... tributo alla mia maestra : sig.na Vittoria Achino ...

09.11.2019 15:07 Paolo nella seconda lettera inviata alla comunità cristiana che era in Tessalonica , l’odierna Salonico città greca che si affaccia sul mare Egeo , e che la liturgia della Parola ci offre oggi XXXII domenica del Tempo Ordinario , scrive : “ … fratelli ,pregate per noi , perché la parola del Signore corra e sia glorificata ….. “ . Dunque fondamentale , per l’Apostolo delle genti , è che la Parola di Dio si diffonda e si manifesti . Se nell’Antico Testamento alla gloria era legato il concetto di ricchezza, di abbondanza , nel Nuovo Testamento si attribuisce al sostantivo il significato di manifestazione di Gesù Cristo , soprattutto attarverso la sua Risurrezione …. ecco spiegata dalle Scritture la gloria . La Parola di Dio dunque è dinamica , portatrice di vita , feconda , non certamente statica , sterile infatti l’Apostolo accosta la Parola all’esercizio della corsa . La Parola deve correre cioè spostarsi , per raggiungere nel tempo , attraverso il tempo ovunque e chiunque e ciò è la prova e la riprova della sua dinamicità , del suo intrinseco desiderio di trasformarsi , di tramandarsi , di trasmettersi , di divenire . La Parola , specifica Paolo : “ … corra … “ e nell’affermazione traspare la convinzione che essa , la Parola , sia persona , ella : “ … corra … “ perché corre chi è animato , chi dunque è dinamico , chi ha forza , chi imprime movimento , chi è capace di movimento . Paolo è conscio , crede , sperimenta che la Parola di Dio non è una forza creatrice , ma Dio stesso nell’atto di creare . Nel primo capitolo del libro della Genesi si legge per ben dieci volte : “ … Dio disse … “ a cui segue l’affermazione : “ … e così avvenne … “ a riprova dell’azione dinamica di Dio , dell’azione creatrice di Dio : Parola e azione . E noi sappiamo che la Parola di Dio è Dio stesso , lo scrive Giovanni nel Prologo del suo Vangelo nel quale noi credenti riconosciamo la Parola del Signore ( 1,1 ; 1,14 ) : “ … In principio era il Verbo , il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio ….. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità …. “ . Che la Parola di Dio sia creatrice , cioè la manifestazione di Dio nell’atto di creare , lo si può leggere ancora una volta nel Vangelo di Giovanni ( 1, 3 ) : “ … tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste …. “ e se persona la Parola è Parola incarnata , è persona in Gesù Cristo , Parola dunque persona , persona non accolta : “… Venne fra la sua gente , ma i suoi non l’hanno accolto …” predica Giovanni ( 1,11 ) . La Parola dunque , fratelli cristiani , la si incontra , non solo la si ascolta . La si incontra perché la Parola si manifesta , cioè si rende visibile , diviene reale nella persona di Gesù Cristo , tanto reale che la posso toccare, la devo toccare , la voglio toccare , si lascia toccare : “ … Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»…. “ sono le osservazioni che Giovanni annota e tramanda nel suo Vangelo ( 20,26 – 29 ) . E in quell’affermazione : “ … venne a porte chiuse .. “ c’è la prova della gloria del Cristo , il suo corpo infatti è glorioso , il corpo risorto è nella gloria in una condizione che gli permette di passare attraverso i muri , porta i segni della Passione , cioè della manifestazione massima , sublime dell’amore di Dio per l’uomo e del Figlio per il Padre ma nello stesso tempo si può toccare e in quel corpo si riconoscono le fattezze dell’uomo Gesù di Nazareth . Vedo , tocco , incontro la manifestazione gloriosa di Dio se credo , se ho fede . Paolo lo scrive nella lettera che poc’anzi abbiamo sentito proclamare : “ … La fede infatti non è per tutti … “ perché la Parola attecchisce , si radica , si incarna in coloro che si pongono all’ascolto con le modalità che si possono trarre , estrarre dalla parabola del seminatore che Gesù racconta e che Marco ( 4, 3-8 ) ci ha trasmesso nel suo Vangelo : “ … « Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». …. “ . La Parola dunque può non portare frutti , ma la causa non è attribuibile al seme , il seme germoglia sempre se cade nella terra , ma dipende dalla natura del terreno e dipende da come il seme è accolto e curato . Il seme in sé ha la potenza di dare, portare frutto e questa potenza diviene atto , cioè cresce e dà frutto a secondo della cura che il seme riceve da chi lo semina e dal terreno in cui vine impiantato , messo a dimora. Attenzione fratelli cristiani il seme deve morire , deve marcire cioè deve dare tutto , tutto se stesso , mettere a disposizione tutte le sue sostanze per far essere altro , l’altro , la pianta , l’arbusto , ciò che porterà frutto , il divenire , ciò che viene dopo , ciò che verrà . Il seme deve essere messo nella condizione di potere dare ciò per cui esso stesso esiste : “ …. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà … “ sono parole di Gesù trascritte per noi fratelli cristiani dall’evangelista Giovanni ( 12, 24 – 26 ) . Cristo viene in questo mondo , è venuto , si è manifestato ed è morto come il chicco di grano per permettere a noi fratelli di essere portatori di frutti , spighe rigogliose , di essere , divenire noi stessi semi , coloro che passano dalla potenza all’atto , che trasmettono , divengono Tradizione . Gesù nel racconto giovanneo fa presente che : “ … se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo … “ ed in questo ricordo ciò che mi ha insegnato , trasmesso la mia maestra delle elementari sul ritrovamento nelle tombe dei faraoni , di giare colme di semi di grano i cui chicchi “ … rimasti soli … “ trapiantati dopo 5.000 anni di solitudine germinarono …. la potenza diviene atto se si creano le condizioni , se si è disposti a realizzare , facilitare le condizioni , se si rendono libere e accessibili le condizioni , al di là del tempo , ma nello spazio , cioè qui , in questa realtà . Ma muore il seme ? Quel seme che marcisce , quel seme che è e che perché è tale fa essere altro da sé si trasforma seguendo la legge che in natura afferma che nulla si crea , nulla distrugge , tutto si trasforma come osservò Lavoiser , scienziato del ‘700 , iniziatore della chimica moderna . Già nulla si crea in natura perché tutto è già stato creato, perché tutto ha già avuto il suo inizio dunque il tutto deve solamente divenire secondo l’eterno piano di Dio . Come avverrà per noi fratelli , ci trasformeremo perché scrive S.Paolo : “ … La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo … “ un corpo glorioso come quello del Cristo infatti ci consola Gesù ( Lc. 21,18 ) : “ … neanche un capello del vostro capo andrà perduto …. “ .