... segno di ciò che non è ancora ma che verrà ....

22.06.2019 15:04 “ …. Fratelli io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso ….. “ è quello che oggi solennità del SS Corpo e Sangue di Cristo la liturgia della Parola ci offre nella seconda lettura tratta dalla prima lettera di S. Paolo Apostolo alla comunità cristiana che era in Corinto . Paolo con queste poche ma pregnanti parole ci comunica che dopo avere ricevuto dal Signore il Signore , è sua responsabilità trasmettere il ricevuto senza aggiungervi nulla di personale . Questo dunque è la missione della Chiesa , questo è quanto è richiesto da Dio all’uomo di Dio . Ma le parole di Paolo , il messaggio che ha trasmesso , lanciato , da subito si è molto , diluito ,annacquato sbiadito ha perso il suo spessore , la sua densità . Come cristiani è nostro dovere interrogarci su che cosa il Signore ci ha trasmesso , cosa ci ha lasciato , cosa ha voluto lasciarci e di conseguenza come e cosa dobbiamo trasmettere , come e cosa dobbiamo lasciare noi a nostra volta agli altri , alle generazioni che si succedono alla nostra . La sua eredità , ciò che ci ha trasmesso il Signore , sono gesti e parole , un tesoro racchiuso in uno scrigno , in un forziere , un tesoro non nascosto , interrato , da cercare , ma al contrario in qualsiasi momento disponibile , alla portata , visibile e soprattutto spendibile : il Vangelo , la sua vita , la sua stessa esistenza , il suo essere , la sua persona , la sua vitalità , la sua divinità , la sua santità . L’unico uomo di Dio , che capì che ciò cha aveva ricevuto doveva intonso , trasmetterlo fu Francesco d’Assisi attraverso l’affermazione che il Vangelo doveva essere trasmesso e vissuto letteralmente , così come si leggeva . E’ l’uomo , siamo noi fratelli cristiani che per puro opportunismo quel forziere , quello scrigno quel tesoro ricevuto lo abbiamo volutamente sotterrato , nascosto , finanche a dimenticarlo . Volutamente siamo noi a nascondere ciò che ci è stato personalmente trasmesso , con le conseguenze nefaste che ne conseguono : la disarmonizzazione tra l’uomo e la creazione , il ritorno al caos primordiale , alla confusione , la perdita dell’armonia , l’uomo in balia di se stesso , alla mercè di se stesso . In un primo momento ciò che il primo uomo , Adamo , aveva ricevuto dal Signore Dio , ossia l’ordine che regnava nel giardino , l’armonia del giardino , la pace del giardino , di Eden , il tesoro alla portata , non fu trasmesso dal primo uomo alle generazioni che gli succedettero ; anzi Adamo trasmise una sorta di disordine , condannando il mondo in divenire a non divenire , relegandolo in un limbo , sino all’arrivo di Gesù inviato da Dio a ricreare le condizioni del giardino , di Eden ad una umanità dedita solo a se stessa , che ormai si adorava e si adulava idolatrando la sua immagine elevando se stessa e non Dio, un ‘umanità che nella torre di Babele aveva posto il suo cuore dunque il suo tesoro . Lapidarie a questo proposito sono le parole pronunciate da Gesù : “ … dov’è il tuo tesoro , là sarà anche il tuo cuore … “ . ( Mt. 6,21 ) . L’uomo , in e di quella torre si fece , si rese prigioniero , si murò in quella torre guardando e riguardando se stesso , compiacendosi di se stesso e tutt’ora , tutt’oggi è prigioniero di quelle mura ; murato nella sua torre , nel suo ego dunque nell’incomprensione perché l’uomo che guarda solo se stesso non comprende l’altro da sé e men che meno comprende se stesso . A Babel , si legge nella scrittura l’uomo non comprese più e da unità divenne parte , particella , perse dunque la sua forza che la cominità , la comunione sprigiona , e perse la sua identità . Malgrado ciò Dio , il Padre comunque lascia , trasmette il suo tesoro , il Figlio , a favore di tutti gli uomini che egli ama , sono le parole che i cori celesti proclamano a testimoniaza di ciò , ascoltiamole dunque : “ … pace in terra agli uomini che egli ama … “ . ( Lc.2,14 ) Il Cristo dunque è il tesoro inviato dal Padre , il Verbo fatto carne , la Parola vivente che comunica se stesso , tutta la sua persona , corpo anima e spirito ; che comunica la sua parola e con essa è tesoro inesauribile a cui l’uomo può attingere , nutrirsi , dunque crescere , maturare quindi generare cioè trasmettere , perpetuarsi . All’uomo prigioniero , per sua volontà nella torre , viene indicata la via per ritrovare la sua libertà , una libertà che è costosa , che fa male e per queste difficoltà realizza , riconferisce all’uomo l’ identità perduta. Se chiuso nella torre l’uomo vede solo se stesso e rimane in se stesso ( dunque non genera non trasmette ) fuori della torre l’uomo si realizza , trasmette se stesso dunque genera diviene parte nel e del progetto di rigenerazione , di ricreazione del giardino , di Eden . Viceversa nella torre l’uomo non solo vede se stesso , ma conosce solo se stesso e non conoscendo altro e l’altro da sé inaridisce, arresta il suo sviluppo , si ferma ai suoi limiti , non oltrepassa i suoi orizzonti , rimane ancorato alla sua pochezza , alle sue povertà . Gesù , Dio allarga i limiti e gli orizzonti dell’uomo attraverso il suo trasmettere , al suo trasmettersi , infatti Dio , il Signore invita , conduce , vuole con sé l’uomo sul Tabor , perché si renda conto della realtà e dell’eternità del mondo invisibile , che è l’essenziale nella vita dell’uomo e che è suo tesoro . Ecco perché attraverso l’ultima cena Dio si versa e si spezza, si consegna all’uomo sotto le speci del pane e del vino , atto che è preludio della sua Passione a ciò che non è ancora ma che verrà ( il corpo spezzato e il sangue versato ) affinchè l’uomo prigioniero nella sua torre , in Lui assuma e assimili quel nutrimento che gli consente , che gli permette di crescere dunque di maturare , di divenire adulto , di assumere l’identità definitiva , eterna che è segno di ….. ciò che non è ancora ma che verrà !