.... Silere non possum ...
15.02.2020 08:10
Paolo nella sua prima lettera inviata alla comunità cristiana che era in Corinto ,e che abbiamo proclamato quale seconda lettura di questa sesta domenica del Tempo Ordinario, richiama l’Antico Testamento con queste parole : “ Ma , come sta scritto : - … Quelle cose che occhio non vide , né orecchio udì , né mai entrarono in cuore d’uomo , queste ha preparato Dio per coloro che lo amano … - “ .
Dio dunque , per i suoi discepoli ,cioè per coloro che lo seguono , per coloro che si sono liberamente messi alla sua sequela , coloro che seguono i suoi passi , i passi del pastore che conduce , guida come si prega nel Salmo 22 : “ …. Il Signore è il mio pastore …. su pascoli erbosi mi fa riposare,ad acque tranquille mi conduce …. “ ebbene per costoro il pastore , il Signore propone , apre , immette in un mondo nuovo , che altro non è che lo stesso mondo nel quale viviamo , in cui siamo calati , ma un mondo trasfigurato , cioè trasformato ,rivisitato , dalla luce colta con gli occhi della fede , quegli occhi che vanno oltre la figura , oltre all’evidenza quegli occhi cioè che colgono l’essenziale , vedono , odono e percepiscono appunto : “ … Quelle cose che occhio non vide , né orecchio udì , né mai entrarono in cuore d’uomo …. “ .
Dio proponendo la trasfigurazione che è appunto quell’ andare oltre l’evidenza , o meglio il penetrare l’evidenza come approccio a questo mondo , rende il mondo , questo mondo , suo e nostro mondo sacramento , al pari dei segni che per essere tali significano , ciò per dire , afferamre che Dio dà , conferisce al mondo significato , sapore , ne rivela il contenuto , lo motiva agli occhi dell’uomo che è parte di questo mondo , che anche lui , l’uomo , è mondo essendone partecipe . Il mondo dunque è sacramento , cioè segno, perché è questo che significa la parola . Il sacramento è segno , essenza , evidenza che rimanda ad altra essenza , ad altro modo di essere , di esistere ; rimanda a colui che ha pensato , voluto dunque creato il mondo: il Creatore . Pensiamo all’Eucarestia e a come il pane ed il vino contenuti nel calice e nella patena divengono il corpo e il sangue di Cristo . L’evidenza sono il pane e il vino ma l’essenza sono il corpo ed il sangue di Cristo , sono il tutto , nella sua complessità : la semplicità . Per vedere , per percepire ciò devo spingermi oltre la figura , oltre l’evidenza per cogliere l’essenza , la vera natura , devo appunto cogliere la trasfigurazione di quegli elementi illuminato di quella stessa luce che illuminò il volto di Cristo sul Tabor , quella luce che tutto trasforma tutto : la luce della conoscenza , della sapienza .
Osservo il mondo , osservo l’uomo , me stesso , osservo il creato per vedere, percepire il Creatore per vedere , osservare , contemplare Dio . Dio dunque lo colgo ovunque il mio sguardo si posi , ovunque il mio sguardo penetri il mondo e come lo sguardo così i miei sensi , il mio sentire , il mio sentimento perchè la realtà secondo questo modo di approcciarsi al mondo è segno , sacramento è ciò che rimanda a Dio .
Dio lo colgo in ciò che di buono credo , in ciò che vivo giornalmente , nel tempo , perché uomo calato nel tempo e nello spazio che è il mio mondo , che è la mia prassi , il concreto , la pratica e se colgo , credo , mi fido dunque amo .
Amare è dunque credere e vivere , è attività intellettuale , spirituale e pratica , concreta . Amare è concretezza perché l’uomo come scrive Paolo è corpo , anima e spirito , cioè è vita , perché la vita , la nostra esistenza non può fare a meno di essere corpo , anima e spirito , dunque non può fare a meno di credere e di amare . Amando credo e se credo vivo , e se vivo colgo Dio , ne colgo l’essenza che come abbiamo letto nel libro del Siracide , con cui si è aperta l’odierna Liturgia della Parola , altro non sono che i comndamenti ovvero la modalità con cui come Dio educa : “ … Se vuoi osservare i suoi comandamenti , essi ti custodiranno ; se hai fiducia in lui , anche tu vivrai … “ , sì fratelli cristiani “ ... vivrai … “ cioè sarai amore , carità , amerai , cioè ti donerai , sarai per altro e per l’Altro .
Quell’avere fiducia , quell’avere , porre fiducia in colui con cui vivo , con cui ho scelto di vivere è amore , è amare è manifestare , dunque vivere , l’amore che è il totale atteggiamento “ per l’altro” , abnegazione , obbedienza all’altro cioè ascolto dell’altro ; dunque colui con cui vivo mi fa vivere , mi anima , mi fa essere anima ,mi realizza , mi fa essere ciò che sono , mi fa esistere , mi fa sentire vivo , parte di questo mondo , essenza di questo mondo perché nel mondo e benchè come cristiano sono , appartengo ad un altro mondo ( Gv.17 , 16-18 ): “ …. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo …. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo… “ è questo dialogo tra il Padre ed il Figlio , Dio e il suo Cristo .
Dio è l’essere primo - cioè colui che c’era , che era prima di me - e colui che ama - perché ama per primo , lo afferma Giovanni nella sua prima lettera ( 4,19 ) : “ …. Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo … “ e ama per primo perché Dio è amore , carità : “ … E noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi dimora nell'amore dimora in Dio, e Dio dimora in lui … “ si legge ancora nella prima lettera dell’evangelista Giovanni ( 4,16 ) . Dunque io amo perché Dio ama , perché vive di amore , perché è amore , carità perché ama per primo perché è la fonte, l’origine dell’amore ; e ciò che abbiamo letto nel libro del Siracide a proposito dei comandamenti , di osservare i comandamenti , lo ribadisce Gesù nel Vangelo di Giovanni ( 15, 10-11 ) : “ … Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena … “.
“ … Quelle cose che occhio non vide , né orecchio udì , né mai entrarono in cuore d’uomo , queste ha preparato Dio per coloro che lo amano … “è ciò che il libro del Siracide indica ,mentre per Paolo , nella seconda lettura di questa giornata , sono la “ … sapienza che non è di questo mondo … “ Gesù invece le traduce , nel Vangelo , con quelle lapidarie parole : “ … Sia invece il vostro parlare : << sì,sì >> , << no, no >> …ammonendoci che non dobbiamo lasciarci andare , non dobbiamo consegnarci , non dobbiamo assecondare , che non dobbiamo essere preda del compromesso .
Il compromesso è la negazione del segno ,del sacramento . Non troviamo Dio nel compromesso ,perché il compromesso non va oltre la realtà , disdegna la ricerca dell’essenziale , non riconosce l’essenziale ma ciò che più conviene , l’adattamento . Non si va dunque oltre , non c’è pedagogita crescita , educazione ma stagnazione . Non può esserci sacramento , cioè segno che rimanda nell’adattamento , nel compromesso ; nel compromesso , nell’adattamento non si cerca la realtà , la verità ma il virtuale ciò che non c’è , ciò che appare , l’apparenza , ma non l’esistente . Il compromesso è il contrario dei comandamenti , delle dieci parole che Gesù riduce ad un unico comandamento dunque ad un’unica parola , il comandamento dell’amore celebrato da Agostino con la sua celebre frase : “ … Ama e fa ciò che vuoi … “ che Agostino scrisse in una delle sue dieci omelie a commento della prima lettera di Giovanni che noi oggi abbiamo ampiamente citato e rileggendo la frase del santo Dottore nella sua interezza riscopriamo quanto l’amore sia un comandamento , un precetto e che precetto : “ … Una volta per tutte dunque ti viene imposto un breve precetto: ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene…. ”.
E come rafforzativo a ciò , da Agostino possiamo prendere a prestito un’altra sua celebre sentenza : “ … Silere non possum ! Non posso tacere ! “ .