SIAMO FINALMENTE UNA BANCA!!!

13.08.2014 10:04

Ricordo che tempo fa, la diocesi attraverso il suo giornale, indicava in 86.000,00 euro il debito residuo per il restauro della cattedrale. Questa notizia compariva prima della strumentale discesa della sacra effige della Madonna d’Oropa, forzatamente condotta in cattedrale per l’appianamento del debito residuo maturato per il suo restauro, ricordiamoci sempre e solamente parziale. La macchina organizzativa per la raccolta di fondi aveva predisposto: i lumini con impressa l’immagine della Vergine Bruna, di colore azzurro esteticamente brutti, potrei dire di cattivo gusto, (è mio parere, ma largamente condiviso); di seguito, una pubblicazione fotografica con doppia valenza, l’auto-celebrazione dei principali partecipanti, vescovi e abatini di curia da una parte, e dall’altra per favorire la fallimentare campagna elettorale del candidato sindaco indicata dall’alta gerarchia al popolo cattolico, che ha avuto il merito di finanziare la pubblicazione. Il tutto sotto l’attenta e scrupolosa sovraintendenza dell’abatino rampante. Infine una campagna a tappeto, invitava alle libere offerte durante lo stazionamento forzato della statua in cattedrale, oltre alla raccolta di buste non poi così tanto anonime e l’indicazione di tutti i possibili metodi di versamento. A tutto ciò si aggiungano circa 300.000,00 euro dei 2.200,00 euro stanziati per piazza, santuario e cattedrale dall’amministrazione uscente della Regione Piemonte. Secondo i miei conti, il debito dovrebbe essere estinto, in gergo onorato e ne chiedo conferma all’economo diocesano, che di conti sicuramente se ne intende più di me.

Allora, ora mi chiedo perché è ancora esposta fuori della chiesa della SS Trinità, la richiesta di versamento per il restauro della cattedrale; e perché in cattedrale, sempre per la stessa motivazione, si insiste nel sensibilizzare, con l’apposizione di locandine, la vendita della pubblicazione a doppia valenza? Ben farebbe eccellenza reverendissima a fare redigere dal suo integerrimo economo diocesano un  dettagliato e pubblico resoconto di ciò che hanno reso, in termini economici, le singole voci di entrata che le ho elencato, con il bene placito di nominati revisori dei conti a garanzia della trasparenza, in fondo, e scusi l’irriverenza, ogni società così presenta i conti all’attenzione dei suoi soci, questo per dirle che avete trasformato la chiesa, con la “c” minuscola in una banca. Poi le chiedo se si è confrontato con il suo moralista per come si può collocare dal punto di vista etico l’insistente richiesta di denaro, non per la carità o l’elemosina, ma per i propri capricci personali.

Io povero prete, che vive l’amarezza del fallimento, come afferma il suo vicarione, ma che ha cresciuto da solo tre figli cioè una famiglia e non una casa famiglia, le dico il mio punto di vista: mi vergogno per questa continua e assillante richiesta di denaro immotivata; Dio perdoni questa inarrestabile avidità. Agli amici di Chiesa Controcorrente voglio solo ricordare che la Chiesa con la “C” maiuscola è fatta di gente che per dimostrare la loro fede, alla vasca idromassaggio e ai viaggi di piacere preferiscono morire di fame in una cella ( e lo ricorderemo giovedì 14 cm), o viaggiare su di un carro bestiame incontro ad una camera a gas (l’abbiamo ricordata sabato 9 cm), questa è la gente che fa la Chiesa e di cui io non mi vergogno.

donandreagiordano