TUTTO E'DIVERTIMENTO, SVAGO...DECADENZA

16.08.2014 10:11

Ho ricevuto a mezzo posta il calendario diocesano, che le restituisco eccellenza perché non interessato a nessuna delle attività in esso contenute e le faccio osservare, leggendo l’indirizzo sulla busta che da ben un anno e mezzo non sono più amministratore parrocchiale di Campiglia Cervo, questo denota il totale distacco che lei, e chi per lei, ha del suo clero. Le consiglio prima di stilare programmi e invitare a convivi di aggiornare la rubrica degli indirizzi. Lei vorrebbe dividere o condividere amicizia, fraternità con me quando non vuole con me dialogare? Lei è la personificazione della contraddizione, lei è la manifestazione della totale decadenza, solo un decadente vive di contraddizioni.

La fraternità e l’amicizia sono l’espressione di gioia che spinge sino al riso, che per un prete è il quotidiano incontro con il Signore. Lei propone aperitivi notturni, cene luculliane viaggi di piacere, basta leggere i boccacceschi racconti affidati a face book dal suo moralista diocesano, al rilassamento notturno dopo l’estenuante pellegrinaggio a Fatima, (mezza giornata di una sua riflessione), presente lei. A capodanno ci fa sapere il suo moralista attraverso la pubblicità dell’agenzia viaggio diocesana, sul suo giornale diocesano, con la sua paterna benedizione, che i più fortunati potranno sentire i profumi, vedere i colori e gustare le specialità del Marocco. Questo è lei, questa è la sua pastorale, questa è la gente con cui dialoga, di cui ama circondarsi. Lei propone i ritiri di formazione e di aggiornamento fatti per i coffee break su temi a cui non sono interessato, preferisco l’orazione mentale che lei non propone, a lei non interessa quel silenzio, quell’entrare in se stessi per incontrare il Signore, per ascoltare, per entrare in dialogo con Lui. A lei dalle proposte fatte piace il rumore, il caotico rumore di tazzine di caffè e cucchiaini, osservare la gente che mangia, che gode del cibo, che ride, che fa battute anche spinte, e che spesso “alza il gomito”. Lei non è capace al dialogo, lei predilige gli incontri conviviali anonimi, distaccati, utili per fare affari: questo propone e a me non interessa. Lei s’infastidisce quando qualcuno non partecipa perché lei ama un esercito di soldatini pronti alla sottomissione, naturalmente apparente cioè manifesta attraverso la partecipazione. Tanti preti vengono solo per darle il contentino e lei si accontenta di una situazione che è un cancro, lei quando lascerà questa diocesi avrà distrutto il tessuto sociale del clero, che ha minato con il suo arrivo e le scelte dei suoi stretti collaboratori. Si distingua per una volta, prenda posizione, faccia un gesto coraggioso, proponga al clero l’uso dell’orazione mentale, perché è armonia, essa non porta all’omologazione ma esalta la diversità che è base del rapporto con Dio, essa è cura all’omologazione, mentre lei ha inoculato a questo clero il virus dell’omologazione, lei vuole fotocopie non preti, pedine come ci definisce l’abatino. L’omologazione uccide il dialogo, è abortiva del dialogo. Il dialogo che ha origine dall’orazione mentale se è armonia è canto, è musica silenziosa che prende vita dentro di noi perché generata  da quel rapporto primordiale che fonda: il rapporto con Dio. L’uomo è fatto per la vita contemplativa, che è il centro della vita del prete, essa è la dimensione essenziale della vita umana, tutti ne abbiamo bisogno, da essa nasce lo spirito missionario che è quell’invito ad uscire fuori che papa Francesco predica con toni accesi. Lei regala amicizia, fraternità a buon mercato, ma si guardi bene dall’offrirla perché offrire significa sacrificare, non c’è nulla nei suoi programmi che sia frutto di sacrificio, “ogni giorno ha la sua pena” scrive Matteo, e poi si vada a leggere la Passione, dove il sacrificio è azione di vita, della nostra vita, della nostra salvezza. Lei passa questo messaggio di pascaliana memoria: tutto è divertimento, svago…quindi decadenza. Le rispedisco i suoi programmi e si renda utile almeno aggiornando la rubrica degli incarichi diocesani, e ricordi nella S.Messa   don Andrea Pasi, di cui oggi ricorre l’anniversario della morte, un prete non proprio suo amico, anniversario che non è ricordato nella locandina degli avvisi della sua cattedrale: per questo vergogna!