... siamo stati,siamo e saremo ...

01.10.2022 13:16 Abbiamo sentito proclamare nella prima lettura di questa XXVII domenica del Tempo Ordinario tratta dal libro del profeta Abacuc “ ... il giusto vivrà per la sua fede ... “ e l’apostolo Paolo , nella seconda lettura , raccomanda al discepolo Timoteo : “ ... Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi , il bene prezioso che ti è stato affidato ... “ . Vivere la fede , come insegna la Parola attraverso la voce del profeta Abacuc ,significa sperare che le cose che non si vedono , le cose invisibili ,divengano realtà e ne siano la prova tangibile , come scrisse Paolo nella lettera indirizzata agli Ebrei ( 11,1 ) : “ ... la fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono ... “ e ciò testomonia e conferma il nostro credo ovvero ,che a Dio nulla è impossibile : “ ... nulla è impossibile a Dio ... “ sono le parole che l’angelo Gabriele rivolse alla Vergine Maria nell’annunciarle che avrebbe concepito Gesù pur non avendo conosciuto uomo ( come sostenne la Verrgine e che il Vangelo di Luca -1,37 – riporta ) e Matteo ,nel suo Vangelo, usando un racconto analogo a quello di Luca , che è stato poc’anzi proclamato ,conclude con queste parole : “ ... niente vi sarà impossibile ... “ . Vivere la fede , vivere di fede e per la fede dunque permette a noi di sperare , sino a percepire ciò che questo mondo giudica impossibile : “ ... Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe ... “ abbiamo poc’anzi sentito proclamare nel Vangelo proposto dall’odierna Liturgia della Parola . Sperare nell’impossibile dunque caratterizza , identifica il giusto ( secondo quanto Dio afferma per voce del profeta Abacuc ) il giusto colui che per fede vive la giustizia che con la prudenza, la temperanza e la fortezza compone le quattro virtù cardinali . Il giusto , secondo il nostro credo fratelli , è dunque colui che opera , per sua disposizione d’animo , ciò che è bene nei riguardi di Dio , di se stesso e del prossimo . Ciò che Paolo ritiene bene prezioso affidato , è l’inclinazione al bene , sempre . Il giusto dunque , colui che pratica la giustizia mai è incline alla guerra , mai , né nel proporla , né nel praticarla , nè nel giustificarla, mai , non sarebbe un giusto , né tanto meno cristiano ovvero seguace di Cristo . Il bene che ci è stato insegnato , ciò che intende Paolo , è un carico da trasportare , ne facciamo esperienza in questi giorni in cui si è giudicati negativamente e arbitrariamente se ci si schiera contro la guerra , ma il carico per un cristiano è leggero ; il carico che Cristo pone sulle nostre spalle è leggero se è Lui che lo pone dopo esserselo lui stesso caricato per alleviare le nostre fatiche : “ ... Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero ... “ ci rassicura Gesù invitandoci ad andare da Lui : “ ... Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi .... “ ( Mt.11,28;30 ) perché il mondo , il mondano opprime e affatica l’uomo e con esso il creato . Il carico che Cristo permette che sia su di noi posto è dunque leggero . Quel carico è la nostra identità di uomini e credenti e come scrisse Paolo al discepolo Timoteo non ci si deve vergognare di ciò che si è , non ci si vergogna del proprio credo , della propria identità, del proprio carico : “ ... non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro ... “, non ci si vergogna nell’essere testimoni di una realtà che si coglie solo con gli occhi della fede e la si manifesta con la propria esistenza, cioè con l’essere contrrocorrente . Fratelli, ciò che siamo , la nostra identità di cristiani il nostro credo , la nostra forza risiede nel Signore e solo da Lui procede, e solamente avendone coscienza possiamo sperare di essere parte del tutto e di ricevere il tutto : “ ... Tutto posso in colui che mi dà la forza ... “ scrisse Paolo alla comunità cristiana che era in Filippi . Fratelli se posso sperare di essere parte del tutto, posso sperare di essere parte anche di Dio perché come scisse Paolo nella sua prima lettera ai Corinti “ ... Dio sia tutto in tutti ... “ dunque se Dio è il tutto che è in tutti , io che sono parte di tutti sono parte di Dio che è il tutto che è in tutti dunque anche in me , ed io in Lui , in Dio . Ad ognuno di noi fratelli , scrive Paolo , è richiesto di custodire ciò che ci è stato affidato , cioè quei sani insegnamenti che abbiamo udito dunque appreso dalla Parola di Dio che ci invita e sprona a testimoniare vivendo in prima persona il nostro credo , o meglio sforzandosi di viverlo, di ravvivare sempre ciò che Dio ci ha insegnato dunque donato : la fede che illunima ogni nostra azione , ogni nostro pensiero con la forza,la carità , la prudenza ; questo è il nostro patimento , il nostro soffrire perché l’uomo ognuno di noi è educato diversamente , il mondo , il mondano obnubila , copre , vela sino a nascondere le virtù proprie dell’uomo e ciò per noi è motivo di sofferenza, di quella stessa sofferenza che Cristo ha patito . L’uomo virtuoso per questo mondo è un peircolo , perché la virtù , la tendenza al bene rende liberi e la libertà ha le sue radici nella verità come disse Gesù ai Giudei : “ ... la verità vi farà liberi ... “ . Colui che crede conosce la verità e la verità sfocia nella libertà , induce alla libertà : “ ... Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» ... “ . ( Gv.8,31-32 ) Fratelli nostro dovere è prendere coscienza che credere , manifestare il nostro credo , vivere il nostro credo ha come risvolto il cambio di mentalità , della mentalità che viene imposta , a favore della mentalità che Dio propone che implica la libertà , dunque la possibilità di scelta che è propria dell’essere cristiani , del divenire cristiani malgrado l’ostilità del mondo, di questo mondo . L’ apostolo Paolo esortò con queste parole la comunità cristiana che era in Roma ( 12,1-2 ): “ ... Vi esorto dunque, fratelli .... Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto ... “. Le parole del profeta Abacuc : “ ... il giusto vivrà per la sua fede ... “ fanno riflettere, colui che è giusto vive per ciò che crede e , per vita , la Parola di Dio intende la vita eterna , essere cioè per sempre , perché da sempre , fratelli noi siamo infatti nei pensieri di Dio da quando Dio è , cioè da sempre . La Parola si prefigge di insegnare ad ognuno di noi che siamo oggi visibili , ma poi saremo invisibili come lo siamo stati prima di venire in questo mondo , invisibili per questo mondo ma non per Dio . Agli occhi di Dio siamo sempre visibili , lo siamo stati nella sua volontà,lo siamo ora perché siamo stati fatti a sua immagine e somiglianza e lo saremo quando il nostro corpo al pari di quello del Cristo diverrà glorioso dunque siamo stati, siamo e saremo alla sua presenza ; sempre alla sua presenza . Fratelli ciò che a noi è richiesto è lo stato di giusto, colui che riconosce in Dio il Padre e il Creatore .