STORIE DI ORDINARIA FOLLIA
Care top model e cari amici di Chiesa Controcorrente, tanti anni fa è stato in visione presso le sale cinematografiche cittadine, un film tratto dall’omonimo romanzo di Charles Bukowski dal titolo “Storie di ordinaria follia”. L’oggetto, credo, perché non ho letto il romanzo, né visto il film, era la disordinata vita dell’aurore del libro. Credo, nel corso degli anni passati in seminario, che sono 12, di avere assistito all’approvazione della vita disordinata di chierici oggi preti. Dico approvata perché mai nessuno dei superiori, si è mai preoccupato di prendere uno straccio di provvedimento, non parliamo del caro Lele.
Dalla gita a Milano, con cui un diacono che mentre il pulmino viaggiava, calate le sue mutande, metteva il suo lato b in faccia ai chierici, presenti i superiori. Alle cene e incontri in seminario, dove Lele informava noi chierici di come vivevano certi preti, disordinati, sporchi, ecc., esclusi naturalmente quelli presenti, quelli sono l’esempio di come si può e si deve fare carriera. C’era poi la pubblica confessione, sempre presenti i superiori, che alla domenica dopo una stressante settimana di studio, e il fine settimana in parrocchia, confessava dell’uso della rilassante “cannabis”, che metteva tutte le cose a posto. C’era chi nei suoi racconti erotico-sessuali, sempre presenti i superiori, vantava l’uso dei locali ODG per incontri di natura tutt’altro che catechistica. C’è poi chi ormai divenuto prete, per svegliare le ragazze, nelle giornate di ritiro, si tuffava a torso nudo tra di loro mentre ai giovani consigliava l’uso del preservativo. Dovreste poi chiedere a Lele che vi racconti nel dettaglio, gli irreparabili danni morali e materiali, arrecati da un prete, oggi incardinato in altra diocesi, con un atto, da parte del vostro idolo, di carità nell’ambito della fraternità episcopale, per farla breve, scriverebbe Montanelli, ha tolto la mela marcia dal suo cestino e l’ha infilata di nascosto nel cestino di un altro. Fatevi raccontare di quel prete che ha fatto letteralmente impazzire i preti, che l’hanno avuto a servizio, e con il metodo di cui sopra è stato incardinato in altra diocesi straniera. Ci sono poi gli eterni studenti che da anni sono mantenuti, con i soldi del santo popolo di Dio, presso le facoltà teologiche italiane, il gelatina, il moralista, l’abatino… In attesa di licenza. O di quel seminarista amato da Lele al punto che veniva indicato come esempio di virtù, tanto da uscire, per fortuna dal seminario, per problemi, chiamiamoli così, nella sfera sessuale.
Di queste cose io ho chiesto spiegazione al vostro idolo, senza avere mai, dico mai, ricevuto una risposta, eppure sono fatti che riguardano me, come tutto il santo popolo di Dio, di cui care top model voi siete parte. La chiesa non è una spa, la Chiesa è del suo popolo, della sua assemblea, si chiama ecclesia proprio per questo, e il vescovo deve rendere conto perché la Chiesa non è sua e deve sentire le ragioni di tutti, non nascondere, celare, ignorare. Nella diocesi di Verona ho appreso che senza chiedere le dimissioni, ogni 5 anni gli incaricati del consiglio episcopale fanno spazio ad altri. Lo sapete che da noi il rettore del seminario è tale da oltre 40 anni? Mentre vi scrivo, 3500 biellesi sono assistiti dal CIM (centro igiene mentale), e poi sapete suicidi, depressione, alcolismo che non hanno risparmiato neppure i nostri preti dilagano, ed infine il nostro territorio sta scivolando in un tenore di vita a ribasso e voi e Lele tra poco godrete per l’inizio dei lavori di piazza duomo, mentre avete goduto per l’uso strumentale della madonna di Oropa. Come prete vi esorto al cristianesimo e non al paganesimo, gli idoli vanno rimossi e abbandonati. Date una svolta alla vostra vita e alla vita della diocesi: tutti a casa, non siete eterni. Vi consiglio la meditazione sul significato di morte e di nascita. Si muore per lasciare il posto ad altri, questo è altruismo, questa è carità, accettare di mettersi da parte.
Ho capito che qui, in diocesi, non so altrove, affiorano “Storie di ordinaria follia”
Nella memoria del Martirio di S.Giovanni Battista