... sì , sono peccatore ...

02.04.2022 13:44 Il gesto di Gesù di scrivere per terra con un dito è stato spesso al centro di dibattiti , ha colpito e colpisce ancora la curiosità e la fantasia di chi ascolta e di chi legge o studia la Sacra Scrittura. Quel gesto veramente cattura la curiosità se si pensa che al Capitolo III ( 11 ) della Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum ( 18 novembre 1965 ) in cui i Padri conciliari affermarono che : “ ... La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa ; per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità , affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo , scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte ... “ . Dunque, fratelli cristiani è Dio stesso che ha voluto che quel gesto fosse riportato da Giovanni nel Vangelo a lui attribuito, e l’evangelista nell’epilogo , rivendicando la paternità del suo scritto , afferma che la sua opera è : “ ... testimonianza vera ... “ ( 21,24 ); dunque quel gesto si è consumato quindi è vero , è verità Gesù scrisse con il dito sulla terra e ciò è stato riportato nella Sacra Scrittura per volontà divina , per volontà di Dio stesso . Quel gesto che oggi V domenica di Quaresima , la Liturgia della Parola ci ha proposto , fa da cornice all’ affermazione centrale del brano di Vangelo poc’anzi proclamato, è un rafforzativo alle parole che Dio ha pronunciato : “ ... chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei ... “ . Al Dio giudice si attribuibisce l’immagine di un vecchio funzionario che dall’alto di una cattedra o di uno scranno redige e proclama la sua sentenza , applica una legge che lui stesso ha promunlgato ,quell’immagine è scemata , ora si impone una nuova realtà quella di un uomo che chinato scrive sulla terra ,nella polvere , quella stessa polvere dal cui impasto è stato modellato l’uomo , e ancora quella polvere che impastata di saliva Gesù applicò sulle palpedre del cieco nato donandogli la vista , rendendolo vedente, lui il cieco che dalla nascita vedente non lo era mai stato , non aveva mai assaporato le immagini e le forme di un mondo composto da colori e sfumature. Dunque non più un giudice distaccato ,formale , ma uomo e ancor più Dio che si china , si abbassa , si fa piccolo e, il suo farsi minimo è per rammentare all’umanità lì raccolta , ai fedeli radunati nel tempio , nella terra consacrata a Dio , nel centro del luogo di culto che , come scrisse Paolo alla comunità cristiana che era in Roma : “ ... tutti hanno peccato ... “ . Tutti dunque abbiamo peccato , e pecchiamo , cadiamo in errore frequentemente ,anzi continuamernte ; nessuno dell’umanità lì presente e delle generazioni che da quella umanità hanno avuto seguito è esente dal peccato ; tranne Dio , quell’uomo che si è fatto minimo, che si è abbassato sino al suo annientamento . Quell’uomo con una potenza, con una sapienza che non è di questo mondo, ma è per questo mondo ,quell’uomo si è fatto per noi peccato affinchè noi fossimo liberati , affinchè l’umanità non dovesse più farsi minima , abbassarsi , ma al contrario sotto la spinta della sapienza e della potenza divina potesse elevarsi , innalzarsi , perché non più schiacciata a terra dal peso e dall’azione del peccato . Quell’uomo, del tutto simile a noi, Paolo nella sua lettera ai Filippesi (2,6-8) lo presenta con queste parole : “ ... Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina,non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso,assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce ... “ . Dio dunque può tutto anche annullarsi perché l’uomo sia . Il fare dell’uomo , la sua volontà di fare , si annulla alla presenza di Dio , è infatti Dio che fa , che agisce e, il suo fare permette all’uomo di essere . Il Signore con le parole che rivolge agli accusatori dell’adultera richiama i presenti a ciò che sono , alla loro condizione , che è tale e quale a quella della donna , se non sono adulteri sono altro , sono tutti peccatori , dunque il loro giudizio , la loro accusa , la loro sentenza , la pena a cui è condannata la donna , tutto il loro fare gli si rivolta contro ... anche loro , come ognuno di noi è sorpreso a peccare e il loro , il nostro peccato si fa presente , si manifesta , diviene pubblico, è pubblico , risaputo , conosciuto . Di chi ci sta accanto non conosciamo nel dettaglio il peccato ma sappiamo con certezza che pecca ,anche coloro che dalla Chiesa ne sono state riconosciute le virtù eroiche , i beati e i santi , hanno peccato e rendendosene conto perfettamente , si legge spesso nelle loro agiografie, sentivano la necessità di confessarsi quotidianamente, di chiedere continuamente perdono , di fare esperienza frequentemente della misericordia di Dio . C’è di più , Paolo , apostolo e autore ispirato scrive ai Romani che : “ ... laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia ... “ e l’incontro tra l’adultera e Gesù ne è la dimostrazione pratica ; il fare di Dio fa essere la donna , la rende nuova creatura , le fa prendere coscienza della sua vera identità attraverso parole che sono la proposta di una regola di vita : “ ... d’ora in poi non peccare più ... “ . Dio si fa presente là dove è più necessaria la sua presenza : “ ... Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati ... “ . (Mt.9,12 ) La nuova identità della donna non è il non peccare in modo assoluto , o l’essere preservata dal peccato ciò non è possibile , inficerebbe la sua stessa libertà rendendola un’automa in balia di una forza superiore ,la nuova identità consiste nell’entrae in una nuova dinamica che è quella di saper chiedere perdono , cioè riconoscersi per ciò che si è ,non per ciò che si pensa di essere . Siamo indotti a misurare tutto secondo il nostro punto di vista e a considerare il nostro comportamento come regola universale a cui tutti devono adattarsi e conformarsi . Ma il Signore attraverso il suo Magistero è perenterio : “ ... Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto ... “ scrisse S.Paolo ai Romani (12,2 ) e,attraverso l’ammonimento a Pietro , Gesù invita l’uomo a non dipendere da se stesso , a non ripiegarsi su se stesso , dunque a non chiudersi ma al contrario ad aprirsi : “ ... aprite ,spalancate le porte a Cristo ... “ implorò Giovanni Paolo II all’inizio del suo pontificato . Ognuno di noi fratelli , da sempre e per sempre , è invitato ad aprire la mente al divino , all’assoluto , espandendola , dilatandola per far posto alla sapienza : “ ... Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» ... “ ( Mc.8,33 ) ; e Paolo nella sua prima lettera alla comunità cristiana che era in Corinto (2,16 ) osserva che : “ ... Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo ... “ , cioè una mente , la ragione , aperta all’amore dunque alla fede . Fratelli l’uomo , ognuno di noi , tende ad affermare se stesso sfruttando la sua esperienza e le sue capacità manuali ed intellettuali e ritiene ciò la modalità attraverso la quale ci si può o meglio ci si deve realizzare , non comprendendo che l’ambito di questo mondo è limitato , dunque l’identità che l’uomo si costruisce è parziale , settoriale , non è dinamica , piuttosto è statica . Diversamente Dio spinge l’uomo a riconoscersi in Lui , cioè offre all’uomo una nuova ed eterna identità perchè : “ ... Sta scritto infatti : Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dioper coloro che lo amano ... “ ( 1 Cor.2,9 ) e prosegue Paolo ( 1 Cor.2,13-15 ) : “ ... Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno ...“. Fratelli ,la donna adultera e con lei tutti noi siamo invitati ad assumere la nostra nuova e vera identità quella di figli di Dio , Giovanni infatti esclama nella sua prima lettera (3,1 ) : “ ... Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! ... “ e il dito di Dio che incide,segna la terra, indica che il nulla che è la polvere nelle mani di Dio prende forma ,diviene vita ,il vivente la cui identità è umana e divina , sì divina da saempre infatti si è pregato con il Salmo 81 : “ ... Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo ...” .