... umiliazione ...
04.01.2020 08:13
“ ... La Legge fu data per mezzo di Mosè , la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo … “ così , con queste parole San Giovanni Apostolo ed Evangelista trasmette l’insegnamento di Gesù , il Maestro , il figlio di Dio , Dio fatto uomo , Dio , e lo trasmette , lo affida a noi cristiani che oggi ci apprestiamo a vivere nella Liturgia questa seconda domenica dopo la Solennità del Natale .
Giovanni trasmette a noi ciò che a lui stesso è stato trasmesso e lo trasmette a noi che siamo coloro che hanno raccolto la tradizione ebraica completata , perfezionata , arricchita , integrata dalla nuova tradizione : la tradizione cristiana e tutto ciò è stato da noi abbracciato ed è il nostro credo , ciò che dichiariamo credere .
La tradizione ebraica porta con sé la Legge , la legge di Mosè che si trova scritta nei primi cinque libri dell’Antico Testamento , il Pentateuco composto dai libri della Genesi, dell’Esodo, del Levitico, dei Numeri e del Deuteronomio . La legge , nella lingua ebraica Torah , parola che significa istruzione , insegnamento , legge , contiene quelle norme , quei precetti che la Tradizione ci trasmette , vuole , che siano stati consegnati da Dio a Mosè sul monte Sinai , norme che avevano lo scopo di regolare la vita sociale , politica , religiosa , etica e morale di Israele , come comunità , popolo .
Si legge nel libro dell’ Esodo ( 24,3 ) : “ … Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!»….“ e ciò perché come si prega nel Salmo 18 ( 7 ) : “ … La legge del Signore è perfetta,
essa ristora l'anima;la testimonianza del Signore è veritiera, rende saggio il semplice.I precetti del Signore sono giusti,rallegrano il cuore;il comandamento del Signore è limpido, illumina gli occhi … “ .
La Legge è costituita da oltre 600 norme. La più rilevante di queste è lo Shemà, o professione di fede ebraica, che si può leggere nel libro del Deuteronomio ( 6,4-9 ) e che così recita: “… Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte … “ e Gesù , proprio per rimarcare l’importanza , la rilevanza l’assolutezza di questa Parola , la definì “ … il più grande e il primo dei comandamenti …. ” (Mt.22,38 ) e della Legge Paolo scrivendo ai Galati ( 2,24 ) afferma : “ … Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede … “ .
Comunque , e questo resti , rimanga un monito per noi fratelli cristiani , oggi insistentemente chiamati alle sole opere di misericordia corporale che diseguito vi elenco :
Dar da mangiare agli affamati ;
Dar da bere agli assetati ;
Vestire gli ignudi ;
Alloggiare i pellegrini ;
Visitare gli infermi ;
Visitare i carcerati ;
Seppellire i morti.
Le opere di misericordia corporale consolano una umanità sempre meno incline ad ascoltare ,a riflettere ,a pregare , a meditare , ad adorare la Parola di Dio , Dio nelle forme in cui lo conosciamo , in quelle cha la Tradizione ci ha tramandato e in cui si è manifestato , prima fra tutte nella creazione . Una umanità sempre più orientata al fare e al produrre anche opere di misericordia corporale ma per suo proprio uso e consumo , per apparire e sentirsi realizzata al pari dei farisei : “ … il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano . Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.… “ si legge nel Vangelo di Luca (18,12) . Il fariseo , l’uomo di retta coscienza e di vita apparentemente ineccepibile , secondo lo standar della categoria dei benpensanti di ieri , di oggi , di sempre .
Le opere di misericordia spirituale sono invece accantonate , disattese , esse non hanno la capacità di portare alla ribalta , non ci proiettano su di un palco , al cospetto di un pubblico , osannati e incensati dai cosiddetti benpensanti che fanno risuonare i nostri nomi cosicchè ci si possa sentire , non tanto utili quanto importanti , al centro dell’attenzione , noti e alla notorietà , all’apparire , all’apparenza ci si assuefa , ci rende dipendenti , malati di protagonismo .
Così spesso si agisce , non per convinzione ma per convenienza , si è altro e non se stessi . Gesù ci ammonisce dal non essere , cioè ci spinge ad essere diversi dai farisei , diversi da loro modo di essere : “ …. Tutte le loro opere le fanno per essere osservati dagli uomini …. “ e queste parole sono annotate da Matteo nel suo Vangelo ( 23,5 ) .
Dunque spesso , ormai spessissimo la pastorale e l’omiletica partigiana intenta a seguire questo mondo che ha idealizzato ed idolatra il tempo , assume una direzione unilaterale e spinge i fedeli ad occuparsi as prediligere solamente delle opere di misericordia corporale che procurano soddisfazione e fanno sentire realizzato di fronte agli altri soprattutto l’operatore . Colui che opera è fatto sentire qualcuno , al centro dell’ osservazione , mentre si lasciano , si abbandonano nell’ombra , si affidano all’ombra , all’oscurità le sette opere di misericordia spirituale che doverosamente vi elenco per vostra e mia informazione fratelli cristiani :
Consigliare i dubbiosi ;
Insegnare agli ignoranti ;
Ammonire i peccatori ;
Consolare gli afflitti ;
Perdonare le offese ;
Sopportare pazientemente le persone moleste ;
Pregare Dio per i vivi e per i morti .
Le opere di misericordia spirituale non hanno come risvolto il premio e la consolazione delle luci della ribalta , sono opere fatte nel riserbo , nel nascondimento , nel più assoluto silenzio e discrezione secondo lo stile e il comportamento cristiano .
Ci insegna Gesù : “ … Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate …. ( Mt.6,5-8 ) .
L’atteggiamento del cristiano sia poi , quello del pubblicano nel racconto dell’evangelista Matteo ( 6,13 ) : “ … Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore… “ .
Già fratelli cristiani , peccatore , sì fratelli cristiani , peccatori perché non lo siamo forse ? O siamo santi , ci sentiamo santi , ci fanno sentire santi proprio per spingerci ad adoperare a spendere tutte le nostre forze nelle opere di misericordia corporale ?
Forse è meglio , anzi sarebbe doveroso sentirsi peccatori , perché lo siamo realmente , è il peccato , purtroppo,quello che ci fa simili ed è ciò che ci distingue dal Cristo che in tutto è uguale all’uomo fuorchè nel peccato . Paolo scrive agli Ebrei (4,15 ) queste parole : “ … Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi,escluso il peccato ....” e i Padri Conciliari nella Costituzione dogmatica Gaudium e Spes ( n. 22 ) di Gesù affermarono che: “ …. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato … “ .
Il peccato ci identifica come uomini , il mondo cerca in tutti i modi di giustificare il peccato , di giustificare la nostra natura di peccatori e assolverla , ma non è suo potere .
Paolo nella sua lettera alla comunità cristiana che era in Roma scrisse : “ … tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ….. “ dunque non la legge o i decreti ma la salvezza sta nell’umiliarsi , nell’umiliazione come scrisse Pietro nella sua prima lettera ( 5,6 ) : “ … Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi … “ , primo passo nella vera conoscenza di noi stessi .