... riposo ...

10.01.2021 08:43 “ … Così dice il Signore … « Porgete l’orecchio e venite a me , ascoltate e vivrete ….. Cercate il Signore , mentre si fa trovare, invocatelo , mentre è vicino »… “ . Queste parole , tratte dal libro profeta Isaia , sono l’augurio , l’auspicio , il desiderio che Dio fa giungere ad ognuno di noi fratelli cristiani e che la Liturgia della Parola offre nella commemorazione del Battesimo del Signore che la Chiesa in questa giornata celebra solennemente . L’invito è quello di ascoltare , solamente ascoltare e di conseguenza riflettere “ … Porgete l’orecchio … “ scrive il profeta perché se attentamente si ascolta poi si è trasportati ad orientarsi a Lui , al Signore , rivolgersi a Lui , dirigersi a Lui , desiderarlo dunque ricercarlo . “ … Ascolta, Israele : il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte … “ ( Dt.6,4-9 ) ecco ciò che si ottiene se si porge orecchio , se si ascolta la Parola , la Parola di Dio . Siamo dunque invitati ad un ascolto continuo , attento , profondo , intimo , ragionato , mistico . La mistica sentimento di contemplazione, venerazione , adorazione della dimensione del sacro, della divinità, di Dio implicandone una sua esperienza diretta al di là del pensiero logico-discorsivo . Il mistico è colui che fa esperienza di Dio , in quanto : “ … Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne … “ si legge nella seconda lettera ai Corinti di S. Paolo apostolo ( 4,18 ) e mistica come esperienza di eternità e di conseguenza di identità scoprendo chi siamo e a cosa tendiamo qui , ora subito. Se dal Signore ci si lascia sedurre , ovvero gli si permette di entrare nella nostra dimensione mistica , se si pronuncia il nostro fiat abbandonadosi , consegnadosi alla sua azione , alle sue cure , se si adesrisce totalmente con l’intera nostra persona ( corpo , anima , spirito , divinità ) sino ad annullarsi in Lui perché Lui sia , allora il Signore dilaga in noi perché il rapporto con il Signore se a Lui ci si offre, si consegna la nostra intimità alletta , affascina , irresistibilemente avvince , ci vince , inducendoci ad un rapporto , ad una relazione profonda , intima che non può non essere che di amore ; e le modalità con cui il Signore entra , penetra , conquista si insedia stabilmente nella nostra intimità sono quelle che si leggono nel libro del profeta Geremia ( 20,7 ): “ … Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre ; mi hai fatto forza e hai prevalso … “ . Dio dunque ci conquista seducendo con forza , con vigore , autorevolmente e le nostre forze non possono resistere né competere con la sua forza . Dobbiamo , per la nostra stessa realizzazione permettere al Signore di dilagare , di spaziare in noi con tutta la sua forza , con tutta la forza della sua seduzione , con tutta la sua potenza che è sapienza , conoscenza ; dobbiamo essere dal Signore conquistati , fatti suoi , dobbiamo ricambiare l’amante che ama e che sa amare pienamente e non parzialmente come l’uomo ama , infatti Dio attraverso le parole del profeta Isaia pone di fronte ai nostri occhi la nostra condizione , ciò che noi siamo : “ … i miei pensieri non sono i vostri pensieri , le vostre vie non sono le mie vie … “ e ancora il Cristo rimprovera Pietro e di conseguenza ognuno di noi e per tutti i secoli dei secoli , con le parole che Marco riporta nel suo Vangelo ( 8,33) :” … Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» … “ . Il nostro parlare è un blaterale , le nostre strade sono tortuose , i nostri pensieri sono contorti , le nostre parole sono molteplici se paragonate all’uninicità della Parola di Dio , alla chiarezza del suo linguaggio , alla linearità delle sue vie , alla semplicità del suo pensiero perché Dio è , diersamente da noi che abbiamo accettato il compromesso cioè di solamente apparire iun questa vita . Siamo tentati e aderiamo al conformismo malgrado le raccomandazioni di Paolo , scrittore ispirato , inviate alla comunità cristiana che era in Roma (12,1-2 ) : “ …. Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto … “ . Siamo tentati , dunque aderiamo e di conseguenza ci condanniamo per pigrizia , opportunismo a conformarsi ad un modello di vita che è imposto perché scontato , ripetitivo perché pronto all’uso, confezionato benchè sia obsoleto e avvilente . Noi adottiamo ciò che ci è imposto senza sceglielo , ci è dato come unica possibilità e come unica possibilità lo adottiamo senza pensare , perché il non pensare è il pensiero dell’uomo , è la via preferita dall’uomo . Rifiutiamo l’esperienza di ciò che non vediamo , ma che percepiamo (l’eternità , la divinità ) negando così di fatto la Verità e partecipando , illudendosi , alle verità . “ … L’essenziale è invisibile agli occhi … “ si legge nel Piccolo Principe e ancora “ … non si vede bene che col cuore … “ . Che dire fratelli cristiani del sentimento , lo vediamo forse ? Lo possiamo forse toccare ? Possedere ? Paolo nella sua prima lettera ai Corinti ( 2,9 ) inviò queste parole : “ … Sta scritto infatti : Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì , né mai entrarono in cuore di uomo , queste ha preparato Dio per coloro che lo amano …” . Ecco la strada e la Parola che Dio ha riservato all’uomo , una Parola di carne ; è una persona , la persona che entra nel cuore dell’uomo , che penetra il cuore dell’uomo, che stabilmente si insedia nel cuore dell’uomo . Ma è possile ciò ? Certo che è possibile perché “ … nulla è impossibile a Dio … “ ( Lc. 1,37 ) . Fratelli permettiamo che in noi si insedi l’incapacità di accettare ciò che siamo realmente . Ma cosa siamo realmente ? Giovanni nella sua prima lettera ( 3,1 ) lo indica , indica ciò che siamo con queste parole : “ … Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! … “ ma l’essere incapaci di comprendere la nostra vera natura , la nostra vera essenza , la notra vera identità che implica e richiama la divinità ci rende inquieti . L’inquietudine dunque è nostra condizione , siamo inquieti . Dunque ? Come uscire da questo girone ? Come scrollarsi di dosso questo giogo pesante ,ingombrante? Sant’Agostino nelle prime pagine delle Cofessioni riconosce l’inquietudine , la sua inquietudine che è la nostra , che è l’inquietudine del genere unmano , di un genere che non riconosce in sé ciò che lo identifica e cioè che in noi coabitano e ci compongono oltre il corpo anche l’anima , lo spirito e la divinità ; dunque il santo dottore riflettendo la sua condizione , con queste parole ( tratte dalle “ Confessioni “ ) si rivolge al Signore “ … ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te … “ . Siamo stati pensati e conseguentemente creati per stare alla presenza di Dio , questa è la nostra condizione , condizione eterna dunque , e se eterna è già ora , adesso , nostra condizione . La presenza di Dio , lo stare al suo cospetto porta in noi pace . Agostino usa l’immagine del riposo e siccome , il Santo dottore ha amato è stato amante e amato , descrive, richiama , nella sua sentenza , gli amanti e tra di loro chi riposa sul petto dell’altro , sul petto dell’amato o dell’amata ad ascoltare il battito del cuore , della vita , che dà pace ; lì, in quella situazione , in quella condizione il cuore , i cuori trovano pace , si quietano , in quell’attimo riposa , si riposa tutta la persona , si riposa nella sua piena completezza: già …. ha porto l’orecchio , è nell’intimità , vive , ha cercato , invocato e trovato chi si fa trovare , è a lui vicino , prossimo , si è lasciato sedurre e ha placato la sua inquietudine perché come recita il Cantico dei Cantici (8,6-7 ): “ …. Mettimi come sigillo sul tuo cuore,come sigillo sul tuo braccio ; perché forte come la morte è l'amore,tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco , una fiamma del Signore ! Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio …. “ . Dunque ? Dunque , a conclusione di questa lunga riflessione che vi ho proposto , riporto ancora una sentenza tratta da una delle dieci omelie che Sant’Agostino pronunciò a commento della prima lettera di San Giovanni : “ … Ama e fai ciò che vuoi … “ .