SU OGNI DIVERSITA'? CHIAMATI AD ACCOGLIERE, NON A CONDANNARE
L’omosessualità è un problema ? E’ scandalo ? Direi che più che problema è una diversità e come tale dovrebbe essere vissuta da questa società ivi compresa la Chiesa . La diversità si diceva ,nella riflessione di ieri ha il diritto di essere vissuta , se riconosciuta . Se l’omosessualità è diversità ,è considerata diversità , al pari delle altre diversità deve essere rispettata . Con ogni tipo di diversità mi devo confrontare , perché la diversità , e ripeto ogni tipo di diversità è parte di questa società , di essa ne è frutto , da essa trae le sue origini . E’ parte dell’umanità stessa dunque è parte di me , come direbbe don Milani “ mi interessa “ , sono interessato , ricordate il milaniano “ I care “ ? . Se l’ accettiamo , dunque crediamo come cristiani , come credenti che nel pane e nel vino eucaristico , è presente la Presenza , il Tutto, Dio , crediamo che sia presente anche la creazione , che è perfezione di ciò che Dio ha creato . Se è presente la creazione è presente anche l’umanità con le sue diversità . Appurato ciò ogni diversità non è più problema ma diversità e come tale deve essere trattata ,e ogni diversità deve comportare lo sforzo di essere vagliata , criticata ,compresa , accettata .
Credo che nessuna diversità , sia un problema . Il problema suppone e presuppone una soluzione , la diversità è modo di vivere e di dichiararsi, ma non di imporsi. Importante e fondamentale è la coerenza e la responsabilità di essere ciò che si deve essere e non ciò che si vorrebbe essere, fondamentale è la conoscenza di se stessi è la continua ricerca di se stessi , l’accettarsi per ciò che si è e non per ciò che si vuole apparire o emulare . La diversità è affermazione della propria personalità ,del proprio ruolo , della propria identità costi quel che costi . La diversità non va taciuta né nascosta , va vissuta . Comprendete , cari amici di Chiesa Controcorrente la stretta connessione tra diversità e omosessualità? Il papa ci ricorda che non si ha diritto di giudicare , quindi si ha il dovere di criticare , cioè costruire un’opinione . Se giudico condanno , rimuovo , sentenzio, elimino , l’Olocausto ne è stato l’esempio : quanti diversi là ammassati nei luoghi dell’Olocausto come problemi , dunque non persone ma problemi da risolvere, pedine da spostare , ( pedina è un termine usato dalla gerarchia di questa diocesi per designare il prete); ma problemi , pedine: ebrei , zingari , disabili , dissidenti , omosessuali ecc .
In diocesi l’omosessualità è presente , esiste , spesso manifesta , il vescovo ne è al corrente, ne è stato messo al corrente anche dal sottoscritto . Non se ne parla , non se ne deve parlare , e questa mia affermazione , come le altre d’altra parte , darà scandalo e mi si dirà , nel segreto , e soprattutto da parte del clero che ho ragione ma che non devo farlo sapere perché così divido la comunità . No! Preciso , non divido , informo , confermo, affermo la diversità e la trasparenza . Se presente , se diversità, ne devo parlare , devo educare e incontrare perchè è parte del ministero e del Mistero . Gesù incontra tutti e a tutti propone , perché tutti secondo le loro diversità e modalità sono accolti in un progetto, la salvezza, che ha delle linee guida alle quali ispirarsi ed attenersi . Tra quelle linee guida c’è posto per tutti e voluti per come sono , ad ogni ora si può entrare nel Regno, cioè subito o all’ultimo momento , come ci ricorda il Vangelo di domenica prossima, la proposta di Dio non è imposizione , è libera adesione a precise condizioni contenute e scritte nella Sacra Scrittura , letta , meditata e ruminata nel profondo del mio cuore , della mia coscienza , a tu per tu con Dio , in un rapporto sponsale e con questo dico tutto : in un intimo rapporto dove nessun altro è ammesso . Nel talamo c’è posto per due quando c’è il terzo è depravazione è disordine , non più armonia . Solo nell’intimità trovo la pace , la serenità , la comprensione ,il perdono e la Chiesa è madre e sposa, cioè chi più di tutti sa e può perdonare .
Non posso tacere che l’omosessualità è componente del presbiterio , sarei un bugiardo , devo dire che è mantenuta nascosta , celata , non se ne parla nemmeno quando è evidente, manifesta e dichiarata . Queste cose dovrebbe raccontarle serenamente il vescovo , nascondendole ne fa un problema e uno scandalo . Non sono certo io lo scandalo , lo scandalo è il voluto silenzio . Vi ho scritto tempo fa che uno psicologo salesiano e sacerdote , dopo quarant’anni di professione stima che il 30% dei seminaristi sia omosessuale e abbia scelto il presbiterio per vivere la sua omosessualità, per opportunismo . Il clero non è immune dalla omosessualità come da ogni tipo di diversità . Ma nella Chiesa si trova il perdono e la pace , non il giudizio , non è compito del prete giudicare , non me è all’altezza , non ne ha gli strumenti e come lui ogni uomo . La giustificazione è di Dio , è suo appannaggio per sua grazia . Siamo cristiani ,uomini , peccatori ed il cristianesimo non è una setta , dove si agisce nel buio del nascondimento , Giovanni scrive “ siamo figli della luce “ . Se entriamo nella cultura dello scarto , si riconosce che la creazione è imperfetta , mentre è solo corruttibile , nel senso che si consuma , si trasforma, ma non imperfetta, perché eterna, pensata per l’eternità, ed è talmente perfetta da risorgere, cioè da riprendere vita in una nuova dimensione, la definitività, la perfezione. Dalla Perfezione , da Dio , si ha la perfezione e con essa la libertà , è poi responsabilità dell’uomo , di noi , scegliere di trasformare la perfezione in imperfezione , intraprendendo un cammino solitario rifiutando quell’intimo e sponsale rapporto di cui si è scritto nelle righe precedenti che porta alla vera conoscenza di se stessi , dunque alla realizzazione di se stessi .
La perfezione , Dio , suppone la conoscenza , infatti solo se conosco ,riconosco , comprendo che la conoscenza è composta di gradi , categorie, stadi, dunque di diversità , devo affermare che tutto è diversità. In ultimo tratto da “ Gli spiriti non dimenticano. Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux. Saggio di Vittorio Zucconi”, vi racconto come un popolo che non conosceva la scrittura e che non ha dato alla luce uomini come Platone, Aristotele, Agostino, Tommaso d’Aquino, Michelangelo, Picasso, ecc si adoprava nei confronti dei WINTKE letteralmente “i vestiti da donna”, gli omosessuali maschi. Essi vivevano ai margini dell’accampamento e non erano ammessi alla caccia. Ma Zucconi scrive che il cacciare non per sé, ma per la comunità ,era il massimo che i capi potessero concedere, infatti si sceglievano per la prima caccia, i venti più bravi, più rapidi, più letali cacciatori perché attaccassero per primi la mandria dei bisonti. Zucconi scrive:” il loro bottino sarebbe stato destinato a tutti coloro che non potevano provvedere a se stessi” dunque Zucconi specifica: poveri, vedove, donne ripudiate e non maritate (e questo è il problema delle coppie separate di cui sento il dovere come Chiesa di riconoscerne la diversità e di trattare in seguito la questione), vecchi, omosessuali. E per rendersi conto di ciò che era la caccia al bisonte bisognerebbe leggerne il racconto. Posso solo aggiungere che alla sera terminata la caccia, Zucconi scrive che le donne intonavano i canti di morte. Si moriva durante la caccia, si moriva anche per gli ultimi e i diversi.