SEI SOLO: CIRCONDATO EPROTETO DALLA TUA GUARDIA PRETORIANA
Una breve sospensione alle puntate cari amici di Chiesa controcorrente per raccontarvi questo fatto: un sacerdote della diocesi mi ha telefonato e riconoscendomi che quanto scrivo è in parte condivisibile oltre che discutibile, (come è giusto che sia), mi domandava perché chiamo Lele il vescovo e aggiungeva a sua detta che era un modo irrispettoso per irriderlo. Condivido con voi quanto ho risposto a lui: partiamo dal fatto che ciò che scrivo ha un fondo d’ironia e la vita senza ironia è piatta. Pensiamo al dialogo tra Gesù e Pilato:” tu lo dici” o alla guardia che lo schiaffeggia:”se ho parlato male dimostramelo, ma se ho risposto bene perché mi percuoti?’”. Circa la mancanza di rispetto, non mi permetterei mai di mancare di rispetto al vescovo, Gabriele è il suo nome e Lele è il suo diminutivo, perchè non c’è distinzione tra me e lui, e tra lui e voi che mi leggete. Don Divo Barsotti al papa Paolo VI nel predicargli gli esercizi spirituali così gli disse:” lei è grande perché è Papa, ma è ancora più grande perché è figlio di Dio”. Il vescovo è un figlio di Dio come me e come voi, questo è il rispetto nella Chiesa di Dio, come me è un ministro ordinato, è servo e non padrone. Voi sapete che la gerarchia della Chiesa è rovesciata; chi è in alto serve chi è in basso e in alto, nel vertice, il vertice è il santo popolo di Dio, non il Papa, non i vescovi, non i ministri ordinati, ma da sempre e per sempre il santo popolo di Dio e noi vogliamo questa Chiesa così come deve essere e non come la si vuol fare diventare, con titoli, stemmi e quant’altro; in buona sostanza il vescovo si distingue non per il suo stemma e il suo titolo ma perché è già distinto come figlio di Dio. In ogni caso nella Chiesa tutti servono tutti per il bene della Chiesa stessa. Il Lele ha il vizio purtroppo di confidarsi con le top model, borghesi perbenisti e benpensanti che lo circondano, uno in particolare veste di un bianco mantello. Martino di Tours l’ha diviso secoli fa il suo mantello, l’ha diviso con un povero, e siccome era della guardia imperiale “corpo di elitè” che si distingueva indossando appunto il mantello bianco, Martino lo indossava tagliato per dimostrare non il gesto di carità, ma la sua virilità, l’essere uomo, l’assumersi le sue responsabilità di cristiano di fronte all’autorità. Ora, il mantellato mi ha fatto sapere tramite un confratello che manifesto patologie che è il “leit motiv” del vescovo, ergo è il vescovo che gliel’ha confidato. La prima cosa che deve fare il Lele è smetterla di essere pettegolo perchè è il suo principale difetto. Mi ha definito pubblicamente riuscito male, ma non certo dal punto di vista fisico perché, con ironia, con me non regge il confronto. Io sono un figlio di Dio come lui e come il Papa, se sono venuto male non è colpa mia ma di Dio perchè mi ha fatto male, e se ha fatto male me ha fatto male il Papa quindi il Lele, dunque tutta la creazione. Il Lele può dire che sono critico e ha ragione ma non che sono fatto male. Se afferma questo categoricamente, cioè che sono fatto male, senza aggiungere l’ironia mette in gioco la creazione di cui lui grazie a Dio ne è solo parte passiva e non attiva, il Lele vive della creazione e nella creazione, dunque non è il creatore. Di me dice anche che sono una ciambella senza buco diversa da quella con il buco, cioè diversa, riconosce in me una diversità e con ciò non ha scoperta l’acqua calda, siamo per grazia di Dio tutti diversi (ne ha in diocesi di diversi!). Non sono però una cosa e qui dimostra la sua pochezza intellettuale e lui come successore degli apostoli e per quella responsabilità che gli è conferita, quando parla è chiamato ad una seria riflessione, e a capire che quando parla con i suoi amici borghesi benpensanti di cui ama circondarsi, quei giudizi sono peccato oltre che pettegolezzo. Di maggiore gravità è che con il suo amico mantellato e con un altro confidente assistente sociale entrambi pseudo psicologi ha sostenuto che queste mie patologie, ( che derivano dal non essere allineato con i suoi viaggi, pranzi ecc e al suo modo “boccaccesco” di condurre la diocesi), sono dovute al non esser riuscito a fare sintesi tra la mia vita famigliare e quella ministeriale. Macchiavellismo? No pochezza intellettuale!!! Non è la prima volta che accusa qualcuno, di avere problemi psichici. Lo ha fatto anche con me quando gli ho comunicato il nome del mio direttore spirituale, un canonico della diocesi molto stimato, un sant’uomo, non certo festaiolo come il Lele e il tuo seguito. Negandomi la scelta di quel direttore spirituale si è giustificato accusandolo di avere problemi psicologici. Lele ora mi rivolgo a te potresti raccontare questo fatto al tuo amico mantellato facendogli il nome del canonico, perché in difetto glielo farò sapere io. Ora caro Lele rivolgendomi nuovamente a te , scrivendoti che tu non sei invitato nel mio foro interno, li ci sta mia moglie Anna, ebbene tu li non sei ammesso, nella mia intimità, nel mio talamo nuziale, nè tu nè i tuoi amici borghesi benpensanti e perbenisti, lì ne siete esclusi, perchè mia moglie Anna è come quella perla citata nel passo evangelico di Matteo: “ non date le perle preziosi ai porci”. Circa la mia famiglia posso ricordarti, (perché hai la memoria corta) che sono rimasto vedovo a quarant’anni e ho educato a modo mio e con tutti i limiti umani, tre figli: “li ho lavati, stirati”, accuditi da solo non certo servito e riverito come te. In ultimo ti consiglio di sceglierti meglio i tuoi amici che si vantano di raccogliere le tue confidenze, riportandole a destra e a sinistra. Le tue confidenze non sono altro che pettegolezzi con lo scopo di calunniare e demolire le persone a te invise ; è la brutta immagine del padrone che disprezza e irride i suoi operai,l’intendere la diocesi come un’azienda. Forse Lele non hai capito che siamo nel 2014, nella tua diocesi di aziende ne sono rimaste ormai poche e il metodo da te usato non è quello corretto, sei rimasto solo,protetto e attorniato dalla tua guardia “pretoriana”. Ti affido alla pietà misericordiosa di Dio, perché come me psicotico e peccatore tu possa rimanere ed imparare a fare discernimento e a vivere.