...SENZA TITOLO...

17.10.2015 09:54

Un poco di organizzazione : parlando di strategie pastorali,  la pastorale in diocesi è così ridotta : “ le discese ardite e le risalite ” ( per citare i cantautore Lucio Battisti ) della sacra effige della Santa Vergine di Oropa e sua prossima  Incoronazione , gli spostamenti sulla scacchiera della diocesi delle pedine ( i preti ) per coprire i buchi ( le parrocchie sempre più vacanti ) , la sistemazione dei migranti ( per essere alla moda ), il reperimento di fondi ( per sentire il profumo dei soldi , l’olezzo essendo questo sterco , ed in più del diavolo ) , poi la pastorale delle poltrone ( la carriera), dell’apparire e dell’apparenza , quella del mantenere ignorante il santo popolo di Dio diciamo la pastorale dell’inefficienza culturale , dogmatica e spirituale , la pastorale sociale che è la pastorale del mettersi in pace la coscienza , molto frequentata e attiva  con quella dell’apparire e dell’apparenza , la pastorale della mangia e bevi i rinfreschi , le cene e i pranzi ( gettonatissima )  , la pastorale dei viaggi di piacere ( camuffata sotto il nome di pellegrinaggi e ritiri ) ,la pastorale dei CDA ( la corsa agli incarichi di prestigio soprattutto quelli remunerati ) , la pastorale del cavalierato e della commenda ( monsignorato e canonicato ), la pastorale degli incarichi ai pensionati , la pastorale della penalizzazione dei giovani , insomma in diocesi non manca certo il lavoro … la pastorale , non si sta mai con le mani in mano , soprattutto la gente che pensa alla pastorale , elucubra piani pastorali .

Allora propongo , sicuro anzi sicurissimo di non essere ascoltato ( tra un anniversario e l’altro , l’ultimo è per i 10 anni dell’ apertura della mensa ,in cui non si recita più la preghiera prima dei pasti per non discriminare , poi domani ,domenica in concomitanza per l’anniversario si celebra la S. Messa battendo cassa ai partecipanti che pacificandosi con se stessi durante l’offertorio si sentiranno in dovere , ben indottrinati da una omiletica di circostanza , di mettersi a posto con la coscienza sino alla Quaresima , cioè sino a quando non sarà introdotta la quaresima di fraternità con il rito non del digiuno ma del mettere le mani in tasca )  riprendendo …. propongo  di organizzare un ufficio aperto 6 giorni su sette , incarico da affidare ai diaconi permanenti  per la sostituzione dei sacerdoti impediti , per attivare coloro , tra i diaconi, che perde tempo ad organizzare viaggi di piacere , portare le borse a monsignore e a occupare posti di lavoro da assegnare e retribuire .

Io che spesso sostituisco i confratelli nelle celebrazioni ne colgo la necessità , mi rendo conto quanto sia dispendiosa ,in tempo ,la ricerca di un sostituto , questo sarebbe un ottimo servizio per la diocesi e della diocesi , ma avendolo io pensato  sarà dileggiato e cestinato dalla troica pensante  collaboratori affini . Un prete mi ha confidato che ai suoi tempi era lo stesso don Ferraris , vicario generale ,  che si preoccupava di trovare i sostituti ,quando non sostituiva lui stesso . Se penso all’ odierno vicario , che con l’abito cinto di fascia viola , filettato e firmato si “ attacca “ al telefono per servire  ( evangelicamente dovrebbe essere così ) un confratello , lui il  “ number two “ ….. l’uomo che non serve ma che si fa servire , quello che ha rifatto, anche lui e prima di quello della Valèè , tutti gli edifici della suo feudo in barba ai suoi confratelli “ realmente bisognosi “ quelli che lui considera subalterni …... come sono cambiati i tempi …. come si sono imbarbariti …. altro che Attila .  

Ancora insisto , proprio perché non sia fatto , proprio perchè a proporlo sono io , la creazione di un ufficio tecnico diocesano , per sollevare i parroci dalle incombenze tecnico amministrative che oggi rischiano di soffocare , strozzare la pastorale vera , quella che molti parroci delegano ai laici . In centro già da anni operano , dunque sono state istituite , le “diaconesse” , in questo la parrocchia delle cattedrale ha da tempo anticipato quanto è stato chiesto dal Sinodo , lasciando al parroco le ambite occupazioni amministrative ( i soldi , i beneamati soldi ) . In centro tutto è nelle mani dei laici , dal catechismo a parte della liturgia , mentre il parroco si riserva l’incombenza dell’amministrazione ; nell’autentico spirito conciliare i laici sono stati introdotti all’attività pastorale , mentre il parroco governa con la mirata ricerca del contante .

Un altro ufficio , che solo un imbecille come me ha pensato che potesse essere utile e da affidare a personale da stipendiare è l’amministrativo ; un ufficio incaricato di trattare con i fornitori , banche , energia , assicurazioni , telefonia e affini , sino ad arrivare alle concessionarie d’auto e a tutte quelle imprese che operano nel settore edile . Il patrimonio di beni mobili ed immobili la sua conservazione, il suo funzionamento ed il numero di sacerdoti e istituti  religiosi potrebbe essere per tutti , fonte di risparmio e di lavoro , ma in fondo ,i preti ragionano così : cosa importa risparmiare quando si è abituati a chiedere tanto per ottenere quanto si vuole . Se penso che forse ancora oggi si chiedono soldi per un oratorio che è da almeno 40 anni che è stato costruito e almeno da 30 che è stato pagato . Dei lavori in cattedrale sappiamo e sapremo solo che vi sono ancora debiti da saldare ,cioè soldi da chiedere e da sborsare ,  spesso i preti non confessando più , eludendo la pastorale ; perdono la dimensione del peccato , quello personale , quello che commettono più frequentemente .

Un'altra attività da intraprendere , potrebbe essere quella di una tipografia , proprio per il numero degli  utenti , pensate cari amici di Chiesa Controcorrente al numero di bollettini , piccole pubblicazioni , manifesti , ecc. che ogni anno vengono stampati  nelle parrocchie , fatti confluire in un'unica tipografia potrebbe dare lavoro , oltre che un servizio sicuramente meno costoso .

Dicono che sono un disfattista , è deformazione professionale lavorando nel campo edile disfo si , ma per costruire il nuovo sulle macerie del vecchio , si fa così da secoli , gli archeologi scavano perché da sempre si è costruito sulle demolizioni, sulle macerie ;  la Mensa di via Novara non è proprio un’opera da buttare eppure , come progettista si è ho dovuto passare dal disfare la vecchia struttura per ottenere la nuova , si disfa con cognizione di causa , penso che i disfattisti siano coloro preti e laici ,che con il loro comportamento del tutto non coerente scalfiscano sino a demolire la figura della santa Chiesa  e poi è il Signore che attraverso il profeta Malachia dichiara : “ Essi costruiranno , ma io demolirò “ e ancora “ distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere “ .