orazione mentale-meditazione (meditatio), a cui si deve essere educati per il bene della vocazione personale e per il bene della santa Chiesa, che poi è il bene dei tutti, del Tutto. Dopo l’orazione mentale silenziosa si passa alle Lodi mattutine (oratio). Ricordiamo sempre ciò che Giovanni della Croce scrisse: “Dio parla nel silenzio”. Un paradosso?... No è l’urlo di Dio. La Santa Messa quotidiana individuale dovrebbe essere celebrata nelle parrocchie che i sacerdoti raggiungerebbero dopo la colazione consumata in comune. Il lavoro della giornata (guidato dalla ruminatio) è poi spezzato dall’ora media (ancora oratio) e dalla recita del santo rosario, (pratica questa già derisa  dal seminario e limitata ai tempi forti). Nel “fare” della giornata, negli incontri con i fedeli, il santo popolo di Dio si entra nella fase della contemplatio l’incontro con la sua immagine e somiglianza “ facciamo l’uomo secondo la nostra immagine a nostra somiglianza”. Per chi torna per cena prima di questa,  l’incontro tra i confratelli è in cappella per una seconda orazione mentale silenziosa, quindi la recita dei Vespri. Sì, ancora silenzio come Maria ai piedi della croce, un silenzio che è contemplazione, è ascolto attento di Lui e non di noi stessi, perché se ascoltiamo noi stessi, noi stessi annunciamo, idee di uomini non certo di Dio. Di san Domenico, fondatore dei domenicani si diceva che parlava di Dio e parlava con Dio. Condizione per parlare di Dio dunque è parlare con Dio. L’invito alla vita orante non è esclusiva del monaco benedettino o certosino che sia, o delle monache di clausura, ma di ogni cristiano, tanto più del prete. E’ di san Paolo, Parola di Dio, l’invito a pregare senza stancarsi mai. Il prete dunque più di ogni cristiano, proprio perché ministro ordinato  è chiamato alla vita orante, all’orazione,  ancor prima di coordinare animatori o assistenti sociali. Non è chiamato ai viaggi di piacere e ai piaceri della tavola come qui in diocesi è in uso. Se guardiamo nel fondo del nostro cuore non c’è quella “roba lì”, ma c’è altro, c’è l’Altro che chiama ad una vita nuova, alla novità, alla buona notizia, alla buona novella, al Vangelo, alla sobrietà, alla radicalità dove la vita di agi e privilegi non è scelta da Cristo e dal suo seguito, ma da Erode e dalla sua coorte, da Pilato, dal gran sacerdote con il suo seguito, dagli scribi, dai farisei e dai sadducei, che difendevano la loro vita fatto non di orazione, ma di vizi, privilegi e agi, togliendo la vita all’Autore della Vita. La mancanza di una vita orante in un prete toglie la vita all’Autore della Vita, non permette che scorra la linfa verso il santo popolo di Dio affidatogli. Don Ferraris sosteneva che la vita del seminario doveva essere tale e quale a quella di un monastero. Ora ritornando il clero in seminario ecco la possibilità di riprendere la vita orante. Così come don Ferraris sognava. In questo modo si ricorderebbe degnamente don Ferraris non certo con l’associazione che dirotta soldi per i piacere, i vizi, gli agi che il vescovo prepara per i suoi preti. Ciò ricorda molto l’imperatore romano che nel circo, al Colosseo distribuiva cibi e divertimenti; mangiavano e si divertivano a guardare dilaniare il cuore pulsante della Chiesa: i fedeli, la Chiesa stessa, il santo popolo di Dio. La vita dell’orante è l’orazione e il prete è colui che da la vita per l’orazione, è l’orante. La forza che guiderà questa trasformazione ha origine, scaturisce  dagli ospiti dell’OSI (Opera Sacerdoti Invalidi), con la loro incessante preghiera e con la sofferenza nella malattia e nell’infermità saranno la forza della ripresa e della rinascita di questa chiesa biellese, se rinasce il presbiterio rinasce il santo popolo di Dio. Oggi il santo popolo di Dio è mantenuto morto, diamo morte, dispensiamo morte, distribuendo cibi e divertimenti, intontiamo e approfittiamo della linfa vitale della Chiesa. LECTIO, MEDITATIO, ORATIO, RUMINATIO E CONTEMPLATIO,la vita orante dell’orante… Continua