Tutti i Santi I° novembre 2018
31.10.2018 17:01
Chi sono o chi si intende siano i poveri in spirito , a cui Gesù si riferisce nel brano dell’evangelista Matteo conosciuto come Il discorso della Montagna e che la liturgia della Parola propone oggi , ricorrenza di Tutti i Santi ? La povertà a cui si riferisce il Cristo , il Figlio di Dio non è certamente una o la condizione sociale che l’uomo può vivere , o meglio è sì …. condizione , ma condizione intima , profonda , spirituale , condizione che implica il rapporto tra Dio e l’uomo , tra il divino e l’umano . Quel rapporto , il rapporto tra l’uomo , creatura , e Dio suo creatore è rapporto bilaterale , rapporto dunque sponsale di dare e ricevere ; dare se stessi per ricevere l’altro reciprocamente , l’altro colui che è diverso da se stessi . E’ questo , a tutti gli effetti uno scambio di vite , ovvero mettere il bene più prezioso , la propria vita , nelle mani dell’altro attraverso una compenetrazione reciproca alfine di divenire unità pur nelle reciproche diversità e unicità, mantenendo vergini , intatte le reciproche identità … come d’altra parte avviene , o dovrebbe avvenire nel rapporto sponsale autentico . Non c’è confusione di ruoli nel rapporto sponsale , né confusione di generi . Salve , confermate le reciproche identità e , in quell’entrare uno dentro all’altro , nella compenetrazione si diviene , si è unità … si diviene come dice il Signore un’unica carne : “ …. i due saranno un’unica carne … “ leggiamo nel libro della Genesi ( 2, 24 ) , inizio della Sacra Scrittura.
Il povero , la figura del povero che Gesù presenta in questo brano di Vangelo appena proclamato , il povero in spirito , è colui che di fronte a Dio china il capo , perché riconosce in Lui , in Dio , colui che guida , che indica , che insegna e lo riconosce perché si lascia penetrare da Dio e , nello stesso tempo anche lui , il povero in spirito è messo , per grazia di Dio , in condizione di entrare in Dio …. possiamo dire che “ sposa Dio “ per usare un eufemismo . L’umano , nel divino , compenetrando il divino , viene a conoscenza della perfezione , conosce la perfezione quella condizione che non appartiene all’umano ma di cui l’umano è attratto , perchè la perfezione è alla portata dell’umano , tanto da incuriosirlo e ancor più stupirlo perché è oltre , supera i suoi limiti , scavalca , travalica gli orizzonti dell’uomo ; è , appartiene , la perfezione , ad un altro mondo a cui l’uomo più che tendervi percepisce di potervi appartenere : “ …. non siete del mondo , ma io vi ho scelti dal mondo …. “ afferma Gesù e Giovanni nel suo Vangelo ( 15,19 ) lo scrive , lo riporta perché sia eterno , oggetto della speculazione teologica dell’uomo . La perfezione è una virtù divina ,non certamente umana e l’uomo percepisce di appartenervi , di esserne parte , perché per grazia , riceve la vita divina dunque è introdotto nel mondo divino ; da Dio suo creatore è ritenuto capace di appartenervi . Il mondo divino , per l’uomo , per ognuno di noi fratelli cristiani ha dunque inizio già in questo mondo la cui peculiarità è la provvisorietà non certo la definitività , prerogativa questa della perfezione dunque della divinità . L’uomo , da Dio , è dunque proiettato oltre ; qui , in questo mondo dopo sforzi notevoli può raggiungere al massimo un’agognata , quanto mai effimera posizione in campo sociale , politico , religioso, diversamente là nel mondo a cui veramente ed eternamente l’uomo appartiene , apparteniamo fratelli cristiani , non c’è sforzo per giungervi , bisogna solo avere il virile desiderio di partecipare, bisogna solamente avere la volontà , dunque la libertà di aderirvi . La povertà che per il mondo in cui viviamo , per questa nostra società è sinonimo di bassa condizione , di totale dipendenza economica , di privazione della libertà , per Dio è una virtù in cui proprio perché l’uomo si riconosce a Lui dipendente e di Lui bisognoso ne riceve in cambio la vita divina , la divinità . La povertà per questo mondo è indotta per annullare ; ma per Dio , per il mondo a cui veramente e definitivamente apparteniamo è condizione di elevazione e affermazione . Preghiamo con fede il Salmo 81 che della nostra condizione afferma “ …. voi siete dei , siete tutti figli dell’Altissimo , ma certo morirete come ogni uomo …. “ e ancora S. Tommaso d’Aquino nelle sue Opere afferma : “ …. l’Unigenito Figlio di Dio , volendoci partecipi della sua divinità , assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi da uomini dei ….. “ . Il povero , la condizione di povertà diviene divina , diviene partecipe della divinità del Divino , il povero , chi si riconosce tale , dunque in Dio diviene dio . Coloro che si riconoscono figli si riconoscono anche poveri e poveri in spirito cioè detentori di quella forza vitale che anima , coloro che prendono coscienza che tale forza è eterna è per sempre , è eterna vita , ecco perché Gesù si riferisce a loro come i beati come cioè coloro che godono della visione ; beato cioè , benedetto , eletto , lieto , felice , contento , gioioso , estasiato , estatico.
C’è ancora qualcosa da dire ? No , c’è solo da ribadire : “ … beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli … “ .