... venite costruiamoci una città e una torre ...

04.11.2017 09:20 “ … ora a voi questo monito , o sacerdoti … “ . Questa frase è stata poc’anzi proclamata , l’abbiamo sentita leggere e scandire nella prima lettura di questa XXXI domenica del Tempo Ordinario , che la Liturgia della Parola ha tratto dal Libro del profeta Malachia . La Parola ascoltata va attualizzata , cioè resa attuale , portata ai nostri giorni , al nostro tempo e contestualizzata cioè resa comprensibile , analizzata , resa pertinente allo svolgersi della nostra vita , della nostra quotidianità . Il significato letterale è chiaro … Dio per bocca del profeta indirizza la Parola ascoltata ai sacerdoti , perché quella parola era , per quel tempo e, in quel tempo il contesto …. ma oggi ? Perché oggi la santa Madre Chiesa attraverso la liturgia della Parola sceglie e propone , anzi ripropone quel monito ? Perché ? Per rispondere a questa domanda , a questo perché dobbiamo ritornare bambini , dobbiamo andare al giorno del nostro battesimo . In quel giorno , attraverso quel sacramento siamo divenuti , noi , fratelli cristiani , re , profeti e sacerdoti . Siamo stati unti con il sacro Crisma lo stesso olio con cui anticamente si ungevano i re , i sacerdoti e i profeti . La Chiesa ancora oggi ai suoi figli , per i suoi figli riserva questo riguardo , questo zelo , questa attenzione …. questo rito , questa Liturgia: l’unzione . Tutti i figli della Chiesa sono dunque unti ,e di conseguenza tutti i figli della Chiesa sono chiamati ad esercitare la loro funzione di re , profeti e sacerdoti . Dunque la Parola di Dio oggi , attualizzata e contestualizzata ci informa , e ci fa comprendere che ad ognuno di noi è rivolto quel monito , perché ognuno di noi è chiamato in forza del Sacramento del battesimo ricevuto , ad esercitare la sua funzione sacerdotale cioè fare della propria vita un atto di culto rivolto a Dio . Come ? In che modo ? Ci viene in aiuto la Costituzione Dogmatica sulla Chiesa , la Lumen Gentium ( 34 ) del Concilio Vaticano II ,la quale afferma che : “ …. tutte le loro opere , le preghiere e le iniziative apostoliche , la vita coniugale e famigliare , il lavoro giornaliero , il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito , e persino le molestie della vita se sono sopportate con pazienza , diventano spirituali sacrifici graditi a Dio per Gesù Cristo ( 1 Pt.2,5 ) , i quali nella celebrazione dell’Eucarestia sono piissimamente offerti al Padre insieme all’oblazione del corpo del Signore . Così anche i laici , operando santamente dappertutto come adoratori , consacrano a Dio il mondo stesso …. “ . Compito del battezzato dunque , nella sua funzione di sacerdote e in forza del sacramento ricevuto è consacrare a Dio il mondo , a seconda del posto che il battezzato occupa nel mondo e attraverso le sue possibilità , le sue peculiarità , le sue capacità . E’ dunque nostro compito e nostra responsabilità , come battezzati , consacrare a Dio il mondo , nella e dalla posizione che noi stessi occupiamo nel mondo , in quanto parte del mondo … creature del creato . ….. Compito si è detto ….. compito come sinonimo di missione ….. si parla molto oggi di Chiesa missionaria …. perché solo oggi ? Perché ? La Chiesa è da sempre missionaria e la sua missionarietà è testimoniata dal compito e dalla responsabilità dei battezzati , dall’attualizzazione delle loro promesse confermate nel Sacramento della Confermazione ( appunto confermati ), in cui si è nuovamente unti re , profeti e sacerdoti cioè missionari del culto di Dio … perché esercitanti il culto di Dio . Lapidarie le parole di Gesù , nel Vangelo di Matteo …. lapidarie …. indirizzate ( come quelle di Dio per bocca del profeta Malachia ) alla classe sacerdotale del tempo , perché quello era il contesto . Oggi attualizzate investono sì la classe sacerdotale , ma non in quanto classe sacerdotale specifica , ma in forza dei sacramenti ricevuti : in primis del Battesimo , l’iniziazione cristiana ; poi della Cresima , la confermazione dell’iniziazione cristiana , dunque dell’Ordine il Sacramento del ministero apostolico . Tutti dunque, ministri e laici , siamo chiamati , in forza dei nostri ambiti specifici ,e dei sacramenti ricevuti a fare , come si legge nella Lumen Gentium , della nostra vita un atto di culto … tutti … nessuno escluso …. e tutti saremo giudicati sulla condotta della nostra vita …. sull’uso della nostra vita alla luce di quanto siamo chiamati , invitati da Dio a fare ….. tutti , nessuno escluso , con le aggravanti e le attenuanti che Dio chiama misericordia ….. che non vuol dire quello che noi intendiamo , perché l’uomo emette parole , mentre Dio usa la Parola e la Parola di Dio è unica e definitiva , mentre quella dell’uomo è plurima e indefinita e spesso , molto spesso indefinibile . Tutti noi diciamo , parliamo , ma non facciamo , poco operiamo , molto proferiamo ; il nostro fare è finalizzato per essere ammirati , per il nostro compiacimento , perché la nostra vita è vanità come si legge nel libro del Qelet (1,2 ) : “ …. vanità delle vanità , tutto è vanità … “ . Gesù ammonisce con le parole che Matteo raccoglie , trascrive e tramanda per tutti i figli della Chiesa , tutti nessuno escluso e le parole di Gesù sono Parola di Dio , come Paolo indica nella seconda lettura , tratta dalla prima lettera alla comunità di Tessalonica : “ …. ricevendo la parola , che noi vi abbiamo fatto udire , l’avete accolta non come parola di uomini ma , qual è veramente , come parola di Dio , che opera in voi credenti … “ . Le ammonizioni di Dio non sono altro che frutto di ciò che Dio osserva e denuncia del comportamento dell’uomo ( il Vangelo testè ascoltato ne è la prova ) ,e non è altro che il frutto delle nostre osservazioni se siamo veritieri , se siamo inclini ad un giudizio veritiero su noi stessi . La medicina ,amara , è l’umiliazione , ma d’altra parte il cristianesimo è il capovolgimento del nostro modo di intendere la vita …. la medicina dunque diviene dolce perché agli occhi di Dio …. grande è colui che si fa piccolo …… come Dio si fa uomo …. in un mondo in cui è l’uomo che ha la tendenza a farsi dio …. ma ciò , come leggiamo nel libro della Genesi (11,4 ) è Babele , l’inizio della confusione: “ …. venite , costruiamoci una città e una torre , la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome …. “ .