QUELLI... DELLA DOLCE VITA
Se ricordate cari amici di Chiesa controcorrente mi è stato appiccicato, affibbiato l’appellativo di traditore per la mia posizione critica e dissenziente verso questo vivere ipocrita, farisaico e lassista di certo clero. Lo comunicai subito a voi cari amici riabilitando e scrivendo un articolo apologetico di Giuda: il traditore. Ricordo che titolai quella riflessione, “porco e Giuda” riprendendo la popolare imprecazione, divenuta intercalare nel linguaggio comune: “porco Giuda”. Mi è capitato tra le mani un libro di un autore ebreo (il più letto e venduto in Italia nelle ultime settimane), Amos Oz insegnante di letteratura all’università Ben Gurrion del Negev e prolifico scrittore di romanzi, saggi e libri per bambini dal titolo “Giuda” edito Feltrinelli, e leggendo qua e là vi riporto queste righe:” Il profeta Geremia era considerato un traditore tanto dal popolino di Gerusalemme quanto dalla casa reale. Elisha Ben Abuya viene bandito dai saggi del Talmud che lo chiamano Altro. Eppure il suo insegnamento e la sua memoria non sono stati cancellati dal libro, Abramo Lincoln colui che ha affrancato gli schiavi, viene chiamato traditore dai suoi oppositori. Gli ufficiali tedeschi che cercarono di uccidere Hitler furono fucilati con l’accusa di tradimento. Nella storia compaiono di tanto in tanto persone coraggiose che precorrono i tempi e per questo vengono chiamati traditori oppure pazzoidi. Herzl è definito un traditore solo perché ha osato prendere in considerazione la fondazione di uno stato ebraico fuori dalla terra d’Israele quando si è reso conto che la Palestina ottomana era preclusa al popolo ebraico. Persino Davide Ben Gurrion, quando dodici anni prima aveva detto di sì alla spartizione della terra in due stati, uno ebraico e uno arabo, era stato chiamato traditore da molti. I miei genitori e anche mia sorella (del protagonista del libro) mi accusano di aver tradito la mia famiglia perché ho interrotto gli studi. Forse hanno persino più ragione di quanto non pensino, perché la verità è che li ho traditi ben prima di lasciare l’università. Li ho traditi sin da quando ero bambino e sognavo di avere altri genitori. Chi è pronto al cambiamento disse Shemuel (il protagonista), chi ha il coraggio di cambiare, viene sempre considerato un traditore da coloro che non sono capaci di nessun cambiamento, e hanno una paura da morire del cambiamento e non lo capiscono e hanno disgusto di ogni cambiamento. Shaltiel Abrabanel aveva un bel sogno e per quel sogno lo hanno chiamato traditore”. Vi confesso cari amici che sono lusingato essere ritenuto un traditore ma anche uno psicopatico e un pazzoide, hanno cioè riconosciuto che non appartengo al loro mondo, quello che incarna quella chiesa con la c minuscola dove volutamente per scelta non c’è cambiamento, dove cioè non c’è ecclesia, vita, un mondo solo virtuale di plastica, effimero, destinato a non contare, ad esistere ma non ad essere, dove nella più totale decadenza si muovono personaggi della… Dolce vita. Resto con orgoglio un traditore, Giuda il traditore, perché ho tradito il maestro, non cerco quelli che mi accusano, perché loro ancor prima di me hanno cercato il momento più opportuno per toglierlo di mezzo.