SOTTOPOSTI E SOTTOMESSI ALLE NUOVE CATEGORIE: LAICI, DOCENTI, PENSATORI

06.02.2015 09:33

Leggo su Lettera diocesana in ultima pagina l’invito a partecipare in cattedrale a tre incontri in preparazione al 5° Convegno ecclesiale nazionale, titolo del Convegno “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Vi metto a disposizione la mia ignoranza maturata in 12 anni di formazione presso il seminario diocesano cittadino, io ammetto di ignorare, non certo come confratelli che bivaccano da anni nelle sedi delle Facoltà teologiche senza “portare a casa” un titolo perdendo tempo e con esso la loro dignità di uomini, preti, cristiani. Si “cammelleranno le truppe” per mostrare i muscoli ai relatori e ad essi fare ammirare i faraonici lavori incompiuti della cattedrale. L’ordine categorico e tassativo è riempire i banchi. Del tema ho cercato sul vocabolario della lingua italiana il significato della parola umanesimo, e scopro che è stato un movimento culturale che si è affermato in Italia dal XIV al XVI secolo e che per umanesimo s’intende anche qualsiasi concezione della vita fondata sui valori umani. Mi sono fermato e ho pensato ai fedeli chiamati a partecipare agli incontri, non coloro che entrano per dirla all’inglese sometimes in cattedrale, perché è il parlare di umanesimo, perché ci si sente acculturati, parte di un mondo provvisorio che non ha domani, continuità, che è solo per quella sera: “ amano i primi posti nelle sinagoghe”. Poi mi domando se in Gesù Cristo c’è o è il nuovo umanesimo. Ma Gesù Cristo è Dio, un Dio che s’incarna che viene nella mia umanità 2000 anni or sono, e vi è oggi e vi sarà domani sino a che vi sarà l’umanità. Ha toccato, tocca e toccherà questa umanità e la tocca perché ha parlato, parla e parlerà personalmente a chi ha composto, compone e comporrà questa umanità. Cristo c’insegna Paolo, o chi per esso ha composto la Lettera agli Ebrei:” …è lo stesso ieri, oggi, sempre”. Non è Gesù Cristo l’uomo nuovo, non è novità Gesù Cristo, è Dio, perfezione, la novità è come l’uomo percepisce Gesù Cristo che è sempre esistito dalla creazione, perché Verbo. Il fatto poi,  che un relatore venga presentato come “pensatore” mi fa impressione come a dire che la mente di chi ha concepito e composto il manifestino che invita agli incontri pensa che i cristiani non siano pensatori? Solo un docente, scrittore, laico, è un pensatore? Ma siamo tutti pensatori o abbiamo delegato anche quello: l’atto di pensare? Il pensare è un valore umano? E’ umanesimo il pensare? Tutto qui mi viene da scrivere, Gesù Cristo è tutto qui? E’ il nuovo umanesimo? In Lui si ripropone un movimento culturale? E’ cultura il cristianesimo? O è anche cultura? C’è altro dietro un movimento che ha superato tutte le fasi della storia, che è sopravvissuto e che ha annoverato nelle sue fila, uomini che hanno dato la loro vita per cosa? Per i valori umani? Per cultura? O hanno saputo leggere, comprendere nella Parola di Dio il Cristo, lo spunto per vivere la vita che lì è descritta; non hanno letto i libri dei relatori, ma hanno chiara la Scrittura, la Parola che ascoltano giornalmente di cui si nutrono alla mensa quotidiana della Parola. Giovani increduli? Si dibatterà il 25 marzo, non solo giovani. Donne e uomini per un nuovo umanesimo? Ma neanche per sogno! l’umanità oggi ha la necessità di riavere il suo Dio, tirato per i piedi da una parte all’altra per opportunismo, non più predicato ma sostituito e mischiato dunque annacquato nella sociologia, nella filosofia, nella psicologia. Gesù uomo nuovo? No! E’ l’uomo che deve divenire nuovo a fronte di un Dio fedele che non cambia dunque, che non è novità ma tradizione e ortodossia. Giovani increduli, sì e non solo giovani, ciò che ci presentano alcuni teologi, docenti e sacerdoti spesso è lontano da ciò che la Parola ispira, come la mettiamo? Io in quei lunedì mi recherò a pregare in silenzio, sarà Quaresima, osserverò per quanto potrò una mensa sobria, spingerò le mie orecchie al digiuno culturale, al digiuno della mondanità, dove esperti nelle scienze teologiche, studenti attempati e fuori corso, uomini e donne culturalmente elevati delegheranno altri a pensare in loro vece. No grazie, la Quaresima è silenzio, a dire che la novità è il silenzio.