RIMUOVERO'... E CON GUSTO RIMUOVERO'
Inizio la rivoluzione (con ironia, sempre con ironia), il cambiamento e ogni rivoluzione inizia con gesti concreti, con una azione. Mi definisco un diversamente obbediente, un alternativamente obbediente, un ribelle perché in fondo è dalla ribellione che nasce questa Repubblica, l’Italia repubblicana. Anche Gesù è un rivoluzionario, vuole il cambiamento radicale, spinge al cambiamento radicale, che è il cambiamento del cuore, il cambiamento interiore, che brucia, che scotta, ma che scalda: “sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei fosse già acceso”. Ho già compiuto la prima azione, ho piazzato sul parabrezza di un’auto di uno dei “portoghesi” della casa parrocchiale del duomo, un foglio con scritto e firmato: “ Automezzo che non ha il diritto di occupare il parcheggio per i portatori di handicap ”e continuerò sino a che il messaggio non passerà, che è poi educazione civica. Ora passerò ad una seconda azione, e precisamente rimuoverò dalla bacheca della SS Trinità l’invito a versare denaro per il restauro del duomo, già ampiamente pagato, e dalla porta interna della cattedrale la locandina che pubblicizza il libro illustrante l’uso strumentale della Sacra Effige della Vergine Maria di Oropa, e li farò pervenire a sua eccellenza. Ogni parte degli edifici di culto è patrimonio di tutti i cristiani, del santo popolo di Dio nel quale ho la mia dignità di fedele e ministro. Questo patrimonio ci è trasmesso dalla Tradizione millenaria della Chiesa universale, e le pietre e i mattoni che delimitano il perimetro del culto, racchiudono secoli di preghiere, dunque di Tradizione. Il cristiano conosce dalla fede e per fede, qual è il suo dovere senza che debba essere continuamente sollecitato. Come presbitero, devo promuovere e curare il culto vivendo una vita sobria e di preghiera, solo così la Provvidenza ci verrà in soccorso, senza dovere chiedere e sollecitare, le madie si riempiranno, questo ci insegna la celebrazione della memoria del santo curato d’Ars patrono dei sacerdoti. E’ osservando attentamente il nostro tenore di vita, scrive S.Paolo, che i fedeli si sensibilizzano alle necessità della comunità, della Chiesa. L’assurdo è, che, toccando il fondo, siamo arrivati a celebrare come solennità la giornata dell’otto per mille, altro che quella del curato d’Ars. Al santo popolo di Dio dobbiamo parlare di Dio e se parliamo di Dio, parliamo di santità, di libertà di pace e di ricerca di sé. Il santo popolo di Dio è Dio stesso e non può, e non deve essere trattato come una “vacca da mungere” o “un pollo da spennare”. Rimuoverò…e con gusto rimuoverò…
donandreagiordano