SE NON SI CURANO I VICINI, NON SI POSSONO RAGGIUNGERE I LONTANI
Ho ricevuto , ieri l’altro “ Lettera diocesana “ , quattro facciate tre delle quali danno informazioni sommarie sugli appuntamenti in diocesi , mentre la prima ha la presunzione di dare , ai lettori , uno spunto per una meditazione a buon mercato . Chi firma la prima pagina , in quest’ultimo numero , è quello che confonde l’elemosina con la carità e la carità con l’elemosina e vivendo una vita tutt’altro che sobria anzi direi dispendiosa e godereccia e , con la faccia di bronzo che gli è tipica ,cita per noi, poveri idioti , il profeta Isaia , per essere precisi Isaia 58,7 che non è una affermazione come lui , partigianamente e subdolamente, vuole farci credere stralciando consapevolmente , dunque colpevolmente , la parte finale del versetto . Il versetto del Profeta nella sua integrità recita così : “ Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri , senza tetto , nel vestire uno che vedi nudo , senza trascurare i tuoi parenti ? “ diversamente , volutamente amputato è stato così trascritto : “dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri senza tetto , vestire uno che vedi nudo “ . Isaia ben lungi dall’essere partigiano perchè profeta , perché uomo di Dio cioè colui che reca la parola non sua , ci fa intendere che prima di confortare gli altri , bisogna non trascurare i parenti , coloro che ci sono prossimi , più prossimi , quelli vicini a noi , dipendenti da noi . Le prime opere di misericordia dunque , secondo Isaia, sono la cura verso quel mondo famigliare nel quale possiamo includere anche gli amici e spingendosi oltre anche al vicino di casa ; quell’ambito compreso nei cerchi che si formano gettando un sasso in uno specchio d’acqua che dal punto dell’impatto si espandono regolarmente sino alla periferia . Se non si parte dalla cura di quelli più vicini, non si possono raggiungere i lontani …. Questo insegna Isaia . Ci sono nella vita priorità , troppo spesso assistiamo fedeli cattolici che si prodigano per gli altri dimenticando chi gli sta più vicino , infoibano i genitori o gli suoceri in case di riposo o affidano i bambini a baby sitter per poi dedicarsi agli altri tra gli applausi , le ovazioni ed i riconoscimenti di una classe sacerdotale che per convenienza, per opportunismo tace e approva un comportamento contro natura, perché questa gente che opera solamente per mettersi in mostra e sentirsi indispensabile svolge una funzione che aspetterebbe al prete . Così distribuiscono l’Eucarestia agli ammalati anziché stare alla domenica con la famiglia , portano al campeggio e dedicano il loro tempo libero ai figli degli altri negandolo ai propri ….. e sono ritenuti buoni fedeli cioè migliori degli altri . Il prete che non indirizza ai giusti ambiti i fedeli , benché questi occupino posti strategicamente importanti per qualsiasi genere di pastorale , non sono buoni maestri ma cinici opportunisti e ce ne sono , oh … quanti ce ne sono . Vorrei poi ricordare il brano del vangelo di Luca in cui è introdotta la figura della profetessa Anna . Sposata , vive la vita coniugale per sette anni , poi rimane vedova e Luca la dipinge come colei che , al tempio , serve il Signore giorno e notte con digiuni e preghiere . Serve così il Signore , rimasta senza nessuno , quando Luca scrive di lei, Anna ha 84 anni , secondo quanto le è stato suggerito veste , disseta e sfama il suo prossimo con la sua presenza continua al tempio che altro non è che la contemplazione ( quel notte e giorno , nel tempio ) con il dialogo continuo ( la preghiera ) e con la rinuncia ( il digiuno ) ed è per questo che Dio si lascia da lei incontrare , Dio , l’ Atteso , il Salvatore del mondo , il Creatore dell’Universo e si lascia incontrare bambino cioè subito , prima di molti , come se fosse stata da Qualcuno ricompensata . Negli anni di seminario sotto la guida di qualche cattivo maestro , la Sacra Scrittura è stata ridotta ad indicazioni per un approccio sociale dell’uomo per l’uomo , quello stare in superficie ai problemi esistenziali , quel puntare in basso e non in alto , quello svendere la Scrittura per stupire , fare colpo , dunque quel non guardare a Dio ma ad altro ; mentre lo stare continuamente alla presenza di Dio , la contemplazione , è stata giudicata dalla morale di questa diocesi : bigottismo . Infine della preghiera è stato insegnato che deve essere sostituita con un atto di sola valenza sociale e il digiuno , irriso , è stato addirittura vietato . Ciò che è evidente è la strumentalizzazione della Parola ecco perché quel tipo di meditazione è a buon mercato ….. e la si può trovare , pagando , in compagnia di una fraulein , davanti ad un buon boccale di birra sorseggiato nei tipici boccali , nei mercatini natalizi in alto Adige .