SBEFFEGGIATI DA UNA STRETTA DI MANO
Guardo con curiosità ma rassegnato a quanto poco vale una stretta di mano. Esempio ne è il presidente del consiglio che ne abusa, cambiando direzione, attraversando la strada, stringe la mano a chi vuole lui, a chi non glielo richiede, a volte ad agenti di pubblica sicurezza o operatori ecologici o a passanti qualsiasi. Una stretta di mano. Eppure un tempo una stretta di mano suggellava un patto, non si tornava indietro, non si recedeva, questo per dire l’importanza del gesto. In un celebre film Q. Tarantino la mancata stretta di mano dopo avere apposto la firma su di un contratto, dà inizio a una carneficina, provocando una strage. Oggi dunque non vale nulla, come d’altronde non vale più nulla la figura del presidente del Consiglio, dileggiato nei programmi televisivi, sui giornali. E’ finita la serietà dunque la stretta di mano ha perso il suo significato. Questo per dirvi cari amici di Chiesa Controcorrente che i segni per noi cristiani sono fondamentali, se dovessimo pensare di dover rinunciare ai segni cosa resterebbe del cristianesimo? Persino lo scambio della pace durante la celebrazione eucaristica (che poi potrebbe essere un abbraccio, o come invitava Paolo lo scambio di un bacio), scrivevo, persino lo scambio della pace si manifesta con una stretta di mano, dunque con un gesto. La stretta di mano è dunque entrata con forza nella nostra cultura: a noi riappropriarcene. Non siate benevoli nel concederla. Pensate ciò che fate cari amici, non siate renziani, giullari, simpaticoni, perché così non lo si è, si è piuttosto superficiali e spesso arroganti. Dobbiamo prendere le distanze da questi atteggiamenti, da questo modo di far politica, dobbiamo pregare, come cristiani per un nuovo modo di far politica, pregare perché è questo per noi il modo di cambiare le cose, non certo solo quello di andare a votare, lì con quel gesto si conferma un modo di fare politica che è lontano dai segni e che non è azione, (la politica è azione per il bene comune della città, affermava G. La Pira), ma immobilismo, dunque recessione. Se si sta fermi, se si è immobili non si avanza, non si progredisce, dunque si torna indietro, restando indietro. Spesso dai pulpiti in campagna elettorale, oggi ne siamo distanti, ci hanno invitato a fare il nostro dovere, che sarebbe poi quello di scegliere nel mazzo, ma io nel non scegliere, scelgo, scelgo di non scegliere, scelgo di scegliere il non scegliere. Scelgo di dare un segno perché cristiano, cioè uomo attento ai segni, uomo dei segni. Restituisco a Cesare (la scheda elettorale) quello che è di Cesare. Questo, un capo del popolo, il pastore del gregge dovrebbe fare emergere: azione e vicinanza a coloro che subiscono la stretta di mano del potere. Disobbedienza civile in tutte le sue forme, non violenta… Se i vescovi e i preti parlassero di queste cose…