... Stat crux dum volvitur orbis ...

18.12.2021 07:28 “ ... entrando nel mondo, Cristo dice: .... Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà ... “ questo fratelli cristiani è stato proclamato oggi - IV domenica del Tempo di Avvento - nella seconda lettura tratta dalla lettera agli Ebrei . Il Signore è venuto nel mondo , è nel mondo , dunque è presente perché la sua presenza qui in questo mondo , tra di noi , in mezzo a noi è per volontà divina , di Dio , del Padre , e il Signore è venuto per abitare l’uomo , per inabitarlo , per vivere dentro ad ognuno di noi , dunque per trasformarci ossia riportare l’uomo ,ognuno di noi ,nella condizione nella quale i nostri progenitori ,Adamo con Eva ,si trovavano nel giardino , all’origine , nel momento della creazione , nell’atto della creazione . Giovanni annota nel suo Vangelo queste parole di Gesù ( 14,23 ) : “ ... Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui ... “ dunque se diamo seguito a ciò che scaturisce dall’incontro con il Cristo in noi , nel nostro intimo , nel profondo di noi stessi, in noi prenderanno dimora il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo .In questo stato e per questo stato l’uomo torna nel giardino , torna all’atto della creazione che essendo già avvenuto diviene ricreazione . Ciò che sarebbe accaduto in Eden se i progenitori non avessero mangiato dell’albero non è scritto nella Sacra Scrittura perché quella condizione sarebbe stata il decorso naturale della vita dell’uomo cioè l’inizio di un decorso che doveva avere seguito, l’inizio di una condizione che l’uomo non ha voluto vivere . La Sacra Scrittura riporta la storia della salvezza , non ciò a cui l’uomo avrebbe dovuto essere destinato . Con l’avvento di Cristo l’uomo è stato stimolato , è stimolato , spinto , invitato a rivivere la condizione che vissero i nostri progenitori prima di scoprirsi nudi , cioè indifesi , soli , oppressi , schiacciati dal peso del peccato , dall’impossibilità cioè di godere della libertà e vivere la felicità per il solo fatto di esistere .In Eden , e ciò non è scritto nella Sacra Scrittura ma è intuibile , sottointeso, la vita , prima della ribellione dei nostri progenitori , di quella umanità , scorreva nell’ armonia tra creatura, creato e Creatore. Tutto era parte del tutto e tutto era parte di quella umanità ,pur nelle differenze di stato. Scrisse San Paolo nella sua prima lettera ai Corinti (15,28 ) : ” ... perché Dio sia tutto in tutti ... “ e scrisse degli ultimi giorni , quando il Cristo nella sua ultima venuta , quella della gloria , dopo aver “ ... ridotto al nulla ... ogni principato e ogni podestà e potenza ... “ annienta la morte : “ ... l’ultimo nemico ... “ ciò che introdussero , a causa della loro debolezza , i nostri progenitori , rappresentanti di un’umanità che non considerò e non volle vivere il rapporto con la divinità ,con il Creatore .All’origine ,in Eden, l’uomo , l’umanità , viveva la volontà di Dio perché con Lui era un tutt’uno , Creatore ,creatura , creazione che anch’essa , per la disobbedienza , dell’uomo fu sottoposta alla corruzzione, infatti osserva San Paolo nella lettera ai Romani (8,19-23 ) : “ .... La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo ... “ .Il creato ha poi un notevole impatto su di noi creature . Il creato , ci fa intendere San Bernardo di Chiaravalle, è stato pensato e voluto perché conducesse l’uomo al cospetto di Dio . L’uomo dovrebbe riconoscere , nel creato , non solo la mano creatrice di Dio ma la sua presenza ed esistenza : “ ... si imparano molte più cose nei boschi che nei libri ; gli alberi e le rocce vi insegneranno cose che non potreste ascoltare altrove ... “ scrisse il Santo dottore della Chiesa . Dunque fratelli cristiani,secondo il pensiero dell’apostolo, con impazienza attendiamo di esplicitare la volontà del Padre , che è poi la nostra salvezza , cioè ritornare in sua compagnia ,dimorare, collocarsi alla sua presenza nel giardino , in Eden dove tutto è armonia , dove è bandito il caos , il disordine , il rumore . Sì , in Eden il luogo dove il creato ha avuto origine , dove tutto ha preso forma e sostanza , la genesi del nostro essere. L’uomo deve tornare in Eden perché in esso e da esso ha preso forma ( è stato plasmato ) e sostanza , è divenuto persona perché gli è stato insufflato lo Spirito di Dio : “ ... allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente ... “ .(Gen.2,7 ) L’uomo deve tornare in Eden perché il cerchio della sua vita , della vita eterna si chiuda . L’uomo sente , è attirato , vi deve , vi vuole tornare perché è in quel luogo che hanno avuto origine le sue radici , lì , in quel luogo diviene ciò che deve essere . Scrisse Sant’Agostino nelle Confessioni : “ ... ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te. Che io ti cerchi, Signore, invocandoti e ti invochi credendoti, perché il tuo annunzio ci è giunto...” . La Sacra Scrittura lascia intendere che la vita dell’uomo , non deve seguire una linea retta , la retta via , anzi , se la direzione del cammino dell’uomo si svolgesse lungo una strada diritta , la conseguenza sarebbe l’impossibilità di congiugersi con il punto di partenza , perché l’uomo se ne allontanerebbe ,lasciarebbe il punto di partenza alle sue spalle . Diversamente la strada che l’uomo deve percorrere è circolare . L’uomo dunque deve percorre una circonferenza osservando ,durante il suo cammino , il centro del cerchio , occhio vigile del suo percorso, sino a congiungersi con il punto da cui è partito . La genesi del suo cammino si riassume come segue : in un primo tempo , allontanadosi dal luogo della partenza , ma poi convergendo su di essa . Così si delinea la storia della salvezza , che ha un inizio con l’allontanamento dal punto in cui inizia il cammino , e sotto la continua sorveglianza , l’assistenza di Dio , ad esso si ricongiunge . La partenza è sempre la stessa , così come il punto di ricongiunzione , ci si ritrova da dove si è partiti perché la partenza coincide con l’arrivo ma per rendersene conto , per prendere coscienza di ciò è necessario convergere al punto di partenza , convergere,cioè conversione, quindi convertirsi ; il percorso circolare dunque è continua convergenza , conversione al punto di partenza . Questa vita dunque si spende , è spesa per raggiungere il punto che inizialmente si è abbandonato , anzi che non si è neppure preso in considerazione , perché si ritiene, a torto , di essere artefici della propria felicità cercardola altrove ,non accorgendosi che la felicità è ritornare nel punto che abbiamo lasciato per scoprilo e lì rimanere, stazionare come il monaco nella sua cella , per gustare e vivere quel luogo che ci è donato affinchè si viva veramente , ci si apra alla realtà ; diversamente l’uomo sceglie la morte cioè l’allontanamento da Eden perché illuso da altro o da altri obbiettivi, perché compito del mondo, del mondano è di allontanare l’uomo da Eden , dove tutto basta , dove la felicità è alla nostra portata e l’uomo felice e appagato non può essere fagocitato e sfruttato. Riflettiamo sulle parole di Gesù ( Mt.6,25 -26 ) : “ ... Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?... “ . S.Paolo scrisse nella sua prima lettera inviata al discepolo Timoteo ( 6,8-10 ) : “ ... Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo. Al contrario coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione. L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori .... “ . E’ ancora Paolo ad esortarci con la sua lettera inviata alle comunità cristiane che risiedevano a Roma ( 12,16 ) : ... Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi ... “ e prosegue ( 12,2 ) : “ ... Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto .... “ .Non conosciamo Eden e ciò che offre , perché l’azione del mondo e del mondano ci allontanano da esso , cosicché siamo tenuti all’ oscuro di una realtà che ci renderebbe liberi mentre il mondo ci fa prigionieri , incatena alle sue usanze ,alle sue manie . Non è forse così ? Se no fosse così allora perché l’uomo patisce la fame ? La sofferenza ? La povertà ? La guerra ? Quando l’altra realtà , che siamo indotti ad abbandonare è stata pensata da Dio autosufficiente ,armonica , sincronica , provvidente ? Fratelli abbiamo e continuiamo a lasciare ciò che neppure si ha il tempo e la possibilità di conoscere : il certo , per dirigersi coattivamente verso l’incerto , con l’effimera illusione di superare il limite , quando il limite in Eden è la felicità , cioè ciò che è da folli superare ,abbandonare. Noi fratelli abbiamo scelto l’infelicità alla felicità , il tempo all’eternità . Siamo stati educati a contare ,a definire quando l’eterntà è indefinita e non è conteggiabile . Il giardino fratelli , Eden, non è davanti a noi , né dietro di noi , è intorno a noi , se apriamo gli occhi e drizziamo le orecchie . Il Signore infatti viene a guarire , a far parlare i muti , udire i sordi , ridare la vista ai ciechi , a sanare i corpi perché l’uomo sia ricreato e si accorga così della vera realtà che gli sta attorno senza che si allontanani dal luogo della creazione per poi con fatica dovervi convergere . Resti sempre a imperitura memoria il motto dell’Ordine Certosino : La croce resta mentre il mondo gira .