... ricevere ... accettare ... vivere ...
10.10.2020 13:51
Fratelli cristiani, oggi XXVIII domenica del Tempo Ordinario , il Signore , attraverso la Liturgia della Parola , ci fa giungere due frasi , due affermazioni profonde , pregnanti su cui meditare e su cui trovare forti motivazioni al nostro vivere, al nostro credo , al nostro essere nel mondo in qualità di credenti .
La prima frase l’abbiamo ascoltata nella lettura tratta dal Libro del profeta Isaia : “ … Eliminerà la morte per sempre …. “ e la seconda è tratta dalla lettera dell’apostolo Paolo alla comunità di Filippi : “ …. Tutto posso in colui che mi dà la forza … “ .
Se Dio è colui che elimina la morte ,che ha eliminto la morte , la strada all’eternità , la strada per l’eternità è dunque la sequela , l’affidamento , la fede in Dio che è : “ … l'autore della vita … “ predica Pietro alla folla nel giorno della Pentecoste come si legge nel libro degli Atti degli Apostoli ( 3,15 ) parola di Dio ; e sulla Parola , S.Ambrogio , nel trattato Sui Misteri afferma : “ … La tua parola è custodita non in una tomba di morti, bensì nel libro dei viventi … “ .
Dio dunque è colui che ha eliminato la morte e questa , la morte , non proviene da Lui dalla sua essenza , dalla sua esistenza , dal suo essere che è creativo e non distruttivo , che è vita .
Dio è l’autore della vita e la sua Parola è vita , fa essere , fa vivere , fa esistere . Si legge nel primo capitolo del Libro della Genesi : “ … Dio disse …. E così avvenne … “ questa è la potenza creatrice di Dio , questa è la sua forza , e la sua potenza e la sua forza si manifestano attraverso la sua Parola potente e creatrice .
La morte c’è , è parte della nostra esistenza e in essa è presente ; è innegabile la morte ma non ci appartiene , non appartiene alla sfera dei credenti , di noi credenti fratelli cristiani , almeno nel suo vero significato , nel significato cristiano .
Alla nostra sfera appartiene l’eternità ,la vita eterna , la vita divina che ha il suo inizio , che illumina l’universo nel momento in cui si viene concepiti e la si vive per sempre attraverso tappe , momenti : il concepimento , le diverse età della nostra vita terrena e il passaggio definitivo nell’eternità della vita spirituale attraverso la dissipazione del corpo anch’essa temporanea , anch’essa è una tappa infatti il corpo è in attesa della sua risurrezione che gli conferirà la sua identità definitiva e per completezza la sua forma gloriosa pari a quella del corpo glorioso con cui il Cristo si presentò ai discepoli dopo la sua risurrezione .
La risurrezione quindi è l’ultima tappa per l’identità definitiva della persona , dell’uomo , di noi credenti , di noi tutti fratelli cristiani se cristiani .
Si legge nel libro della Sapienza ( 1, 13-15 ) : “ … Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi . Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza ; le creature del mondo sono sane,in esse non c'è veleno di morte,né gli inferi regnano sulla terra,perché la giustizia è immortale… “ e ancora nel Libro della Sapienza si legge ( 2,24 ) che : “ … la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo ; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono …” .
Dunque ci si consegna alla morte , non si è destinati , non è un percorso segnato , una tappa obbligatoria nella nostra esistenza, si sceglie la morte , la si vuole , la si cerca , la si abbraccia perché Dio, come si legge sempre nel Libro della Sapienza ( 2,23 ) : “ … ha creato l'uomo per l'immortalità ; lo fece a immagine della propria natura …. “ dunque vivente e per sempre vivente , eterno come Dio è da sempre e per sempre vivente , da sempre e per sempre eterno .
“ … Ecco l’uomo ! … “ ( Gv.19,5 ) così Pilato presenta Gesù uomo alla folla , un uomo martoriato , abbandonato ,screditato ma eterno , per sempre , e per sempre Dio e uomo , nella sua completezza corpo , anima, spirito , divinità , persona .
In esso , in quel l’uomo , Gesù ,in Dio noi crediamo e ci specchiamo , in Lui vediamo impressa la nostra immagine la nostra persona e se l’abbiamo incontrato e se con Lui abbiamo intessuto un benchè minimo rapporto quello è il nostro destino , quella è la nostra forza . Ciò che gli altri ( il mondo , la società in cui viviamo , il mondano ) presentano come debolezza , ebbene per noi fratelli è un programma di vita , che cambia completamente la nostra esistenza , che converge ad altre direzioni che converte a nuove visioni.
Ecco svelata , spiegata la seconda frase che Paolo ha indirizzato ai Filippesi : “…. Tutto posso in colui che mi dà la forza … “ .
L’uomo nuovo , la novità , noi fratelli cristiani che abbiamo lasciato l’uomo vecchio , o almeno che dovremmo o avremmo dovuto lasciare l’uomo vecchio per il nuovo secondo l’insegnamento dell’apostolo Paolo ( Ef.4,22.24 ) : “ … dovete deporre l'uomo vecchio … e rivestire l'uomo nuovo … “ dobbiamo essere consci , convinti , certi che : “… Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi … “ si legge nella lettera ai Romani ( 14,7-9 ) e noi quando consegneremo lo spirito come fece Gesù reclinando il capo non moriremo perché , come scrisse Paolo nella sua prima lettera ai Corinti ( 15,54-57 ) si possa dire : “ … Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura : dov'è, o morte, la tua vittoria?Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! …“.
Dunque la morte è il peccato , non è e non deve configurarsi come la morte del corpo , la morte fisica , questa è solo un passaggio è provvisoria , l’altra è definitiva per sempre .
La morte di cui dobbiamo preoccuparci , il vero problema è la morte spirituale , la morte dello spirito, l’annullamnento . La morte dunque è il gesto concreto di consegnarsi volontariamente al peccato , è scegliere il peccato come modus vivendi , come atto esistenziale , l’atto del vivere , l’atto di vivere , mentre la vita ( dunque la vittoria sulla morte , quindi sul peccato ) è Gesù Cristo , nostra forza , incarnazione della possibilità di vincere la morte per potere vivere pienamente la vita e viverla eternamente, perché Dio , autore della vita , è il Dio dei vivi e non dei morti come afferma Gesù (Mt. 22,32-33 ) “ … Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe. Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi ... “ e osserva Matteo nel suo vangelo : “ …. Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina … “ e ciò perché la dottrina di Gesù è la vita eterna , l’immortalità , la vita oltre la morte , la vita oltre la vita stessa che è ciò che l’uomo si domanda , si è domandato e sempre si domanderà nel corso della sua esistenza e nel corso della Storia della stessa umanità senza trovare una risposta se non in Cristo Gesù che è colui che dà la forza , cioè la vita , la vera vita , quella eterna che vince la morte cioè ciò che appare , ciò che è visibile perché la vera esistenza la vera vita risiede in ciò che è invisibile appunto perché : “ … Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne … “ afferma Paolo nell sua seconda lettera ai Corinti ( 4, 18 ) e perché : “ … Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dio per coloro che lo amano … “ scrisse Paolo nella sua prima lettera ai Corinti ( 2, 9 ) .
Questo fratelli cristiani è il possibile di Dio , perché : “ … nulla è impossibile a Dio … “ (Lc.1,37 ) .
Ma qual è , come si manifesta la forza di Dio ? Quando si può affermare di essere forti , di essere investiti della forza di Dio ? Ci risponde l’apostolo Paolo ( 2 Cor. 9-10 ) : “ … Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte … “ .
Duro da accettare , ma questa è la forza che scaturisce da Dio, che ha origine in Dio e da Dio . Vogliamo ancora esserne investiti ? Vogliamo ancora riceverla , accettarla , viverla ? Se sì recitiamo con forza , con calore , con convinzione il nostro Credo , la nostra professione di fede : “ … la tua bella professione di fede … “ e “ …. davanti a molti testimoni … “ come ebbe dire Paolo al discepolo Timoteo ( 1 Tim.6,12 ) .