SCUSATE LA SINCERITA’: BUONISTI, NON IN BUONA FEDE

21.02.2015 10:42

In uno dei tanti telegiornali ha destato il mio interesse un servizio sugli anziani che raccolgono frutta e verdura tra gli scarti lasciati sul selciato del mercato dagli ambulanti dopo l’orario di vendita. Alcuni sono stati intervistati, ne è emerso una grande dignità, ringraziavano il cronista di avergli dato voce e ringraziavano gli ambulanti che a detta loro accorgendosi della loro presenza, quindi avendo percezione delle loro necessità, lasciavano anche buona merce, un gesto discreto sinonimo di attenzione, umanità, anche biblico. Si legge nella sacra Scrittura che alla raccolta i contadini lasciavano spighe di grano, olive e fichi sugli alberi per gl’indigenti, affinchè non elemosinassero, ma dignitosamente potessero anche loro raccogliere. Racconta don Bessone, il nostro storico locale che ancora lo scorso secolo era invalso tra i montanari questo tipo di solidarietà nella povera economia della raccolta delle castagne, gesto dunque appartenente alle nostre tradizioni. Questa è carità, gesti di sensibilità ed attenzione per la nostra gente, per chi ci è più prossimo, cioè più vicino a noi, questa, è la priorità richiamata anche dal profeta Isaia: “ dividerete il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo senza tralasciare i tuoi parenti”. Va bene lo straniero sembra dirci Isaia, ma la precedenza è alla nostra gente, al nostro popolo, alla nostra comunità. Chi raccoglieva frutta e verdura tra gli scarti del mercato era già presente fin dai tempi della mia fanciullezza, uscendo dalle scuole medie, quando gli ambulanti ritiravano la loro merce invenduta, ammucchiando gli scarti, si aggiravano tra questi soprattutto anziani che cercavano di rimediare qualcosa per il minestrone, ho rivisto le stesse persone sullo schermo televisivo. Noi ci mettiamo a posto la coscienza delegando le associazioni caritative incaricate a fornire pasti, a raccogliere e distribuire derrate alimentari, con le tessere, mentre non ci si sporca a stazionare nei mercati per avvicinare quella gente che lì si aggira. Io credo che le associazioni cattoliche caritative dovrebbero andare in questa direzione, ad un incontro sistematico con queste realtà, l’incontro discreto con la nostra gente perché discriminata. Ve l’ho già scritto cari amici di Chiesa controcorrente che a me e ad un altro confratello è stata negata una borsa viveri che facevamo trovare ad un pensionato biellese, quando gli stessi che la negavano distribuivano vestiario settimanalmente ad extra comunitari che letteralmente sceglievano ciò che gli era donato come se fosse merce in svendita in un negozio. Conosciamo poi dello scandalo di raccolta per il vestiario ove è riuscita ad annidarsi la mafia e quello delle cooperative per la gestione degli extra comunitari, a ciò si aggiunga comunque uno stato che a chi ha speso la sua vita per farlo crescere non ha saputo garantire adeguate condizioni di vita. Non va bene, va rivisto e riorganizzato completamente l’approccio con i bisognosi, va fatto un lavoro capillare su tutto il territorio diocesano, un lavoro di raccolta dati delle persone anziane e non, della nostra gente povera o a rischio povertà, e a queste dare attenzione e speranza. Mi pare che l’attenzione sia stata la spinta di tante associazioni cattoliche che operano o hanno operato nel campo caritativo, da san Vincenzo al beato Frassati, si muovevano osservando e prestando attenzione. Spesso le mense e i centri di distribuzione hanno abitudinari utenti e va bene, ma il cuore del cristiano è il servizio al povero, cioè andarlo a cercare, essere attento, perché il Signore si vuole fare cercare, non si mette in coda per farsi servire, è un amante che nel gioco dell’amore desidera essere cercato e  cercare. Non mettiamo a posto la coscienza sapendo cosa la mano destra e la sinistra fanno, questo non è vangelo. Sono consapevole di scatenare “l’ira funesta delle vecchiette a cui aveva sottratto l’osso” cantava De Andrè, ma queste cose vanno detto. Una volontaria dell’OMG (operazione Mato Grosso) in Perù, in un ospedale che l’associazione ha costruito per malati terminali affermava che: i poveri sono padroni molto esigenti; cioè non solo vanno serviti, ma vanno soprattutto cercati, noi spesso, troppo spesso, per mettere in pace le nostre coscienze, ci accontentiamo di servire i professionisti della povertà, che sempre si fanno trovare… e non troviamo la scusa  di essere in buona fede. Il papa argentino, il papa che viene dalla vera povertà, non viene, come d’latra parte non è venuto Cristo, per lodare, né approvare, ma per rifondare il fondato, è questo il vero messaggio controcorrente.