SIAMO CIO' CHE SIAMO
Dobbiamo doverosamente domandarci fratelli cristiani il perché Paolo scrive alla comunità di Corinto affermando : “ ….. il mio giudice è il Signore … “ . Una delle tante risposte è contenuta nella prima lettura di questa VIII domenica del T.O. , tratta dal Libro del profeta Isaia e sintetizzata in questa frase : “ io ….. non ti dimenticherò mai … “ . Mettendo a confronto le due letture proclamate nella liturgia della Parola , tratte dall’Antico Testamento e dal Nuovo Testamento ( tesi e compimento , come leggiamo in Matteo ( 5,17 ) : “ …. non crediate che io sia venuto ad abolire … non sono venuto ad abolire ma a dare pieno compimento … “) appare immediatamente , o come si suole dire “ salta subito agli occhi “questa certezza , questa verità , cioè che Dio è Padre perché io sono figlio come il Figlio , il suo Figlio , il figlio di Dio , Gesù , il Cristo , perchè io , figlio , sono legato a Dio dall’amore paterno , da un legame famigliare , sintetizzato dalle domanda che abbiamo sentito porre da Isaia nella prima lettura : “ …. si dimentica forse una donna del suo bambino … ? “. Dunque io accetto il giudizio del Signore , lo proclamo mio giudice , lo scelgo come mio giudice perché il Signore non mi dimentica in quanto è padre , mio padre … che come una madre , mia madre , ( entrambi padre e madre sono sintesi del più alto sentimento che un uomo può esprimere cioè l’ amore ) non può , non possono dimenticare il proprio figlio , carne della loro carne , sangue del loro sangue , fatto come leggiamo nel Libro della Genesi ad immagine e somiglianza di Dio : “ … facciamo l’uomo a nostra immagine , conforme alla nostra somiglianza …. “ ( Gen. 1,26 ) ….. perché …. volenti o nolenti … siamo fatti ad immagine e somiglianza di chi ci ha generato …. padre e madre e di chi ci ha creato … Dio …. ciò l’ amore … “ … Deus caritas est ….. Dio è amore “ afferma Giovanni nella sua prima lettera ( 4,16 ) siamo amore , frutto dell’amore di quell’albero dai buoni frutti che Gesù cita in una delle sue tante parabole : “ …. ogni albero buono lo si riconosce dal suo frutto… “ ( Lc.6 ,44 ) . Dunque scelgo , esercitando di fatto la mia libertà , e scelgo un genere di vita che mi è proposto , che mi identifica , mi dice chi sono e perché sono “ … Io sono colui che sono ! “ ( Es.3,14 ) dice Dio nel suo dialogo con Mosè premettendo : “ … io sarò con te … “ ( Es.3,12 ) . Dunque Dio mi dà una identità e mi assiste , mi accompagna . L’Antico testamento è lì , scritto , perché sia chiara la Legge di Dio , il progetto di Dio per l’uomo : assistenza ed identità, amorevole cura paterna e materna . Cos’è l’uomo per Dio ? Se l’è posta questa domanda il Creatore attraverso la sua Parola , recita infatti il Salmo 8 : “ … che cos’è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi ? “ e sempre continuando nella lettura del Salmo , che è preghiera perché Parola di Dio , cogliamo la risposta … l’uomo è colui che è posto a capo del creato : “ … tutto hai posto sotto i suoi piedi …. “ è colui che è coronato “ … di gloria e potere “ fatto “ … poco meno degli angeli … “ … dunque identità e tanta dignità questa è la “ … Legge e i profeti … “ che Gesù viene a dare compimento , viene a conferire quell’identità che l’uomo con le sue sole forze non riesce a darsi , quella libertà che l’uomo con le sue sole forze non riesce a comprendere e riconoscere , identità e libertà …. vita …. esistenza …. essenza . Dio dunque crea l’uomo perché viva , esista , sia quell’io sono , possa dire “ io sono “ , possa dire che è , e chi è , possa comprendere la sua natura , la sua identità e in questo e per questo possa provare soddisfazione , realizzazione , felicità che è sentirsi parte , appartenere . Che Dio abbia cura dell’uomo , che Dio sia con l’uomo perché fatto a sua immagine e somiglianza significa affermare la divinità dell’uomo , l’essere fatto come Dio perché fatto da Dio , creato da Dio , opera delle sue mani e animato con il suo alito , l’alito della vita : lo Spirito . L’uomo è dunque anche di natura spirituale , a quella terra , a quella forma plasmata è stato insufflato lo Spirito di Dio leggiamo nel libro della Genesi ( 2,7 ) : “ …. e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente … “ …. un essere vivente che per ciò che ha , e per ciò che è non deve preoccuparsi : …. “ Perciò io vi dico : non preoccupatevi per la vostra vita …. la vita non vale forse di più del cibo e il corpo più del vestito ? “ …. è l’invito all’affidamento come si affida e dipende tutto ciò che è posto sotto i piedi dell’uomo come recita il Salmo 8 , e che Gesù , stupendo nella sua disarmante logica , invita ad osservare per coglierne l’essenza , ed elenca nel brano del Vangelo di Matteo che oggi risuona , cattolicamente cioè universalmente , tra le mura delle nostre chiese : “ …. Osservate i gigli del campo …. guardate gli uccelli del cielo …. cercate invece , anzitutto il regno di Dio …. “ . Ebbene , come il creato si affida , così l’uomo , per essere , per esistere , per sentirsi parte , per appartenere , dunque appartenersi , deve fare sue le parole che Pietro indirizza alla Storia nella sua prima lettera ( 5,6 ) : “ … gettando su di lui ogni vostra preoccupazione , perché egli ha cura di voi …. “ perché tutte le volte che cerchiamo con le nostre sole forze di essere come il giglio del campo o come gli uccelli del cielo non siamo noi stessi , siamo altro a cui dipendere e da cui dipendere , non siamo ciò siamo . Siamo se osserviamo e se su ciò che osserviamo speculiamo nell’unità dei nostri sensi : corpo sì , ma non distinto dall’anima e dallo spirito !