TACEBAT? NO"RISPONDEBAT"
Cari amici di Chiesa Controcorrente dopo due giorni di silenzio, nel salutarvi in questo odierno incontro riprendo il commento della frase della lettera inviatami dal mio vescovo che così recita: Su questo tema sono colpito dall’atteggiamento di Gesù durante i processi ebraico e romano; di fronte alle ingiuste accuse l’evangelista annota: ” Jesus autem tacebat”. Discutiamo allora dei processi ebraico e romano: Gesù tuttavia stava zitto. In Matteo, nel processo ebraico Gesù non tace, anzi le sue risposte al sinedrio spingono il sommo sacerdote a stracciarsi le vesti, così si legge in Mt 26,57ss. Poche parole a Pilato l’essenziale, con ironia, ma non tace è scritto nel capitolo 27, Matteo spende poche parole per il processo romano. In Marco Gesù davanti al sinedrio (processo ebraico), è loquace quanto in Matteo, siamo al capitolo 14 dal versetto 53 in avanti. Come Matteo anche in Marco al capitolo 15, Gesù risponde stringato e ironico a Pilato, in quello che è stato il processo romano. Ma anche qui non tace. In Luca, l’evangelista che nel suo prologo ci assicura di avere fatto accurate ricerche, di essersi documentato, Gesù è condotto al sinedrio ma non è loquace quanto ci riferiscono Marco e Matteo, comunque interloquisce preferendo il dialogo al silenzio, è il processo ebraico. Poi è condotto a Pilato, per quello che è il processo romano in cui risponde ironicamente e stringatamente al governatore della Giudea. Viene poi condotto su ordine di Pilato ad Erode qui, solo in questo frangente Gesù non proferisce parola “tacebat”, ma Erode non è nulla, non conta nulla è un re travicello, un clown come ben rappresentato nel film di Norman Jewison “Jesus Christ Superstar”, infatti Luca annota che alla vista di Gesù “si rallegrò molto”, incapace di distinguere la realtà Erode vive in un mondo non reale, tanto da non comprendere il dramma che si sta consumando e lo rimanda a Pilato, Gesù è un pacco, una pedina, non un uomo che è collocato fuori dal mondo virtuale in cui vive Erode, re…. Di nulla, regge un regno che è retto da altri: governa da governato. Luca annota che la preoccupazione di Pilato, quando Gesù gli viene condotto per la seconda volta è di evitare il dramma, l’epilogo drammatico di quella pazzia. Anche qui nei processi ebraico e romano al capitolo 23 di Luca Gesù parla. Infine l’evangelista Giovanni annota che Gesù nel processo ebraico interloquisce con Anna poi viene mandato legato a Caifa. Giovanni riferisce inoltre di un lungo colloquio con Pilato in quello che è stato il processo romano. Gesù è uomo, non può tacere, e Gesù è il Cristo, il Verbo, è Parola stessa, dunque se Parola non è silenzio. Se tace, tace dopo avere parlato. La sua Parola lo ha condannato, ciò che è uscito dalla sua bocca, che è scaturito dal suo cuore, dalla sua coscienza, dall’elaborazione di ciò che ha visto, contestato. E’ la terza volta che lo scrivo Giovanni della Croce afferma che un solo pensiero dell’uomo, che è (conseguenza dell’elaborazione di ciò che si vede e si sente, si contesta) vale più del mondo intero, e alcuni sostengono che la traduzione corretta è che vale più dell’universo intero. La sua frase in latino eccellenza reverendissima è sicuramente d’ effetto, ma non rappresenta l’atteggiamento di Gesù. E’ vero, è scritto che ha taciuto, ma dopo avere detto ciò che doveva dire. Gesù come si è letto nei giorni scorsi nel Vangelo di Luca ha fatto quello che doveva fare “abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
P.S. Nel titolo si denota l'essere dotto di chi afferma "tacebat" e l'ignoranza di chi afferma "rispondebat".