... ricchi poveri o poveri ricchi ....

08.09.2018 22:00 Attenzione fratelli cristiani , soprattutto in questi ultimi tempi , spinti da commenti spesso superficiali , dai mas media e anche da una omiletica partigiana ci adattiamo ad accettare , in questa nostra società, l’esistenza di classi più o meno privilegiate …. si tenta di ricostituire il clima della lotta di classe di qualche decennio fa . Constatiamo giornalmente , nella nostra società , dunque nel nostro vivere , come tra le varie classi sociali le differenze siano in essere e ciò è sicuramente un dato di fatto che però non ha ragione di essere o meglio non deve sussistere in una società che si definisce cristiana , e affermo ciò prendendo a prestito le parole di Gesù che Marco riporta nel suo Vangelo ( 10,43 ) : “ …. però tra di voi non è così … “ . Nella comunità cristiana , in una comunità che si definisce cristiana e che cristianamente intende vivere , non solo non sono ammesse le divisioni in classi , ma tutte le parole in particolare gli aggettivi ricco e povero che emergono nella seconda lettura di questa XXIII domenica del Tempo Ordinario , assumono un diverso significato … trasfigurato dunque illuminato , cioè siamo , perché cristiani , oltre il significato convenzionale a cui laicamente ci siamo adagiati . La prova tangibile di tutto ciò che ho appena affermato ? Circa la divisione della società in classi , nel Libro degli Atti degli Apostoli ( 2,42-45 ) si legge che in una delle prime comunità cristiane era in uso una regola di vita che comprendeva tra le altre cose la condivisioni dei beni : “ ….. Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli e nell’unione fraterna , nella frazione del pane e nelle preghiere ….. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune ; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti , secondo il bisogno di ciascuno . Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore , lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo … “ . Una simpatia contagiosa , quel modo di vivere . Quello stile di vita fu allora , in quel tempo , la prova , dell’inesistenza all’interno della comunità cristiana di divisioni in classi . E’ scritto , nero su bianco , dunque osservato e documentato dall’autore del Libro degli Atti degli Apostoli l’evangelista Luca e la conseguenza di quel nuovo modo di stare insieme , di coabitare , di vivere , si legge ancora in Atti ( 11,26 ) fu che : “ … Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani …. “ e furono i pagani a tenere battesimo i cristiani conferendo a loro quel nome che ci distingue e contraddistingue e che ci accompagnerà nell’eternità . Le differenze di classe si appianano all’interno della comunità cristiana, non ci sono più dotati e privi , ricchi e poveri , intelligenti e ottusi , bianchi e neri ma …. cristiani …. cioè figli di Dio . All’interno della comunità cristiana vige la complementarietà , caratteristica dell’unione sponsale ,dunque famigliare con la conseguenza che ciò che è mancante è supplito e ciò , in un contesto di fede , ristabilisce l’equilibrio ….. la condizione dell’Eden primordiale …. la pace e la sussistenza del giardino dove Dio è presente e provvido . All’interno della comunità cristiana sono presenti identità diverse , che insieme , come in una grande orchestra , producono armonia … che è la condizione del giardino , dell’Eden …. la perfezione … armonia , armonia interiore , pace , equilibrio …. Scrive Leopardi , nel Passero solitario : “ … Ed erra l’armonia per questa valle … “ e sembra fargli eco Foscolo ne I Sepolcri : “ … Né da te dolce amico udrò più il verso e la mesta armonia che lo governa … “ . Quel modo di vivere , di concepire la vita è poesia , dunque cultura …. bellezza …. sapienza e conoscenza . Nella comunità cristiana i conflitti , le divisioni le diversità sono appianati da un nuovo stile di vita , definito e definibile fraternità ….. dunque la consapevolezza , la certezza di essere figli di uno stesso Padre , dunque fratelli . Nuovo stile di vita dunque, nuovo senso alle parole , vero senso alle parole , si adotta un linguaggio nuovo , complice e comprensibile solo tra i membri della nuova famiglia soprattutto alla luce delle motivazioni ( la fede e il credo ) che indussero i discepoli a mettersi alla sequela e viverla . Questo cambiamento totale e radicale , che altro non è che conversione ….. questa rivoluzione culturale intrinseca ed estrinseca è avviata dalla novità sintetizzata dalle parole del Profeta Isaia ( 64,3 ) e citate da Paolo nella sua prima lettera ai Corinti ( 2,7-10 ) : “ …. Sta scritto infatti : Quelle cose che occhio non vide , né orecchio udì , né mai entrarono in cuore di uomo , queste ha preparato Dio per coloro che lo amano ….. “ . Tutto , armonicamente e non caoticamente viene messo sottosopra , e secoli dopo papa San Leone Magno annoterà nel Discorso sulle Beatitudini: “ … Ma quando dice : Beati i poveri in spirito , mostra che il regno dei cieli va assegnato piuttosto a quanti hanno la commendatizia ( cioè la raccomandazione ) dell’umiltà interiore , anziché la semplice carenza dei beni esteriori “ . La parola povertà e di conseguenza il suo contrario , ricchezza , dunque non sono più da intendersi come questo mondo , il mondano le intende . Fratelli , tutti perchè cristiani , siamo dunque poveri e ricchi allo stesso modo e nello stesso momento . Ricchi perché abbiamo ricevuto il dono della vita e più ancora il dono della fede e siamo invitati in ogni momento alla vita di grazia , ricordiamo che la vigna è aperta e accessibile in ogni ora del giorno e il compenso per chi vi lavora è uguale per tutti . Ciò che abbiamo ricevuto e la prospettiva proposta fa di noi persone agiate , dotate di un corredo , di una eredità che è la nostra eterna identità …. è questa la nostra ricchezza . Ma come siamo ricchi così siamo poveri , cioè bisognosi , bisognosi di essere amati , di sentirsi amati , bisognosi di comprendere di essere parte , di partecipare di ciò che non vediamo ma speriamo , come insegna S.Paolo nella sua lettera agli Ebrei ( 11,1 ) : … La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono … “ e in questa affermazione c’è l’essenza del credo cristiano , l’essenzialità , perché come scrisse Saint – Exupéry : l’essenziale ….. è invisibile agli occhi .