... solo cose di lassù ? ...

30.07.2022 08:03 Fratelli tutti siamo ricchi ma al tempo stesso siamo tutti poveri , è ciò che fa intendere la prima e la terza lettura oggi proclamate in cui si fa cenno ad uomo ricco (perché colui che possiede) che deve lasciare ad altri i suoi beni, e parlando di beni entrambi racconti evocano ( per contrapposizione ) chi è privo di beni : il povero . Ma sarà proprio così ? O si tratta ,come fa cenno il Vangelo ,di una disputa tra fratelli sulla divisione dei beni di famiglia da ereditare ? La Parola di Dio definisce , intende ricchezza e povertà diversamente dal significato da noi attribuito ai due sostantivi . Fratelli siamo ricchi perché abbiamo ricevuto in dono la vita , consegnata a noi in amministrazione come quella di coloro che a noi sono affidati ,i piccoli , i fragili di cui siamo responsabili ; i piccoli , i fragili , il nostro prossimo colui o coloro che sono a noi più vicini ,più prossimi . Il Signore Dio attraverso le parole del profeta Isaia ( 58,7 ) ci interroga su chi è a noi più prossimo ed elenca il nostro prossimo : “ ... Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,nel vestire uno che vedi nudo,senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? ... “ . Ma ,fratelli cristiani se siamo tutti ricchi è pur vero che allo stesso tempo e modo noi tutti siamo poveri perché abbiamo necessità, bisogno del Signore , di un Padre che continuamente ci riprende, ci ammonisce ci perdona , ci educa : di un Padre dunque che ci ama , cioè capace di dare , sacrificare se stesso affinchè noi non solo possiamo vivere , esistere , ma che nella nostra esistenza ci si possa realizzare, possa emergere la nostra vera identità , un’identità che si fonda su basi solide ,quelle da cui proveniamo : un atto di amore . Recita il Samo 54 (23) : “ ... Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno,mai permetterà che il giusto vacilli ... “ e l’apostolo Pietro prorprio riferendosi a questo Salmo dell’Antico Testamento scrisse nella sua prima lettera che compone il Nuovo Testamento ( 5,6-7 ) : “ ... Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi ... “ e ciò perché si avveri quanto il Signore predicò e che Luca ci ha trasmesso nel suo Vangelo ( 6,20 ): “ ... Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio ... “ . Riconoscersi poveri , bisognosi di Dio produce la sua vicinanza , la sua assistenza , la sua attenzione e fa di noi uomini leali perchè capaci di riconoscere i propri limiti , coloro che, come asserisce Paolo nella lettera che scrisse alla comunità cristiana che era in Colossi e che la liturgia della Parola ci propone quale seconda lettura di oggi XVIII domenica del Tempo Ordinario ,coloro che cercano : “ ... le cose di lassù ...” capaci di rivolgere : “ ... il pensiero alla cose di lassù , non a quelle della terra ... “ e le cose di lassù sono invisibili dunque eterne , cioè da sempre e per sempre lo insegna Paolo nella seconda lettera che indirizzò alla comunità cristiana che era in Corinto ( 4,18 ) : “ ... perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne ... “ . Sì, le cose della terra che l’apostolo elenca : “ ...impurità,immoralità ,passioni ,desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria ... “ sono costitutive dell’uomo vecchio , colui che eleva come suo feticcio la vanità come recita il libro del Qoélet , il vanto delle cose effimere che hanno una fine e spesso neppure un fine . Fratelli,le cose della terra si traducono nel limitare il significato di ricchezza e povertà alla sola mancanza o sovrabbondanza di beni . Se riteniamo che la ricchezza sia accumulare beni e la povertà mancanza di beni entriamo nella dinamica dell’uomo vecchio e uccidiamo , come invano si è cercato di fare , l’uomo nuovo . Non permettiamo che si uccida dentro di noi l’uomo nuovo perché acconsentiamo che si uccida noi stessi la nostra identità ,i nostri fini e la loro realizzazione . Le cose di lassù testimoniano l’ esistenza dell’uomo nuovo , sceso sulla terra e in noi incarnato, che si è stabilito in noi . Le cose di lassù stimolano a confrontare continuamente ogni cosa,ogni pensiero, in ogni momento con ciò che l’uomo nuovo in assoluto , il Cristo, ha detto e fatto . E‘ l’ammonimento che Gesù rivolge a Pietro ( Mt.16,23 ) : “ ... Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini! ... “ . Assumere l’identità dell’ uomo nuovo significa (per analogia naturalmente) pensare come Dio pensa e agire come Dio agisce perchè come Paolo insegna : “ ... Cristo è tutto in tutti ... “ lo abbiamo ascoltato nella proclamazione della seconda lettura . Istruiamoci ed abituiamoci dunque al linguaggio biblico , che è ben diverso dal linguaggio che questo mondo propone , quando non impone , dal linguaggio che solitamente usa . Misuriamo e confrontiamo le parole del mondo con le parole dell’altro mondo , quello al quale abbiamo scelto di appartenere . Riporta l’apostolo Giovanni ( 17,14 ) , queste parole di Gesù : “ ... essi non sono del mondo, come io non sono del mondo ... “. Scegliendo il discepolato dunque si è scelto di vivere in questo mondo seguendo le regole dell’altro mondo ,dando origine in questo mondo ad un’ inversione di tendenza , ad un modo di affacciarsi alla vita diverso da quello proposto o imposto . Questa inversione di tendenza , questo nuovo modo di affrontare la vita è cambiamento e se cambiamo noi stessi cambiamo il mondo a cui apparteniamo, perchè Gesù stesso attraverso l’apostolo Giovanni ( 17,11 ) riconosce la nostra non estraneità a questo mondo : “ ... Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo ... “ . Dunque siamo nella possibilità di dare inizio al cambiamento ; con la venuta dell’uomo nuovo non si è più come prima , si è oltre al prima dunque nel dopo, a ciò che deve venire , all’ avvenimento , alla novità e il tempo che precede il passaggio dal prima al dopo è tempo di attesa , è tempo forte , come insegna la Chiesa, tempo di Avvento , sempre tempo di Avvento . In questo modo il mondo è stato creato , il prima , il caos , non era vivibile , vivibile è sato ciò che è avvenuto dopo il cosmo , l’armonia degli elementi dunque la vita e ciò , attraverso la Parola della quale siamo seguaci , perchè la Parola è il dopo , è ciò che sta avanti a noi , ciò che ha sempre una risposta . Marco riporta questa frase di Gesù (20,21 ) : “ ... Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi»... “ che è in fondo la sintesi delle letture del giorno : Dio ci ama , fissa il suo sguardo su ognuno di noi e ci invita nella sua cerchia ristretta quando comprendiamo che il suo linguaggio e il suo agire è il nostro obbiettivo, questo è il punto di partenza del nostro cammino alla sua sequela .