UNA PESSIMA LETTERA… DIOCESANA

28.03.2015 08:54

Leggo con sgomento “lettera diocesana” che ricevo in data odierna e che si apre con la pubblicazione degli auguri del vescovo, infatti in inchiostro rosso titola così: “ Gli auguri del vescovo”. Freddo approccio, privo di calore, comunicatività e famigliarità: 17 righe, 3 citazioni di Paolo e 1 di Agostino che insieme occupano 10 righe, ciò significa che, per il suo gregge, questo pastore ha scritto 5 righe di suo pugno, le rimanenti due sono rivolte al suo gregge… “Carissimi”… e “un grande augurio a tutti”. Poteva aprire con “fratelli cristiani” o “fratelli in Cristo”, per dirci e comunicarci così la famigliarità, o constatando le citazioni di Paolo: “ ai santi della Chiesa di Biella”. Questione di sensibilità. Circa “un grande augurio a tutti”… e di cosa? Forse di buon compleanno o buon onomastico?... O è sottinteso l’augurio; così si è risparmiato una riga, in questo tempo di ristrettezze economiche. Titolo e firma sono la fredda manifestazione del potere; una da parte della redazione “ gli auguri del vescovo” e l’altra del detentore del potere “+ Gabriele Mana vescovo”, che ci fa rimpiangere il… “padre Massimo”, semplicità e famigliarità di un pastore autentico. Come Santo Popolo di Dio credo che ci meriteremmo altro; da ciò che si legge si ha l’idea che la considerazione per noi, Santo popolo di Dio (ma anche presbiterio), sia un po’ pochina, da una personalità infondo piuttosto limitata, se si paragona ai confratelli vescovi confinanti: al vescovo emerito d’Ivrea, grande comunicatore,  superstite di battaglie sociali e dell’era conciliare; dell’attuale vescovo d’Ivrea, uomo d’intelletto, ottimo organizzatore e comunicatore, biellese di adozione, amato in questa terra; del vescovo di Novara fine intellettuale, come d’altra parte il vescovo di Casale; del vescovo emerito di Novara; del vescovo di Asti, amato dalla gente per la sua bontà, il suo sorriso, la sua disponibilità e la sconfinata popolarità. Circondato  da eminenti figure, il nostro si circonda di una mediocrità che plaude quelle 17 righe!