SI APRE LA SFILATA: ABBIAMO LE TOP MODEL
Eccellenza reverendissima, vorrei chiederle se si è reso conto delle famiglie modello che sono state messe a capo, a guida, delle varie realtà pastorali della nostra diocesi. Raccomandate dai suoi stretti collaboratori, che, sbagliando, le indicano come modelli, alcune di queste non sono proprio adatte a guidare altre famiglie. Nel descriverle, per gli amici di Chiesa Controcorrente, sicuramente le riconoscerà, saprà darle un nome, le configurerà perché lei le conosce bene, ama circondarsi di loro, sa tutto di loro… I due sposi che compongono una di queste sue famiglie modello, svolgono in due tre attività retribuite; sono entrambi insegnanti e, dei due, uno svolge anche libera professione. Vantano di svolgere seriamente il loro lavoro e il loro impegno di genitori, ma lei sa benissimo che a crescere i loro figli sono stati soprattutto i nonni. Questa non è né una famiglia modello né un modello di famiglia eccellenza, è gente che si presta, sicuramente con buona volontà, a cui piace prestarsi e vantarsi di prestarsi, ma più che cattolici possiamo dire che sono calvinisti. Lei in questo caso dovrebbe intervenire, ma non ne è capace, mentre i due sposi dovrebbero sapersi mettere da parte, ma perderebbero quella borghese compiacenza di rappresentare qualcosa, qualcuno e perderebbero visibilità. Oggi, essere un modello è una delle massime aspirazioni della nostra società, lo sa bene lei e più di lei i suoi stretti collaboratori, infatti amate riempire il giornale diocesano con le vostre fotografie. Con questo affermo che è un errore indicare gente di questo tipo come formatori dunque come esempi, perché non sono affatto di buon esempio. Lo potrebbero essere se almeno, dico almeno, rinunciassero a uno dei tre lavori, dando una possibilità ad un giovane che ne è alla ricerca.
Ci sono poi una serie di famiglie indicate come modello ai fedeli cattolici perché: tanti figli, aderenti all’associazionismo cattolico, provenienti da famiglie di provata fede cattolica e di cui uno dei due coniugi ha insegnato nelle scuole cattoliche. A sentire parlare questi insegnanti, anni fa, era edificante. L’insegnamento nella scuola cattolica, per loro, era una missione. Sposate a professionisti, o a ricchi imprenditori, il mondo dell’insegnamento era dunque, non tanto un lavoro retribuito, ma la loro missione, il loro altare e di questo per anni le abbiamo sentite pontificare. Poi i tempi sono cambiati, quando le scuole cattoliche, (in cui erano state assunte direttamente, senza concorso e grazie a conoscenze, quindi a raccomandazioni), hanno vissuto un periodo di flessione, tempi in cui, da buoni cristiani, si trattava di aiutare chi era in difficoltà cioè chi aveva investito su di loro, è prevalso l’opportunismo, questa gente ha optato per la scuola pubblica, sottoponendosi a corsi, concorsi, ed esami, che non avevano mai sostenuto prima, dimenticandosi della loro ostentata missione e ambendo ad una migliore retribuzione. Hanno abbandonato la barca che affondava, come il comandante della Concordia. Oggi sono insegnanti nella scuola pubblica, prima disdegnata, ma poi preferita alla scuola cattolica, percepiscono uno stipendio di cui hanno diritto e continuano ad insegnare pur potendo stare a casa loro a curare le loro famiglie perché sposate a ricchi imprenditori e professionisti quindi anch’esse tolgono il posto di lavoro a giovani insegnanti, e sono famiglie modello che lei propone, eccellenza reverendissima. Vede mia moglie impiegata da suo padre, incinta del nostro primo figlio, ha lasciato il suo posto di lavoro per due motivi: il primo, per vedere crescere i suoi figli, ( ed è stata la scelta giusta perché è mancata che il figlio maggiore non aveva compiuto gli undici anni e i gemelli avevano appena sette anni); il secondo è stato lasciare ad un’altra persona il suo posto di lavoro, e questo è cristianesimo, non quello dei suoi collaboratori, né quello delle sue famiglie modello e dei suoi modelli di famiglia. Sarebbe interessante e coraggioso, sarebbe un segno di apertura e trasparenza che lei spiegasse ai giovani durante le veglie che vengono indette o quando incontra le famiglie, cosa significhi essere cristiani.
donandreagiordano