SU ALI D'AQUILA
…. Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali d’aquile e vi ho fatti venire fino a me ….. “ questa affermazione la si legge nel libro dell’Esodo (19,4 ) …. il Signore dunque ci innalza , ci porta al suo livello , faccia a faccia …. non è il rapporto del padrone con lo schiavo , è un rapporto paritario quello tra il Creatore e la sua creatura , non di sudditanza , ma di pari dignità , è la pedagogia di Dio che tratta l’uomo come l’uomo dovrebbe trattare il suo simile ….… il diverso da sé … l’altro da sé … sia Dio o un’altra creatura perché fatti …. tutti …. ad immagine e somiglianza di Dio …. “ ….. poi Dio disse : – facciamo l’uomo a nostra immagine , conforme alla nostra somiglianza ….. “ è Parola di Dio che si legge nel Libro della Genesi ( 1,26 ) . Nel dialogo con la donna samaritana , che in questa III domenica del Tempo di Quaresima abbiamo testè ascoltato , Gesù in quel tempo ….. nel tempo , lungo il tempo dunque nella realtà storica , nel mondo reale , dunque nel nostro mondo , a Sicar una città della Samaria porta l’uomo , l’umanità “ su ali d’aquila “ azione questa , reale , parte del nostro mondo reale , quello in cui viviamo . Il dialogo si sviluppa in due direzione , perché due sono i soggetti , la donna samaritana e se volete anche i discepoli ( quando “ lo raggiunsero “ ) …… e Gesù . Se siamo stati attenti nell’ascolto della proclamazione del Vangelo , il senso del dialogo si sdoppia alla nostra attenzione : la banalità , che nella fattispecie , è il senso del dialogo che l’uomo ( la samaritana … i discepoli ) ha con Dio , un dialogo limitato e limitante che si ferma alla sola superficie , all’apparenza , allo scontato , nel visibile , nel risibile se volete … l’acqua … il cibo ….. Diversamente poi , incontriamo il profondo senso della parole di Gesù , parole di un livello superiore , cioè spronunciate per chi può e deve comprendere e questo perché Dio , che conosce la sua creatura , si spinge oltre, per risvegliare ciò che ha posto nel cuore di essa , parla a quel cuore che ha la capacità di comprendere , di speculare ….. parla con il linguaggio divino che è , e deve essere , il linguaggio dell’uomo ….. ecco perché la Scrittura , le Sacre Scritture , come afferma la Dei Verbum ( la Costituzione Dogmatica redatta nelle lunghe giornate Conciliari durante il Concilio Vaticano II ) : “ … hanno Dio per autore …. “ . Siamo chiamati a comprendere il linguaggio divino , perché capaci a comprenderlo , dunque a scegliere , a giudicare . Dio , perché creatore spinge l’uomo a dare il massimo di sé , perché quel massimo , il mio massimo , il nostro massimo ci realizza , fa emergere la nostra virilità che non è mai banale , né limitata ai sensi …. l’uomo deve essere ciò che è …. e siccome divino …. mai , proprio mai …. è banale , quando dimostra la sua virilità , l’essere uomo , l’essere vivo …… essere . L’essere uomo significa comprendere , essere duttile e malleabile come il rame ( l’oro rosso ) che conduce e si lascia formare , dare forma . La pedagogia di Dio è l’amore , dunque nel dialogo , nel rapporto intimo con l’uomo , l’educazione di Dio modella , trasmette , conduce amore , benevolenza , concordia , fattori questi costruttivi , formativi e questo … sempre , anche quando Dio ammonisce , richiama , perché l’amore è spesso , molto spesso fatto più di no che di sì . Ricevo amore perché comprenda che devo dare amore , e l’amore , è lo stare , dimorare , su quelle ali d’ aquila , è guardare il mondo dall’alto , da una prospettiva nuova , quella divina , perché sono divino come lui è divino …. santo perché lui è santo .... : “ … parla a tutta la comunità ….. e ordina loro : Siate santi , perché io , il Signore , Dio vostro , sono santo …. “ si legge nel Libro del Levitico ( 19,2 ) . Mai accettare il dialogo a ribasso , perché non è il dialogo proposto da Dio …. la banalità , il visibile , il finito è proprio dell’uomo , l’essenziale , l’invisibile , l’eterno è il proprio di Dio e, se io , in Dio sono dio , è anche il mio proprio . Se leggo l’invisibile è perché sono capace di cogliere , posseggo , ho occhi nuovi , sono uomo nuovo , che coglie la novità , la buona notizia , la buona novella . Scrisse Ireneo di Lione nel suo trattato “ Contro le eresie “ che Dio predispose : “ …. l’uomo alla sua amicizia e alla concordia con il prossimo … “ … l’amicizia di Dio porta alla concordia e la concordia è la capacità di dialogo e mediazione … e ancora Ireneo afferma che : “ … queste cose poi rendevano ricco l’uomo perché gli davano quanto a lui mancava cioè l’amicizia di Dio …. “. Dio parla all’uomo perché propone la sua amicizia , la sua perfezione , il suo essere totale e totalizzante perché vuole trasmettere se stesso all’uomo , se l’uomo liberamente accetta ciò che Dio gli propone ….. il dialogo ….. rapporto di conoscenza reciproca delle proprie reciproche intimità . Sono chiamato , se voglio , se scelgo , al dialogo intimo , all’intimità di Dio , all’intimità con Dio , benchè il Signore come afferma sempre Ireneo : “ ….. non aveva bisogno dell’amore dell’uomo … “ ma ancora Ireneo scrive … “ Dio per la sua grande misericordia verso gli uomini manifestò se stesso facendo sentire la sua voce …. “ ecco perché Gesù , a Sicar , in Samaria : “ affaticato per il viaggio , sedette presso il pozzo … “ .