RIFLESSIONI DOPO IL VOTO

10.06.2014 10:53

I dati che emergono dalla riflessione dopo l’ultima tornata elettorale è che la somma delle schede bianche, nulle e l’astensionismo urlano una disaffezione per la politica constatabile dalla percentuale che oltrepassa il 50% degli aventi diritto al voto; evidente e sempre attuale anche se riletta 50 anni dopo, la profonda analisi di don Lorenzo Milani che riporto testualmente, tratta da  L’obbedienza non è più una virtù: “oggi il diritto di suffragio, è universale, ma la Costituzione, (art.3), ci avverte nel ’47 con sconcertante sincerità che i lavoratori erano di fatto esclusi dalle leve del potere. Siccome non è stata chiesta la revisione di quell’articolo è lecito pensare, (e io lo penso), che esso descrive una situazione non ancora superata. Allora è ufficialmente riconosciuto che i contadini e gli operai, cioè la gran parte del popolo italiano non è mai stato al potere”.

Davvero don Lorenzo aveva visto lungo, possedeva lo sguardo del profeta; se manca la rappresentanza della maggior parte del paese, perché è di questo che stiamo parlando, manca la rappresentanza della maggior parte della società, ne consegue che la democrazia, solo di facciata, è di fatto oligarchia con il pericolo di trasformarsi in breve tempo in dittatura, magari non di fatto, ma di sostanza. Dobbiamo quindi in fretta curare una democrazia malata.

Se aggiungiamo a ciò la presentazione di un esagerato numero di liste e candidati salutato positivamente per impegno e partecipazione, ma in fondo solo opportunismo, ciò evidenzia l’illusione e la voglia di possedere, ed essere protagonista in un mondo dove tutto è permesso, dove importante è l’esserci fisicamente, di persona, per se stessi e non certo per il bene comune, al di là dei toni e della coerenza, e la locale vicenda di Buongiorno Biella ne è la prova evidente. Quest’ultimo fatto è la volontà non affatto celata di manipolare le coscienze, di presentarsi per ciò che non si era, per raggiungere a tutti i costi, (costi quel che costi), un risultato di rappresentanza personale, solamente personale. Circa la triste vicenda della lista in questione sento forte il dovere di chiedere per coerenza, ai sopravissuti di quella perdente esperienza, alla quale crede più solamente il giornale diocesano, la rinuncia ai seggi di Palazzo Oropa per recuperare di fronte all’opinione pubblica la perduta credibilità; a quelle scelte non c’è stato seguito e non deve esserci né continuità né appello.

Il mondo cattolico esce sconfitto e frammentato dopo il voto; sono emersi interessi di corrente attraverso i diktat di gerarchie, movimenti, associazioni e quant’altro; indicazioni date al solo scopo di contarsi, non accettando il biblico aggettivo e la vera sostanza del popolo di Dio: piccolo resto. Tutto questo mondo, il mondo cattolico, è stato abbandonato a se stesso perché chi lo doveva guidare è stato volutamente latitante, ha lasciato governare e guidare il gregge dalle mani di mercenari che come c’insegna il Vangelo, alla vista dei lupi, abbandonano il gregge, perché non è loro e non vogliono rischiare per ciò che non è loro; infatti nella fase pre-elettorale non si è voluto fare neppure un appello, ai candidati cattolici, a porre attenzione e a sensibilizzarli almeno ai principi base della dottrina sociale della Chiesa e ai principi base di un vivere civile che è poi il vivere cristiano: la coerenza. Si è preferito dedicarsi a cose più importanti: la discesa della sacra effige della Madonna di Oropa, quindi curare la pubblicazione e vendere il libro dell’…evento, e a predisporre la vendita di lumini e a raccogliere le offerte; poi la promozione e l’impegno di elemosinare i lavori per la sistemazione della piazza del duomo, quindi la cattedrale, dimenticando i veri tesori della Chiesa: i poveri e soprattutto il suo popolo, il suo gregge, il santo popolo di Dio che oggi boccheggia e fatica a respirare, tanto che il male di vivere dilaga e colpisce, e la chiesa biellese non ne è stata risparmiata. Quando ci si affida ai mercenari, insegna il Vangelo, il gregge si disperde e i lupi fanno razzia.

Nel mondo cattolico si smetta di aprire tavoli e promuovere conferenze, si ponga fine ai viaggi e alle gite di piacere camuffate da pellegrinaggi, cessino gli effimeri eventi, e questo appello lo rivolgo a lei Eccellenza e a quel pool di suoi vicari e pro – vicari interessati a comparire in fotografie nelle pagine di giornali locali, non consegni a mercenari quel gregge che non vi appartiene, ma di cui vi sarà chiesto conto della sua cura. Tolga la sua cattedra dal mezzo del presbiterio, che è segno di cesaro-papismo, perché quel posto non le appartiene, ma è il posto che spetta allo Spirito Santo, il suo posto è da parte, (l’ha ricordato proprio a lei, pochi giorni fa a Oropa, Mons. Corti) e poi è ora di sporcarsi le mani, prenda esempio dal santo padre che davanti al mondo intero ha preso la pala in mano.

donandreagiordano

Papa Francesco con Peres e Abbas in Vaticano, insieme per la pace in Medioriente