PARTE SETTIMA- DIARIO DI UNO PSICOTICO...RIPRENDIAMOCI CIO’ CHE CI E’ STATO RUBATO: LA SPERANZA

23.09.2014 09:39

Riprendo dal 22-09-‘14… Quando penso alla Chiesa, ad una C C Chiesa ad una C C Chiesa la penso come custode della creazione, custode del giardino che gli è stato affidato e dell’armonia di cui è portatrice. La creazione è messa in pericolo dall’uscita dell’uomo dal giardino. In questi giorni si trovano i grandi della terra per parlare di ecologia. La Chiesa da sempre è custode di quel giardino, e Cristo stesso è venuto a ricreare, a dare compimento alla creazione, a ristabilire l’armonia. I grandi della terra e i loro emissari non permettono che il giardino venga riaperto, che si manifesti l’armonia. Pensiamo al nostro territorio da Cossato sino a Pianezze lungo il corso del torrente  si sussegue una colonna di scheletri di cemento e muratura. Queste fabbriche un tempo pullulavano di vita, sono oggi bare silenziose. Hanno avvelenato per anni l’acqua del torrente, hanno sfregiato le sponde del torrente, hanno segnato indelebilmente il corpo e l’anima di chi vi ha lavorato. In quella valle figure di preti descritti nei libri di don Bessone hanno cresciuto generazioni di fedeli con la loro vita e il loro apostolato. Essi, agli occhi di quei fedeli hanno incarnano ciò che san Paolo scrive:” osservando attentamente il loro tenore di vita imitatene la fede”. Poi l’oblio, lo sviluppo dell’industria ha portato un benessere che si è mangiato, che ha sfruttato, che ha consumato, che ha sconvolto il territorio. Tutto è stato deturpato in una forma di sfruttamento che di fatto è depravazione. In quell’oblio la chiesa ha perso la C maiuscola, si è asservita cercando in  chi sfruttava il modo di potere crescere economicamente. Sono state costruite chiese nuove, abbellite?, (abbruttite!), ed ingrandite le vecchie, quanto si mal costruivano le fabbriche tanto si mal costruivano le chiese e le case: sono lì da vedere, un patrimonio edilizio scadente. Si è investito sui muri e non sulle persone. Pensate che questa frase al contrario l’ho presa a prestito da un infelice dichiarazione di un sacerdote . A parte l’infelice frase, a parte che a pronunciarla sia stato un prete, ma affermare oggi in questo periodo di crisi economica che il migliore investimento è il mattone è la dimostrazione della pochezza intellettuale e amministrativa del soggetto, il fallimento come uomo e come prete. Oggi sono rimasti muri che non valgono più nulla, sono scheletri, mentre sono rimaste persone che valgono perché carne e ossa, esseri pensanti. Coloro che un tempo avevano investito nei muri e non sulle persone se ne sono andati, costruendo nuovi muri in paesi dove non investire sulle persone, lasciando qui solo degli scheletri e null’altro, perché non avevano investito in null’altro tanto meno nelle persone. Vedete quanta poca differenza ci sia tra quel prete  e chi ha ridotto quella valle ad un cimitero. Ora la C C Chiesa con tre C deve sentire il dovere di porsi a capo della rinascita, della resurrezione di questa vallata. Il vescovo si rimbocchi le maniche, produca qualcosa di utile dopo le sue visite pastorali inutili. Leggete le lettere che invia ai parroci che solitamente sono pubblicate nei bollettini, non c’è una proposta, c’è la cronaca, l’autocelebrazione  del potere ecclesiale che visita, c’è una sorta di commiserazione per il suo collaboratore, quel governatore sperduto, lontano dal palazzo, ma non una proposta. Ora questa popolazione, aspetta di avere un cavaliere, un paladino che si prende cura di loro, perché persone e non muri. Convochi la classe politica, prenda posizione, inventi. Nel 1968 il suo confratello Monsignor Bettazzi marciava con gli operai in un Ivrea che aveva imprenditori illuminati del calibro di Adriano Olivetti. La chiesa oggi osanna ancora coloro che hanno trasferito i macchinari all’estero (imprenditori non illuminati), quella chiesa con la c minuscola li ha portati in consiglio comunale per poi poter stendere la mano e attendere le loro elemosine. Si rilanci ecologicamente quella valle. Si abbattano gli edifici che non hanno nessuno spessore storico, si mantengano quelli che lo posseggono. Si potenzino i percorsi culturali, si puliscano le sponde del torrente, si raccolga legna, si faccia rivivere la Rovella dal punto di vista turistico con la sistemazione di sentieri, con la reintroduzione della pastorizia, com’era prima dello scempio industriale, si ristrutturino i vecchi opifici con i vecchi telai mossi ad acqua e si tessa e si tinga come un tempo con i colori naturali, con i prodotti naturali, perché in Toscana è già una realtà. Questo deve fare chi ha a cuore la persona e non i muri. Quella valle rinascerebbe e a farla ricrescere sarebbe la Chiesa, custode del giardino e che annuncia la buona novella della Resurrezione. Iniziate questa rivoluzione, impiantate la società cristiana non quella borghese, questo è un appello per i giovani di quella valle, non è all’estero che dovete cercare il lavoro, lo dovete PRETENDERE qui da quelli che ve lo possono dare, che ve lo devono dare e da una Chiesa che ne deve creare le condizioni. Lo ripeto la parola d’ordine è sinodo, e chiedete che s’incominci a marciare come a fatto Bettazzi, Vescovo. Riprendete ciò che vi appartiene, che è vostro di diritto perché qui siete nati. Riprendetevi ciò che vi è stato rubato: la speranza.