... questa parola è degna di fede ...

12.10.2019 14:27 Nella seconda lettera che Paolo indirizza al discepolo Timoteo e che la liturgia della Parola solennemente proclama oggi XXVIII domenica del Tempo Ordinario , abbiamo sentito affermare : “ … Figlio mio , ricordati di Gesù Cristo , risorto dai morti , discendente di Davide …. “ e in quel ricordati , c’è tutto ’impegno del discepolo ,c’è tutto il proposito del discepolo di affidarsi totalmente a Dio, di porre fiducia incondizionatamente in Dio: “ … Gesù Cristo risorto dai morti , discendente di Davide … “ l’uomo delle profezie , l’uomo , il Dio delle Scritture . Per Paolo , per Dio , perché la parola di Paolo è parola di Dio , il discepolo è dunque colui che si ricorda , il discepolo è colui che ha il dovere di ricordare ; come metodo e per metodo il discepolo ha il dovere di ricordare , è colui che prende per se stesso e a favore degli altri l’impegno pubblico di ricordare e di fare ricordare , è colui che spinge , che induce , che propone di fare memoria , di riportare alla memoria , di riportare all’attualità parole e gesti , pensieri ed azioni di Dio . Per essere discepolo di Gesù Cristo è necessario , è bastante , è fondamentale ricordarsi , fare memoria di Gesù Cristo , riproporre , fare emergere ciò che egli ha detto e ciò che egli ha fatto , dunque vivere , quindi diffondere il Vangelo , parole e azioni di Gesù Cristo , di Dio . Terminata l’omelia , questa breve riflessione, reciteremo il Credo , che è la nostra professione di fede , cioè diremo pubblicamente , confesseremo pubblicamente la nostra fede, il nostro credo davanti alla comunità cristiana qui riunita nel nome del Signore ; infatti all’inizio della celebrazione ci siamo segnati con il segno della croce e abbiamo proclamato , dunque professato , confessato il motivo per cui ci siamo riuniti , ciò che ci identifica , ciò che ci fa essere ciò che siamo , comunità cristiana fondata : “ … nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo …” . Tra poco confesseremo il nostro credo al Signore qui presente perché : “ … dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro …” ci rassicura Gesù ( Mt.18,20 ) . Pronunciare quelle parole , fare la nostra professione di fede , ci impegna a dichiarare di essere discepoli , seguaci , coloro che si pongono alla sequela del Dio delle scritture , annunciato dai profeti , l’uomo – Dio delle profezie : “ … Gesù Cristo risorto dai morti , discendente di Davide … “ scrive Paolo al discepolo Timoteo . Il discepolo è colui che professa principi appresi da un maestro , al quale si sente legato da affinità spirituali. Il discepolo è dunque l’allievo , colui che apprende degli insegnamenti , è fedele e attento seguace , è colui che si propone , che si dona , che si annulla per il maestro , per la sua dottrina . Si annulla , cioè si pone sotto , si dispone , si prepara a far emergere , a professare , a proclamare ciò che non è suo , anche se gli appartiene , ciò di cui è e si sente parte . Promuove , sostiene , favorisce ciò che non è sua produzione , ma che è il suo sentire , ciò per cui vive , ciò per cui intuisce che vale la pena di vivere , di spendersi , ciò per cui ha lasciato altro , ha lasciato tutto ( Mc. 10,21 ) : “ … Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: « ….. va', vendi quello che hai …… poi vieni e seguimi» …. “ e ancora : “ … E subito, lasciate le reti, lo seguirono…. “ ( Mc.1,18 ) . Il discepolo è colui che rinuncia a tutto ciò che gli impedisce di vivere il Tutto , è colui che si libera di tutto ciò che non gli permette di essere libero , di vivere la libertà , perché la libertà è vivere la capacità di scrollarsi di dosso tutto ciò che è proprietà , perché la proprietà è un bagaglio ingombrante e intrasportabile che non permette di vivere il tutto e l’ovunque ma solo il parziale , la parte , il limite …. il finito non l’infinito . Il discepolo è fatto per il tutto non per la parte , non per il limite , perché è seguace , è discepolo del Tutto , del tesoro , di ogni bene e di ogni ricchezza , di colui che fa essere ogni cosa , ogni bene : il Bene nella sua totalità e completezza . Il discepolo è dunque libero , perché non gravato da pesi , perché come scrive Paolo a Timoteo : “ … la parola di Dio , non è incatenata … “ cioè la parola di Dio non solo è ricchezza perchè da essa tutto ha origine - si legga il primo capitolo del libro della Genesi : “ … e Dio disse … E così avvenne … “ - la Parola è libertà . Posso , se lo desidero , accostarmi alla parola ; posso , se la scelgo aderirvi , posso … sono libero di potere , non sono obbligato , non subisco un dovere ma, incuriosito , sono indotto , stimolato a scegliere . Siccome la parola di Dio è una parola di libertà , come giustamente fa notare Paolo nella sua lettera a Timoteo , Dio : “ … non può rinnegare se stesso … “ , dunque se la parola non è incatenata , cioè è libera , l’uomo , io , noi fratelli cristiani , possiamo aderirvi …. non dobbiamo aderirvi , perché se dovessimo anziché potessimo aderirvi Dio rinnegherebbe se stesso , la Libertà introdurrebbe , indurrebe alla schiavitù , ma una cosa non può essere nello stesso momento il suo contrario , la parola di Dio in se stessa è armonia , e se è tale non è contrasto nè opposizione o contraddizione . Si legge nel Vangelo di Giovanni ( 8,31 ) : “ … Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»…. “ . L’essere discepolo , il divenire discepolo , scegliere di essere discepolo apre , introduce alla verità , dunque alla sapienza e alla conoscenza , quindi alla libertà e Paolo , con la sapienza che viene da Dio , scrive a Timoteo e di rimando a noi fratelli cristiani e a chi verrà dopo di noi una verità talmente imprescindibile da apparire disarmante : “ … Questa parola è degna di fede … “ .