... tiriamo i remi in barca ...

05.02.2022 08:18 Fratelli Paolo nella sua prima lettera indirizzata alla comunità cristiana che era in Corinto e che la Liturgia della Parola ha proposto a noi oggi ,V domenica del Tempo Ordinario , ci invita a restare saldi , radicati nel Vangelo , Vangelo annunciato , ricevuto perché trasmesso . Scrisse Paolo ai Corinti : “ ... Vi proclamo , fratelli , il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto,nel quale restate saldi e dal quale siete salvati , se lo mantenete come ve l’ho annunciato ... “ e prosegue ancora Paolo “ ... A voi infatti ho trasmesso , anzitutto , quello che ho ricevuto cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e ai Dodici .... “ . Il Vangelo dunque non è solamente letto ma proclamato cioè dichiarato , decretato solennemente in un contesto ufficiale che è l’assamblea qui convocata anzi autoconvocata dunque spontanemente e liberamente presente . Ciò poi che Paolo proclama , il Vangelo , è ricevuto perché trasmesso e come è ricevuto tale deve essere trasmesso . Il Vangelo nello stesso modo nel quale è a noi affidato , così da noi , deve essere mantenuto e trasmesso . La sua integrità è resposabilità di chi lo trasmette e di chi lo riceve. La sua trasmissione si traduce con il termine Tradizione . La Tradizione dunque è ricevere, mantenere e trasmettere ; ma cosa ricevere ? E cosa mantenere e trasmettere ? “ ... che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e ai Dodici .... “ ci insegna Paolo . Fratelli il Vangelo proclamato difronte all’assemblea è segno della presenza reale del Signore , è la sua Parola tramessa per mezzo della voce dell’uomo . E’ rituale il modo con cui il sacerdote proclama il Vangelo. Il sacerdote è accompagnato alla proclamazione dal canto dell’Alleluia ( che significa “Dio sia lodato “) che è una forma liturgica rispresa dall’ebraico . Dunque è il canto e l’invito alla lode al nome di Dio che accompagna la proclamazione del Vangelo . La parola stessa Vangelo reca in sé un significato profondo : di essa , scrisse Benedetto XVI nella sua opera Gesù di Nazaret : “ ... Di recente la parola “vangelo” è stata tradotta con l’espressione “buona novella”. Suona bene, ma resta molto al di sotto dell’ordine di grandezza inteso dalla parola “vangelo”. Questa parola appartiene al linguaggio degli imperatori romani che si consideravano signori del mondo, suoi salvatori e redentori. I proclami provenienti dall’imperatore si chiamavano “vangeli”, indipendentemente se il loro contenuto fosse particolarmente lieto o piacevole. Ciò che viene dall’imperatore .- era l’idea soggiacente – è messaggio salvifico, non è semplicemente notizia, ma trasformazione del mondo verso il bene. Se gli evangelisti riprendono questa parola ,tanto che a partire da quel momento diventa il termine per definire il genere dei loro scritti, è perché vogliono dire: quello che gli imperatori, che si fanno passare per dèi, pretendono a torto, qui accade veramente: un messaggio autorevole, che non è solo parola, ma realtà. Nell’odierno linguaggio proprio della teoria del linguaggio si direbbe: il Vangelo è discorso non solo informativo, ma operativo, non è solo comunicazione, ma azione, forza efficace, che entra nel mondo salvandolo e trasformandolo. Marco parla del “Vangelo di Dio”: non sono gli imperatori che possono salvare il mondo, bensì Dio. E qui si manifesta la parola di Dio che è parola efficace; qui accade davvero ciò che gli imperatori solo pretendono, senza poterlo adempiere....” e conclude il papa emerito “ .,.. Perché qui entra in azione il vero Signore del mondo: il Dio vivente ....” . Il Vangelo poi è proclamato dall’ambone che è una tribuna rialzata che nelle prime chiese cristiane , come lo è oggi , serviva ,quindi serve , specialmente alla lettura dell'Epistola e del Vangelo . Anche la tribuna ,l’ambone , non è casuale , ma rituale , anch’essa è frutto della Tradizione , il suo uso è stato dunque trasmesso . Se ricordiamo qualche domenica fa si è letto dal libro di Neemia (8,1-4 ) : “ ... Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza ... e disse ad Esdra lo scriba di portare il libro della legge di Mosè che il Signore aveva dato a Israele ... il sacerdote Esdra portò la legge davanti all'assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza... dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l'orecchio a sentire il libro della legge. Esdra lo scriba stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l'occorrenza ... “ . Vedete fratelli come tutto sia Tradizione , come tutto sia da sempre e per sempre , nell’ambito di ciò che noi cristiani indichiamo e crediamo come il Regno . Prima di iniziare la proclamazione del Vangelo il sacerdote pronuncia queste parole : “ ... Purifica il mio cuore e le mie labbra , Dio onnipotente , perché possa annunziare degnamente il tuo Vangelo ... “ . E questa preghiera fratelli , se avete fatto caso ha le sue radici nel racconto che abbiamo poc’anzi sentito proclamare dalla tribuna all’assemblea, nella prima lettura tratta dal libro del profeta Isaia : “ ... io sono perduto , perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo ad un popolo dalle labbra impure io abito ... Allora uno dei serafini volò verso di me ; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare . Egli mi toccò la bocca e disse –Ecco , questo ha toccato le tue labbra , perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato ... – “ . Il sacerdote dunque dall’ambone , rivolgendosi all’assemblea convenuta annuncia il Vangelo allargando le braccia in direzione dei fedeli in ascolto , segno dell’abbraccio della Parola , ma anche dell’inclusione dell’assemblea nella Parola, e il sacerdote formula queste parole : “ Il Signore sia con voi “ sentendesi rispondere dall’assemblea “e con il tuo spirito “ e tracciando il segno della croce con il pollice destro sulla pagina del brano di Vangelo da proclamare annuncia la lettura del Vangelo e sempre con il pollice segna il centro della sua fronte , delle sue labbra e del suo cuore . Questo gesto significa che il Signore in quel momento è centro dell’attenzione , della divulgazione e del sentimento di chi proclama e di chi ascolta il brano di Vangelo. Il Signore dunque nell’atto della proclamazione è presente nella persona del sacerdote ed è Lui stesso a rivolgersi all’assemblea .L’assemblea , riconoscendo presente il Signore risponde all’annuncio del sacerdote con queste parole “ Gloria a te ,o Signore “. Proseguendo il sacerdote in segno di venerazione ,inchinandosi incensa il libro , il Lezionario , la Parola , il Signore stesso e inchinadosi nuovamente dà inizio alla lettura , alla lettura solenne , alla proclamazione . L’assemblea reagisce alla Liturgia della Parola alzandosi in piedi , segnandosi con il segno della croce tre volte come il sacerdote e rispodendo alle parole del sacerdote con le formule che le sono proprie . Terminata la lettura il sacerdote innalza il Lezionario , il libro , accompagnado il gesto con l’affermazione : “ ... Parola del Signore ... “ attendendo la risposta dell’assemblea che in quelle parole ha fatto l’eperienza della presenza reale del Signore ha “ lode a Te o Cristo “. Dunque bacia il brano di Vangelo appena letto e sottovoce pronuncia queste parole , questa preghiera : “ la parola del tuo Vangelo cancelli i nostri peccati “ La Parola proclamata nel contesto della S.Messa cancella i nostri peccati , come la Tradizione trasmette, lo abbiamo sentito nella prima lettura : “ ... questo ha toccato le tue labbra , perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato ... “ e Paolo nella seconda lettura affema : “ ... Vi proclamo , fratelli , il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto,nel quale restate saldi e dal quale siete salvati , se lo mantenete come ve l’ho annunciato ... “ . La Parola salva , reca in sé una forza , la forza che salva perché come si legge nei brani attibuiti agli evangelisti Luca (1,37 ) e Matteo ( 17,20 ) : “ ... nulla è impossibile a Dio ...” e Paolo scrivendo alla comunità cristiana che era in Filippi ( 4,13 ) affermò : “ ... Tutto posso in colui che mi dà la forza ... “ . Concludo . Fratelli cristiani, la Parola ha il potere di cambiare , trasformare , una vita , più vite , la vita , lo hanno testimoniato i primi discepoli di Gesù , gli apostoli ; è stato proclamato poc’anzi ,da Pietro ,nel brano dell’evangelista Luca : “ ... ma sulla tua Parola getterò le reti ... “ . Ma cosa raccolsero Pietro , Giovanni e Giacomo , gettando le loro reti ? Che cosa trassero a riva ? Che cosa guadagnarono nell’ ascoltare la Parola ? La rsiposta a queste domande è da ricercarsi nelle perentorie parole dell’evangelista Luca : “ ... lasciarono tutto e lo seguirono ... “ .