... Paura ? No, timore !

16.03.2019 15:08 “ … venne una nube e li coprì con la sua ombra … “ . E’ quanto racconta Luca nel suo brano di Vangelo che oggi , seconda domenica di Quaresima la Liturgia della Parola offre a noi fratelli cristiani . L’ombra , la stessa ombra che scese sulla vergine Maria …. è ancora Luca ad annotarlo nel suo racconto ( 1,35 ) : “ … Lo Spirito Santo scenderà su di te , su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo … “ . La nube , la stessa nube che marciava alla testa del popolo ,del santo popolo di Dio , Israele , lo si può leggere nel Libro dell’Esodo ( 13 , 21-22 ) : “ … Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube , per guidarli sulla via da percorrere , e di notte con una colonna di fuoco , per far loro luce , così che potessero viaggiare giorno e notte . Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo , né la colonna di fuoco durante la notte … “ e ancora : “ … Ora la nube era tenebrosa per gli uni , mentre per gli altri illuminava la notte ; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri …. “ per poi così concludere : “ … Il Signore dalla colonna di fuoco e di nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta … “ . ( 13 , 24 ) La nube dunque , la nube con la sua ombra , è segno della potenza di Dio , della Potenza con la quale Dio feconda , genera , guida , illumina , protegge , conforta , salva . La Vergine ed il Santo popolo di Dio nella nube , nel cono d’ombra della nube si rifugiano , si lasciano coprire ,condurre , penetrare ; non così gli apostoli Pietro , Giovanni e Giacomo ,di loro Luca annota : “ … All’entrare nella nube ebbero paura …. “ . Eppure l’ingresso in quell’antro , in quel luogo , in quell’utero malgrado il loro atteggiamento guardingo , timoroso , rigenera , ne fa nuove creature , creature affidate al divenire del tempo , modellate e plasmate dall’inesorabile scorrere del tempo . Il tempo , il tempo che fa maturare quella esperienza nella loro intimità , nel loro cuore , nelle loro anima , nel loro spirito , nella loro coscienza , nella loro ragione . Quel rivivere quelle immagini , quel ricordare quelle parole , quegli avvenimenti , quel continuo e incessante ruminare , meditare lungo il tempo , nello scorrere del tempo , nel divenire , riplasma , rimodella , genera l’uomo nuovo , il nuovo modello di uomo , la nuova umanità , dunque futuro , progresso . 40 anni il santo popolo di Dio , Israele, ha maturato, ruminato , meditato la sua esperienza , la sua condotta , il suo credo , mentre la Vergine ha atteso il compiersi dei giorni del parto : “ … mentre erano là si compì per lei il tempo del parto … “ ( Lc. 2,6 ) per poi come scrive Luca serbare ( Lc.2,16 ) : “ … in sé tutte queste cose , meditandole in cuor suo … “ . Così anche Pietro , Giovanni e Giacomo partoriranno , così anche loro si troveranno all’ingresso della terra promessa dopo avere meditato e ruminato la loro personale esperienza , un’esperienza totalizzante e di conseguenza a causa di essa manifesteranno nelle debolezza la loro nuova condizione , la loro nuova identità . Confesseranno e affideranno all’Eternità , alla sacra Scrittura , alla Parola , al Verbo , la loro paura , la loro povertà , la loro debolezza , i loro dubbi e Luca sintetizzerà tutto ciò nella frase poc’anzi proclamata : “ … All’entrare nella nube ebbero paura …. “ . A Luca , all’eternità e per l’eternità , confesseranno quella paura dopo averla taciuta lo abbiamo sentito affermare nel brano di Vangelo proclamato : “ … Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto …. “ …. e noi possiamo desumere , tacquero dopo quella esperienza , dopo avere provato paura che è vergogna per l’uomo che si ritiene virile . La debolezza , proprio il confessare la loro debolezza ( paure , tradimenti , dubbi , incertezze ) fa degli apostoli dei figli di Dio , uomini virili proprio perchè non temono di confessare le proprie paure, le proprie fragilità , la propria umanità , la propria povertà . Quella che è considerata debolezza cioè subire il timore , consegnarsi alla paura dunque può generare , e ancor più , può generare figli di Dio se nel proprio cuore , nel cuore di chi crede c’è la volontà di trasfigurare l’ esperienze fatta , cioè viverla , raccoglierla, consegnarla e lasciarla maturare nell’alveo della fede . Scrive Paolo nella sua prima lettera ai Corinti ( 1,28 ) : “ … Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti , Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre al nulla le cose che sono , perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio . Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù , il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza , giustizia , santificazione e redenzione perché come sta scritto : Chi si vanta si vanti nel Signore …”. Dunque fratelli cristiani , siamo figli , siamo generati figli e Paolo invia ai Galati ( 4,4-7 ) queste parole: “ … Quindi non sei più schiavo ma figlio , e se figlio , sei anche erede per grazia di Dio … “ e ancora ai Romani ( 8,11.14-17 ) scrive : “ … voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi , per ricadere nella paura , ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi , per mezzo del quale gridiamo : - Abbà ! Padre ! – . Lo Spirito stesso , insieme al nostro spirito , attesta che siamo figli di Dio . E se siamo figli , siamo anche eredi : eredi di Dio , coeredi di Cristo … “ e Giovanni , a proposito dell’ essere figli , con forza afferma nella sua prima lettera che figli : “ … lo siamo realmente … “ . L’esperienza degli apostoli nell’assistere alla trasfigurazione del Signore , non porta frutti immediati ma mediati , mediati dallo scorrere del tempo . L’immediato in questo caso è la paura : “… All’entrare nella nube ebbero paura …. “ ed il mediato è la conversione , quel ritornare sui propri passi e ripercorrerli con animo nuovo , con animo diverso , con una nuova identità . Ritornare sui propri passi riconoscendosi per ciò che si è veramente , avvolti da quella debolezza che ci rende fieri e forti figli di Dio : “ …. perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze , affinchè la potenza di Cristo riposi su di me . Per questo mi compiaccio in debolezze , in ingiurie , in necessità , in persecuzioni , in angustie per amore di Cristo ; perché quando sono debole , allora sono forte … “ scrive Paolo nella sua seconda lettera ai Corinti ( 12,10 ) . Si abbia pure timore , fratelli cristiani , di entrare nella nube perché come scrive l’autore del Siracide (1,23-29 ) “ …. il timore del Signore è sapienza e istruzione si compiace della fiducia e della mansuetudine … “ .