... rendiamo grazie a Dio ...

10.07.2021 14:53 Fratelli le tre letture , la Parola , ( Parola di Dio ) che oggi , XV domenica del Tempo Ordinario , abbiamo ascoltato e che a noi è diretta ,svela la nostra identità di cristiani che ha origine nel sacramento del battesimo ; con esso possiamo definirci cristiani , lo siamo per definizione , ma l’essere riconosciuti tali dal con cui agiamo è un’altra cosa ; possiamo dire che ricevuto il battesimo diveniamo cristiani di nome ma non sempre di fatto . Ricevuto il sacramento del battesimo acquisiamo , abbiamo acquisito una identità indelebile. La nostra nuova identità non è un abito che si indossa e lo si smette a nostro piacimento . Con il battesimo siamo segnati per sempre , i segni che ci sono imposti , l’unzione con l’olio , l’infusione con l’acqua, la consegna dell’abito candido e il fuoco del cero pasquale sono i segni della nostra nuova identità . Dunque non più solo uomini , non più solo umani , ma umani e divini , dei , come si prega con il Salmo 81 ( 6-7) : “ ... Io ho detto: «Voi siete dèi,siete tutti figli dell'Altissimo». Eppure morirete come ogni uomo,cadrete come tutti i potenti ... “ . Ecco definita la nostra nuova identità , la nostra natura : umanità e divinità . Cosa porta, cosa reca con sé la nostra nuova identità ? E come dobbiamo, possiamo manifestarla , testimoniarla , viverla ? Partirei rispondendo al secondo quesito posto . Manifestiamo la nostra nuova identità , con l’impegno di tradurre in azione , in atto , la Parola , la Parola di Dio in ogni istante della nostra vita , dunque nei pensieri e nelle azioni che ci accompagnano in tutto l’arco della nostra esistenza che è una parabola . In sintesi si tratta di pensare come Dio pensa e agire come Dio agisce , al pari di S.Domenico che è stato definito un uomo di Dio perché parlava di Dio perché parlava con Dio . Come dovremmo pensare e agire ? In che modo ? Lo suggerisce, lo insegna il Signore attraverso la sua parola, lo abbiamo ascoltato nella proclamazione del Vangelo di venerdì scorso ( Mt.10,19-20 ) : “ ... non preoccupatevi ... infatti non siete voi a parlare ma lo Spirito del Padre vostro che parla in voi ... “. Con il Salmo 55 ( 23 ) poi ,si prega: “ ... Getta nel Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno ... “ e nel libro del Siracide si legge (1,18 ) : “ ... Gettiamoci nelle braccia del Signore e non nelle braccia degli uomini ... “ . Anche il profeta Geremia ci fa giungere il suo contributo sul tema che stiamo affrontando attraverso queste sue parole ispirate ( 17,5-7 ): “ ... Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore si allontana il suo cuore ... Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia ... “. Infine Pietro nella sua prima lettera ( 5,6 ) invita , la nascente comunità cristiana – di cui noi , fratelli , siamo parte - ad avere fede : “ ... Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi ... “ . Pietro che da Gesù era stato così ammonito : “ ... Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini ... “ . ( Mc.8,33 ) Come Maria , docile alla Parola di Dio con il suo fiat (Lc. 1,38 ) : “ ... Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola ... “ e come Gesù nell’orto degli ulivi : “ ... Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà ... “ allo stesso modo siamo invitati a manifestare la nostra nuova identità lasciandoci condurre , riponendo in Dio e in Lui solo, la nostra fede , la nostra fiducia , il nostro totale abbandono fra le sue braccia al pari di due amanti . Ricordiamo fratelli , come scrisse Giovanni nella sua prima lettera ( 4,16 ) che Dio è Amore : “ ... Deus caritas est ... “ e per dilatare il vostro cuore vi riporto una frase pronunciata dal Vicario Generale di questa Diocesi , don Antonio Ferraris scolpita sulla lapide che identifica il suo sepolcro : “ ... se possiederete la carità manifesterete il Signore ... “ . Il motto di questo semplice e devoto prete ci insegna che se si ama si rende presente il Signore , lo si manifesta appunto e, S.Agostino esortò ed esorta tutt’oggi la generazione cristiana attraverso questa sue parole : “ ... ama e fai ciò che vuoi ... “ . La conseguenza di vivere seguendo ciò che il Signore ha predicato lo si legge negli Atti degli Apostoli ( 11,26 ) : “ ... ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani ... “ . Vivere la vita cristiana o meglio, sforzarsi di vivere la vita cristiana ha come risvolto il riconoscimento di una nuova identità da parte di coloro che ci osservano . La nuova identità , l’identità cristiana , la nostra identità dunque è visibile e imitabile , contagia , converte . Il nostro atteggiamento, il modo cristiano di vivere la nostra esistenza , manifesta il Signore, lo rende presente a noi stessi e agli altri , segno di una Chiesa in uscita , verso ogni direzione . La comunità cristiana era ed è caratterizzata da azioni e gesti semplici, ripetuti : “ ... Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo ... “una quotidianità dunque di spessore , pregnante , caratterizzante . Il rapporto con il Signore , l’ascolto della sua Parola , l’essere cristiani dovrebbe suscitare quanto il profeta Geremia scrisse nel suo libro ( 15,16 ) : “ ... Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perché io portavo il tuo nome,S ignore, Dio degli eserciti ... “ . Il definirsi cristiani , portare il nome del Signore è conseguenza dunque di un rapporto che migliora noi stessi e manifesta il Signore , lo rende presente , visibile , reale . Portare il nome del Signore dunque definirsi ed essere definiti cristiani , significa assumere un’identità che è triplice ; sacerdotale , regale , profetica . Dunque diveniamo re, sacerdoti , e profeti al pari di Cristo . Cristo è sacerdote perché offre se stesso , così come è richiesto a noi cioè di offrirci totalmente a Dio . Cristo è profeta perchè conosce e interpreta la storia nell’ottica di Dio e parla a suo nome , così come è richiesto a noi , che parlando con Dio , parliamo di Dio . Cristo è re capovolgendo il modo di intendere la regalità , infatti egli è venuto per servire e non per farsi servire , come a noi è richiesto . Dunque servire per essere serviti , perché reciprocamente ci si serve , ci si lavano i piedi l’un l’altro . Si conviene che tutto ciò è diverso dalla logica di questo mondo “ dal così fan tutti “ ma in fondo il cristianesimo distingue ,fa vincere ed emergere la nostra identità , la nostra diversità in un mondo che tutto pianifica , omologa, appiattisce : “ ... Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza .... Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra» ... “ ( Gen.1,26-28 ) è proprio vero fratelli che ascoltando la Parola di Dio non resta che rispondere “ ...rendiamo grazie a Dio ... “ .