SIAMO CRISTIANI....UNA POTENZA

14.12.2014 09:11

Paolo fratelli cristiani identifica il giusto atteggiamento del cristiano: e fate bene attenzione che non elenca una serie di azioni da compiere in ambito sociale, pubblico, se ne guarda bene dal farlo, ma indica una serie di atti privati che hanno a che fare con la vita spirituale, ma che vanno poi ad influire in tutti i campi che la vita dell’uomo abbraccia, politico, sociale, economico, religioso, morale, etico, pratico, teorico e chi più ne ha più ne metta. Paolo in buona sostanza c’invita a stare liete, anzi scrive, augura: siate sempre lieti, in letizia, cioè ci dice Paolo, scrive Paolo ispirato da Dio, siate gioiosi e manifestate con la vostra espressione la gioia (cioè di persona), manifestate, cioè rendete pubblica la vostra gioia privata, perché la gioia privata manifestata si trasmette. Il cristiano dunque trasmette anche gioia, rende pubblico, trasparente il suo privata, è un untore direbbe Manzoni, contagia, infetta di gioia il suo prossimo. Poi, Paolo dopo aver invitato ogni cristiano, noi fratelli cristiani a trasmettere letizia invita a pregare: “pregate ininterrottamente”, cioè sempre senza pause, cioè avere sempre la mente rivolta a Dio, al continuo dialogo, cioè a parlare sempre con Dio, come lo sposo con la sposa. Mi manca, mi manca terribilmente il dialogo con la mia sposa, mi manca e non c’è nulla sino ad oggi, nemmeno il dialogo con i figli che lo può sostituire. Quando si ama veramente, non a parole, ma con il cuore, con i fatti e con la testa si ha voglia di parlare, dialogare, stare, toccare, ascoltare l’altra parte perché è l’altra metà di me stesso, è la dolce metà perché insieme si è uno, unità. Con quel “pregate initterrottamente, Dio attraverso Paolo ci dice di vivere un rapporto d’amore, sponsale con Lui, con Dio, così da essere lieti, perché se amo sono soddisfatto, realizzato, felice, lieto, sprizzo gioia e vita, manifesto letizia. Se vivo e consumo il rapporto sponsale, mi realizzo e lo do a vedere, lo manifesto all’esterno, rendo pubblico a mia insaputa il mio stato d’animo. Scrive poi Paolo: “in ogni cosa rendete grazie”, cioè siamo, si è invitati a riconoscere che non c’è nulla di nostro, né in campo materiale, né in campo spirituale, né in campo affettivo. La nostra letizia dipende dall’altro, che sia Dio o che sia il mio prossimo. Nulla mi appartiene, neppure la mia vita. Viene così a risolversi la famosa frase marxista o hegeliana che sia “la proprietà è un furto”, non esiste per il cristiano nulla di suo, non esiste il possesso ma la disponibilità e la condivisione. E così che si ama, se nel rapporto sponsale c’è possesso, c’è prostituzione, non amore, prostituzione, cioè l’offrirsi dell’altro per interesse che non è detto che sia il denaro. Ancora Paolo: “in ogni cosa rendete grazie”, è l’umiltà, la dipendenza, il dominio di sé, il sapersi conoscere, e questi sono il risultato di processi d’introspezione (del guardarsi dentro), che nobilitano l’uomo, lo elevano, perché l’uomo per Dio è suo pari: re, sacerdote, profeta  e questa è la mia, la vostra dignità fratelli cristiani. “Non spegnente lo Spirito” sentenzia Paolo, lo Spirito in ognuno di noi è ciò che ci eleva, siamo come scrive più avanti Paolo, corpo, anima e spirito, il corpo ci tiene con i piedi a terra, qui inchiodati e l’anima ci fa compagnia, ci ricopre, è il nostro vestito, ciò che copre la nostra nudità, ciò che ci riveste oggi e domani e ci ha rivestito ieri, dunque sempre; ma lo Spirito è ciò che ci dà vita, ci conferisce la vita, esso è entrato nelle nostre narici, è alito, è l’alito di altro da noi, ci è stato insufflato, leggete in Genesi fratelli cristiani come siamo stati plasmati e animati. Lo Spirito ci proietta in alto, ci spinge fuori da noi stessi, ci fa sentire e intuire ciò che siamo veramente, ci trasporta in lungo e in largo nel nostro universo. Lo Spirito ci è donato, è una scintilla, una piccola parte dello Spirito di Dio, una scintilla di quel fuoco a cui non si può accostare nessun aggettivo: lo Spirito è fuoco e noi ne possediamo per grazia e carità di Dio una scintilla, che ci fa danzare come la fiamma del fuoco che non ha schemi, né percorso, ma danza libera, leggera, tendendo all’alto, salendo, procurando calore e luce. Lo Spirito è la brezza fresca, dolce nelle calde e soffocanti giornate e notti estive, brezza che aspetti, attendi, cercandola, spingendo in avanti il corpo per anticiparla e goderla anzi tempo, e nel respirarla ci si rinfranca, sentendosi vivi e appagati. Lo Spirito è la libertà, quel vento che non si sa di dove viene e dove va, pura libertà, quella libertà che quando ne fai esperienza, quando l’assapori, provi la sensazione della pelle d’oca e dei capelli che si tirano: è una scossa. Se spegniamo lo Spirito è la morte, perché un uomo che volutamente non prova sensazioni non è nulla, non ha forma, né sostanza, è statico, inanimato, freddo, cadavere. Paolo ancora c’intima: “non disprezzate le profezie” cioè siamo invitati a non sottovalutare la Sacra Scrittura perché ciò che vi è scritto si avvera, si è sempre avverato, altro che maghi, fattucchiere ed indovini. In essa, nella Sacra Scrittura, c’è è contenuto il io domani che nel Credo che viene recitato dopo l’omelia così è sintetizzato: “la vita del mondo che verrà”, cioè del mio mondo. Infine Paolo c’invita a giudicare, ad essere buoni giudici, cioè coloro che sanno vagliare e mettere da parte, conservare ciò che serve, perché ciò che serve è patrimonio, è capitale, è cosa buona e giusta. In ultimo fratelli cristiani ascoltate bene quanto Poalo scrive su dettatura e ispirazione di Dio: “ astenetevi da ogni specie di male”, ci dice che la libertà è fare il bene. Si è liberi se si fa il bene, si è liberi se ci si astiene dal male, perché il bene è partecipare cioè, vivere, essere a disposizione, l’essere attivi. Il male è la non partecipazione, è l’astenersi dal vivere, è la passività che rende passivi. L’astenersi dal vivere è la morte, è la morte volontaria, non indotta. Ora fratelli cristiani noi siamo fatti per vivere, per la vita, per la vita eterna per vivere eternamente attraverso la resurrezione che è la vittoria sulla morte. Che cos’è dunque il cristianesimo? Gesù risponde a questa domanda con quest’affermazione riportata da Matteo e Luca: “ed ecco qui c’è uno più grande di Salomone”