SCENDIAMO IN "PIAZZA": E SIA REFERENDUM!

19.09.2014 09:12

Si svolgerà lunedì 22  c.m., alle ore 21,00 presso il salone arci-provinciale un incontro promosso dal circolo di Biella del Partito Democratico il cui ordine del giorno ha per oggetto la sistemazione di Piazza del Duomo. Tentato di parteciparvi perché sicuramente saranno assenti i diretti interessati: parroco del Duomo e vescovo, mi recherò invece poco distante alla cascina sant’Emilio per la meditazione settimanale che si tiene presso la sala “Devadatta” dei Ricostruttori nella preghiera fondati dal sacerdote gesuita Vittorio Cappelletto e definiti dal nostro vescovo indiani metropolitani, dunque per lui oltre ad essere una ciambella senza buco e un venuto male sono anche un indiano metropolitano: e mene vanto! Perché saranno assenti vescovo e parroco del Duomo? Perché la loro politica non è la trasparenza, ma ottenere facendo le fusa proprio come i gatti o strusciandosi sulle gambe proprio come i cagnolini che attendono l’osso. Non chiedono, ma sotto braccetto o sottobanco sussurrano fino ad imporre a destra o a sinistra, non importa chi abita il palazzo.  Ciò che traspare agli occhi dell’opinione pubblica è diplomazia, non chiedono, non impongono solo ottengono. Dal parroco del Duomo, Giano bifronte siamo stati testimoni  per un lustro del vergognoso atteggiamento doppio: dalla totale riverenza alla totale indifferenza nei confronti del sindaco uscente; e ancor prima abbiamo assistito al nauseante e fastidioso asservimento alle giunte precedenti a quelle del sindaco uscente . L’altro, il vescovo è arrivato a farsi abbracciare e baciare pubblicamente dal sindaco uscente, bacio cristiano come indica san Paolo? No, solo opportunismo! Così tra disprezzo, amore, moine e strusciamenti il Comune farà la piazza. Non c’è una richiesta scritta o pubblica da parte della autorità ecclesiastica in cui si chiede il rifacimento della Piazza, c’è solo l’impegno da parte dell’autorità civile. E se si chiede ai vertici della gerarchia si ha la risposta che l’iniziativa parte ed è partita dall’autorità civile, non certo da loro. C’è invece nelle pubbliche manifestazioni religiose da parte del vescovo-principe il martellante continuo, nauseante invito a onorare le promesse cioè rifare la piazza…. Del faraone…. Ora cari amici questa è una presa in giro, è cattiva fede, è giocare come il gatto con il topo. Ora caro signor sindaco e caro Robin Hood, amico libraio di sempre e da sempre, se non c’è una richiesta scritta, formale da parte della proprietà è perché non c’era sin dalle precedenti giunte, la volontà da parte ecclesiastica di volere rifare la Piazza, ergo non c’era necessità. Perché il comune deve prendersi la responsabilità di fare lavori a casa d’altri, quando questi non avevano intenzione autonomamente di farli e non vi era necessità?  Perché il comune da me libero cittadino, pretende che faccia domanda  secondo iter e forma per richiedere qualsiasi attività? La mia è chiaramente una provocazione. Perché c’è disparità di trattamento? Forse perché è in gioco il vescovo e il cittadino uno qualunque? La piazza? Sia referendum! Democraticamente referendum!Sia una scelta pubblica lontano dai palazzi di potere, dagli accordi sottobanco, mangiando tramezzini e trangugiando buon vino come piace al vescovo-principe.