... Shemà Israel ! ...

30.10.2021 14:26 Il messaggio che emerge dalla prima lettura e dal Vangelo proclamati oggi , XXXI domenica del Tempo Ordinario , è l’invito all’ascolto : “ ... Ascolta , Israele ... “ . Per l’ebraico biblico “... Shemà Israel ! ... Ascolta Israele !... “ è la preghiera più sentita della liturgia ebraica che viene recitata due volte al giorno e che i genitori insegnano ai propri figli a ripeterla alla sera prima di coricarsi per riposare . La recitazione dello Shemà era collegata alla riaffermazione del proprio rapporto personale con l'autorità di Dio. Letteralmente, recitare lo Shemà voleva dire "ricevere il regno dei cieli" . Lo Shemà viene considerato un'opportunità per commemorare i dieci comandamenti in quanto in esso si possono riscontrare sottili riferimenti agli stessi comandamenti . Infine la combinazione delle lettere ebraiche maiuscole che compongono la prima frase dà origine alla parola ebraica testimone . L'idea che pertanto viene trasmessa è che, attraverso la recitazione o la proclamazione dello Shemà, la persona è un testimone vivente che attesta la verità del messaggio. L’invito dunque ad ascoltare , a porsi in ascolto in un clima attento, raccolto e di trasmettere ciò che si è ascoltato è dell’autore ispirato ( da Dio ) che scrisse il libro del Deutoronomio e di Gesù come Marco ci ha raccontato nel suo Vangelo ; dunque in primo luogo entrambi i Testamenti l’Antico ed il Nuovo racchiudono , contengono , conservano e trasmettono la Parola di Dio . I due testi sacri invitano ad atteggiarsi , a disporsi fisicamente ad accogliere la Parola che Dio ha pronunciato , che pronuncia e che pronuncerà per l’uomo , per l’umanità , per noi , per ognuno di noi fratelli cristiani . Porsi in ascolto significa abbandonare ogni cosa e concentrarsi su chi parla , su chi pronuncia la parola e sulla Parola che emette colui che la proclama : “ ... Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola ... “ ci racconta Luca (10,38-39 ) nel suo Vangelo . Voglio soffermarmi non su una coincidenza , ma su di un aspetto fondamentale delle due letture ( la prima e la terza ) che la Liturgia della Parola propone in questa domenica . Come in tutte le letture ma in questo caso è più evidente che i due Testamenti ( l’Antico ed il Nuovo ) si richiamano l’un l’altro proprio attraverso l’implorazione “ ... Ascolta Israele !...” ; dunque come non ricordare le parole dei Padri Conciliari espresse nella Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum : “ ... Dio dunque, il quale ha ispirato i libri dell'uno e dell'altro Testamento e ne è l'autore, ha sapientemente disposto che il Nuovo fosse nascosto nel Vecchio e il Vecchio fosse svelato nel Nuovo . Poiché, anche se Cristo ha fondato la Nuova Alleanza nel sangue suo (cfr. Lc 22,20; 1 Cor 11,25), tuttavia i libri del Vecchio Testamento, integralmente assunti nella predicazione evangelica , acquistano e manifestano il loro pieno significato nel Nuovo Testamento (cfr. Mt 5,17; Lc 24,27), che essi a loro volta illuminano e spiegano ... “ . (DV.Cap.IV) Dio dunque parla a noi , suo popolo ,attraverso la Sacra Scrittura , sua Parola , attraverso l’Antico ed il Nuovo Testamento sua Parola scritta , proclamata e pronunciata perché insegna la Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione ( D.V.Cap.III): “ ... Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo . La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa ,per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità , affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo , scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte .Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture . Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona» ... “ . L’ascolto della Parola ha un fine preciso ,che Sant’Agostino espressoe nel De Catechizantis rudibus : “ affinchè ... il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami ... “ . Dunque il primo passo sulla via del discepolato è l’ascolto della Parola , costi quello che costi . Riprendo il racconto dell’evangelista Luca ( 10,40-42 ) che riferisce l’atteggiamento delle due sorelle Marta e Maria : “ ... Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta»... “e ciò che scelse Maria e che non le fu tolto fu la venerazione e l’ascolto . Se ci si pone alla sequela del Maestro si deve essere disposti non solo ad ascoltare ma vivere, rendere viva e fare esperienza di una Parola dura : “ ...Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: « Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?»...” si legge nel Vangelo di Giovanni (6,60 ) e la conseguenza , del linguaggio di Gesù , della sua Parola fu che : “ ... Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui ... “ .(Gv.6,66) Ma chi rimase, rimase convinto dalla risposta di Pietro : “ ..... Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio ... “ a quella che era stata la domanda che Gesù aveva rivolto agli apostoli : “ ... Forse anche voi volete andarvene? . ( Gv.6,67 -68 ) Pensiero ed Azione dunque , titolo di una rivista risorgimentale che Giuseppe Mazzini fondò e pubblicò a metà del 1800. Dopo la parola l’azione , dopo aver ascolto è necessario , doveroso mettere in pratica , vivere ciò che ci ha convinto , vivere e patire per ciò che si crede , per il nostro credo . Ma, in qualità di cristiani cosa crediamo? In chi crediamo ? In chi e in che cosa riponiamo la nostra fede ? La risposta risiede nella recita della nostra professione di fede , il credo , sintesi di tutta la Tradizione e di tutta la Sacra Scrittura sia dell’Antico che del Nuovo Testamento . Ascoltare la Parola significa ascoltare direttamente il Signore , Parola , Verbo fin dal principio fattosi carne ( Gv.1,1; 14 ) : “ ... In principio era il Verbo,il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio ... E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ; e noi vedemmo la sua gloria ... “ . La Parola , il Verbo , Dio dunque è venuto in questo mondo , si è incarnato , si è fatto del tutto simile a noi perché in Lui si credesse , perché in Lui si potesse riporre la nostra fede , perché fosse ritenuto vivo , vero , reale ,dunque visibile , udibile , palpabile , gustabile percepito da ogni nostro senso perché potesse divenire opera , l’opera , secondo le parole di Gesù che l’evangelista Giovanni ha trascritto e tramandato nel suo Vangelo ( 6,29 ) : “ ... Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato ... “ . La Parola è persona ed è ciò che fonda la nostra conoscenza lo afferma Gesù (Gv.15,15) : “ ... tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi ... “ la Parola dunque spinge alla conoscenza della Parola stessa . Dio spinge a conoscere se stesso e se stessi . Ascoltando ed osservando dunque si conosce , si cresce , ci si espande , si matura , così che , c’è da augurarsi : “ ... Volesse il cielo che d’ora in poi il contadino recitasse le scritture al manico dell’aratro, o le cantasse il tessitore mentre lavora alle spole, o ne facesse racconto il viandante, per alleggerire la noia del viaggio. Che dalle scritture prendesse spunto ogni discorso tra cristiani. Noi, infatti, siamo così come sono le nostre conversazioni quotidiane. Ognuno raggiunga il grado di consapevolezza alla sua portata, esprima ciò che può. Chi è rimasto indietro non invidi chi gli è davanti, chi è primo inviti chi lo segue a non disperare. Perché restringiamo a pochi la professione delle scritture, comune a tutti ? ... “ è questa una riflessione di Erasmo da Rotterdam . Disponiamoci fratelli ad ascoltare la Parola di Dio ,ad ascoltarla nella nostra identità di popolo di Dio , così come Dio comanda : “ ... Ascolta Israele !...Shemà Israel !... “ lo stesso invito che secoli dopo ispirò S.Benedetto nella redazione del Prologo della sua regola : “ ... Ascolta figlio ! ... “ .