... tempo per il Signore ...

23.01.2021 14:45 “ … e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare e non lo fece … “ è quanto il profeta Giona coglie nell’intenzione di Dio e lo annota nel suo libro , e la Liturgia della Parola , oggi propone nella prima lettura di questa III domenica del Tempo Ordinario quel desiderio di Dio proclamato , annunciato ma poi sopito , contenuto , sospeso . Tra i sinonimi che si attribuiscono al verbo ravvedere che significa accorgersi , riconoscere cioè essere accorto , attento , riflessifo , posato ne troviamo altri che divengono atti concreti con i quali l’uomo pone rimedio a seguito di una attenta riflessione che segue un suo comportamento o atteggiamento rigido , severo . Questi atti si traducono , si manifestano nel pentimento , nella correzzione , nel rimedio , nel ricredersi , nel rammaricarsi , nel riscattarsi . Dio dunque non è inamovibile , non è statico ma dinamico , in divenire. Egli si ravvede e in altri brani dell’Antico Testamento Dio si ravvede sino a pentirsi cioè prova dolore e rimorso di ciò che commette o sta per comettere , del male che commette, o che ha intenzione di commettere . Dio prova un senso di intima condanna per l’azione o il comportamento giudicati colpevoli o ingiusti . Non è certo questo il comportamento degli dei dell’Olimpo , ma è questo il comportamento che Dio sceglie di manifestare ; di Dio , in cui noi crediamo , oggetto e soggetto del nostro credo , del nostro sperare . Dio non ha problemi nel riconoscere i propri sentimenti , il proprio pentimento , il proprio sbaglio e non ha problema di trascrivere , di rendere indelebile il suo pensiero , il suo sentire , il suo sentimento , di consegnare le sue affermazioni e le sue azioni ( dalle più misericordiose alle più cruente ) alla Storia , alla Tradizione , di trasmettere perpetuamente , nei secoli dei secoli il suo foro interno , la sua interiorità, la sua intimità perché trasmettere è espressione e atto di fecondità. Il patto , l’alleanza del Signore con l’uomo , con il suo popolo , con chi lo cerca , lo segue , lo sceglie è eterna e unica e i comportamenti del Signore sono sempre in evoluzione , in divenire dunque sono oggetto di discussione e di speculazione da parte dell’uomo . Dio dunque in questo modo dimostra di essere il miglior uomo possibile , è modello per ogni uomo che a Lui per analogia somiglia perché fatto a sua “ immagine e somiglianza “ come si legge nel libro della Genesi ma , l’uomo non può essere Lui , Dio ……. può però essere ; vivere cioè non l’apparenza ma lo sostanza che è il ricercare e scoprire ciò per cui esiste, ciò per cui è stato voluto , pensato ,generato e amato . Vivere la propria essenza per l’uomo significa riconoscere la propria identità che non è la pedestre imitazione priva di originalità , novità , mediocre , di scarso valore di modelli imposti o proposti, ma è divenire modello ossia punto di riferimento , sinonimo di ciò che si avvicia o tende alla perfezione . Dio dunque è capace di pentirsi , di provare pentimento , di esprimere sentimenti , quei sentimenti che sono propri dell’uomo , che sono anche dell’uomo perché sono di Dio , perché ancor prima di essere dell’uomo sono di Dio.Tra Dio e l’uomo dunque c’è un legame non solo di dipendenza , ma di appartenenza ; l’uomo appartiene a Dio e perché appartenente dal Lui dipende ; osserva Agostino ne Le Confessioni : “ … ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te…. “. L’uomo è creatura di Dio , non è Dio creatura dell’uomo ,Dio crea l’uomo e lo crea a sua immagine e somiglianza , suo è l’aspetto ,il corpo e Gesù ne è testimonianza , prova diretta , e suo è il foro interno , l’anima , lo spirito , la spiritualità come riferisce , per ispirazione , Paolo nella sua prima lettera inviata alla comunità cristiana che era in Tessalonica ( 5,23 ) : “ …. e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile … “ e a queste componenti che fanno dell’uono la persona , si aggiunga la divinità , la vita di grazia , la vita divina che ci è stata onferita nel sacramento del Battesimo , con essa si diviene figli di Dio e per il fatto che Dio è divino , analogamente divini siamo noi . Scrive Paolo alla comunità cristiana che era in Colossi (2,9-10 ), che con il conferimento della divinità , nostra pienezza diveniamo nuove creature , cioè divini: “ … È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza … “ “ … perché …. “ afferma ancora Paolo nella sua prima lettera ai Corinti ( 15,28 ) “ … Dio sia tutto in tutti … “ e a conclusione riporto quanto S. Bruno di Colonia , fondatore dell’Ordine Certosino scrisse nel suo commento ai Salmi : “ … Essendo lui Dio deificherà anche i suoi … “ . A conclusione di queste citazioni non ci sfugga quanto la Sacra Scrittura attraverso il Libro del Levitico (19,2 ) insegna : “ …. Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo … “ essere dunque come Dio , perché divini . Dio dunque si pente e la Sacra Scrittura lo evidenzia , lo afferma , lo certifica : “ … E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo … “ si legge nel libro della Genesi (6,6 ) , e nel libro dell’Esodo ( 32,14 ) si legge “ … Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo … “ e ancora nel primo libro di Samuele il Signore pronuncia queste parole ( 15,11 ) : “ … Io mi pento di aver stabilito Saul re …. “ . Non solo , ma Dio sin dall’inizio dei racconti biblici , rende visibile il suo ravvedimento è ancora il libro della Genesi ( 9,16-17 ) ad esserne testimone e prova : “ … L'arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra ». Disse Dio a Noè: «Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra » … “ . Dunque nel racconto biblico compare nel cielo l’arcobaleno che ancora oggi stupisce , emoziona e cattura la nostra attenzione perché retaggio di quel patrimonio spirituale che proviene, deriva dal nostro passato . Esso evoca la nostra storia e nello specifico la Storia della nostra salvezza :“… Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell'alleanza tra me e la terra … “. ( Gen.9,13 ) . Il pentimento è la volontà di ritornare sui propri passi , e Dio ne è capace , è capace per noi e lo insegna ecco perché Paolo secoli dopo introdusse nelle sue lettere il termine ricapitolare cioè riassumere , riepilogare , ritornare ai punti essenziali come ebbe a scrivere nella sua lettera inviata alla comunità cristiana che era in Efeso ( 1,10 ) : “ … ricapitolare in Cristo tutte le cose,quelle del cielo come quelle della terra …. “ e ciò si realizza , come afferma Paolo : “ … nella pienezza dei tempi … “ I tempi sono dunque pieni , sono cioè giunti , sono maturi e maturati ; sempre è tempo per il Signore .