TEMPI MODERNI

30.05.2016 08:12

Sempre di più , sedendosi in confessionale ad amministrare la misericordia di Dio , si ascoltano fratelli che lamentano il rapporto con questa società , sempre più macchina divoratrice della libertà e della dignità dell’uomo , che concepisce la vita dei suoi sottoposti come parti di una catena di montaggio ( ricordate il film Tempi Moderni di C. Chaplin ) questi sono i tempi moderni proposti . Ieri diluviava , i torrenti che attraversano la città erano gonfi di acqua mista a terra che ne conferiva una colorazione rossastra . Finito le confessioni mi sono recato , con il mio cane , in montagna sotto lo scrosciare di una pioggia battente , alle origini di quelle acque , in direzioni delle sorgenti dove l’acqua è trasparente , cristallina se ne può leggere il fondo ghiaioso . Sono salito in cerca della chiarezza , della trasparenza , del fondo , della purezza . Ho riflettuto turbato , i fedeli manifestano paura e questa società sapientemente sfrutta questa paura e attraverso questa li condiziona . I fedeli lamentano la forzatura di scendere a patti , compromessi o meglio ancora ricatti nel campo lavorativo , orario , compenso , trattamento umano sono nelle mani di padroni , padroni sempre più esigenti che da sempre sfruttano anziché cercare collaborazione . Il posto di lavoro è divenuto una conquista , è messo all’asta , perché mancante , c’ è forte richiesta , domanda , dunque è usato come leva per ricattare . Ora mi chiedo i sindacati cosa fanno ? Qual è la loro opera all’interno della società ? Hanno perso il loro potere ? I sindacalisti protetti dalla Legge , perchè non operano a favore dei lavoratori che perdendo sempre più il loro potere contrattuale confessano il loro disagio a Dio ? C’è chi piange la sua impotenza e denuncia l’impotenza delle istituzione preposte a difendere i loro interessi , e lo fanno nel segreto del sacramento , fanno esperienza di debolezza , fragilità , sentono calpestata la loro dignità in una Repubblica la cui Costituzione recita che questo Paese , l’Italia , il nostro Paese è fondato sul lavoro , mentre questo quando c’è è messo all’asta ed è usato come arma di ricatto , non è garantito e se non è garantito non è fondante . Mi chiedo come prete quale sia la mia risposta ? Quale sia la mia collocazione ? E’ chiara l’intenzione di preghiera a favore degli sfruttati , me compreso lavoratore , ma bisogna osare di più , spingersi oltre , andare in controtendenza , controcorrente . Devo e dobbiamo come pastori prendere posizione , difendere la classe lavoratrice …. tempo fa l’allora vescovo di Ivrea Mons. Bettazzi , oggi emerito, prese posizione partecipando di persona ad una stagione di scioperi a difesa per quella che era la principale risorsa economica della sua città , della sua Diocesi : l’Olivetti . Bisognerebbe analizzare dal punto di vista storico e sociale , quali furono i risvolti di quella stagione che quella Chiesa locale visse . Il risvolto populista fu l’accusa al vescovo di comunismo , mentre fu chiaro che quel suo partecipare ad una azione pubblica di protesta fu scelta a favore dei più deboli , del lato più debole della società , una scelta degna del Cristo , una scelta cristiana , una scelta in controtendenza , coraggiosa , controcorrente nella logica cattolica . Oggi i preti sono divenuti burocrati , che al riparo , nelle canoniche e nelle sacrestie , compilano registri , bilanci , si prodigano per la realizzazione di progetti edilizi di ammodernamento e mantenimento delle loro proprietà e per questo hanno accettato ogni tipo di compromesso con il potere economico o civile che sia . Si sono ammanettati da soli , amministrano e si accontentano di amministrare senza rischiare . Il fattore rischio nella Chiesa si chiama Gesù Cristo , la parabola dei talenti è fin troppo chiara e non risponde al comportamento dei preti che nella parabola si possono identificare in coloro che nascondono il denaro, lo sotterrano per paura e lo restituiscono senza farlo fruttare . Il Signore con loro non è stato certamente magnanimo come si legge nelle pagine del Vangelo . E’ necessario che il clero prenda , anche singolarmente, posizione attiva tra i lavoratori e con i lavoratori e a favore dei lavoratori , cerchino e si ritaglino una posizione all’interno dei sindacati , di tutte le sigle sindacali , si schierino , partecipino alle manifestazioni , salgano sui palchi della dirigenza per manifestare, con la loro presenza , la presenza del Signore tra il suo popolo, con il suo popolo , perché “ l’operaio ha diritto al suo salario “ cioè ha diritto della sua dignità di uomo , di creatura ancor prima di lavoratore . Non è nella vocazione del prete la militanza politica , ma pubblica sì perché uomo pubblico ,e la partecipazione ai processi in difesa dei salariati sfruttati da politiche sempre più a favore delle classi sociali più forti sì , quello è il suo posto , direi il suo dovere .Va portata a tutti i costi all’interno di questi organismi sociali la presenza della Chiesa , perché fin troppo presente ed evidente sino all’invadenza , la sua presenza dall’altra parte . E’ il Signore crocefisso che chiama , chiama Francesco e lo invita a riparare la sua casa , quelle Chiesa diruta che divenne la Porziuncola intorno alla quale ebbe origine il movimento francescano e ancora , nel sogno a papa Innocenzo III indica chi è preposto a reggere la sua Chiesa che sta per crollare , come viene raffigurato nella Basilica Maggiore da Giotto di Bondone . Sempre e per sempre il Signore chiama alla difesa della sua Chiesa , della sua assemblea , del suo popolo . La storia è foriera di esempi di pastori che hanno lottato per il loro gregge : pensiamo ad esempio all’opera dei missionari gesuiti nell’America Latina , ordine e Continente da cui proviene questo Papa , scelsero e difesero sempre la parte dei più deboli : il popolo che servirono con la loro stessa vita e per questa scelta evangelica anche loro furono accusati di comunismo mentre il loro fu solo servizio , quel lavare i piedi e non farseli lavare . Deve iniziare questa stagione nuova in cui si dimostri il coraggio di uscire allo scoperto ( la famosa Chiesa in uscita auspicata dal Papa ) per difendere i diritti della nostra gente , se non prima, almeno nello stesso modo in cui ci si adopera per difendere i diritti dei migranti . Le condizioni dei lavoratori oggi è al limite se servono le mense , ancor di più devono servire capacità contrattuali . Credo che si debba aprire una stagione di dialogo con le forze sindacali e con esse concordare una strategia unitaria per difendere i lavoratori ( l’abolizione dell’art. 18 passata in sordina dalla Chiesa è una sconfitta cristiana ed evangelica ) . Il Cristo si crocifigge tutte le volte che viene commessa una ingiustizia e tra la tante dimenticate ingiustizie c’è il comportamento padronale verso la classe lavoratrice . C’è un tacito assenso e un reale compromesso tra le classi dominanti e la chiesa istituzione, è palese , si strizza l’occhio per convenienza ed opportunismo ai borghesi benpensanti e perbenisti rappresentanti delle classi dominanti che all’interno di commissioni e uffici diocesani dilagano, occupando i posti decisionali e annichilendo la volontà di riscatto propria del cristianesimo : la giustizia , che proviene dalla Verità , che è il Cristo , che nella sua vita sceglie da che parte stare e per quale parte donare la sua esistenza spingendosi fino al limite : la morte . La venuta del Cristo è universale è stata per tutti , alla parte che deteneva il potere ,sacerdoti , scribi e farisei ( l’odierno potere politico e sociale appoggiato dal potere religioso ) tese una mano , chiese di scegliere perché la scelta è nel popolo , tra il popolo e per il popolo dunque “chi è cagion del suo mal pianga se stesso “ diceva Dante . I lavoratori , non ci hanno dimenticati , non ci hanno scartati , ci aspettano e al riparo , nel segreto dei confessionali piangono le loro sconfitte e quel pianto è un grido è un urlo universale che copre il primordiale scoppio del Big Bang .