... verso e oltre le colonne d'Ercole ...

03.09.2022 07:27 “ ... Quale uomo può conoscere il volere di Dio ? ... “ . A questa domanda che è stata formulata nella prima lettura tratta dal libro della Sapienza , sembra rispondere la seconda lettura tratta dalla lettera che l’Apostolo Paolo inviò all’amico Filemone . Il volere di Dio lo si può conoscere nel momento stesso in cui si decide di abolire tutti i confini , le frontiere , i muri ,le divisioni , le incomprensioni quando dunque si va oltre, si esce , si prende il largo , per una meta la nostra meta che è l’ignoto , l’invisibile , il mistero . Fratelli è forse questa la Chiesa in uscita che Papa Francesco sogna , auspica ,propone e propugna ? Una Chiesa che si fonda sul Mistero dunque che esce verso l’ignoto come Ulisse che Dante vuole , una volta ritornato in patria ad Itaca , ripartito verso ciò che gli antichi ritenevano un limite , il limite del mondo conosciuto , dunque il mondo sconosciuto , l’oltre al visibile , l’invisibile ,ciò che è fascaito ,circondato dal mistero . Secondo la visione di Dante, Ulisse fu il primo uomo a tentare un viaggio impossibile, al di là delle colonne d'Ercole : “ ... Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza ... “ si legge nel XXVI canto dell’Inferno della Divina Commedia (vv. 118-120). Fratelli , domandiamoci in che modo si può “ ... seguir virtute e canoscenza ... “ virtù e conoscenza come Dante auspica nel suo poema . La risposta la possiamo leggere nella lettera che S.Paolo inviò alla comunità cristiana che era in Roma ( 12,10 ) :” ... amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda ... “ ribadito dall’apostolo con questa esclamazione “ ... è questo il vostro culto spirituale ... “ per poi proseguire e concludere : “ ... Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto ... “ . ( Rom.12,1-2 ) Da ciò fratelli “ ... si intuisce la carica rivoluzionaria del cristianesimo nei confronti della dignità umana : tutte le frontiere devono essere abolite ...” si legge nel commento alla II lettura di questa XXIII domenica del Tempo Ordinario che il Messale Quotidiano ( ed. San Paolo ) riporta . Nella lettera a Filemone ,poc’anzi proclamata, Paolo rinvia all’amico lo schiavo , Onesimo , che da lui fuggì . La pena prevista dal diritto romano per lo schiavo fuggitivo era la morte . Ma Onesimo che è cristiano al pari di Filemone e dello stesso Paolo ,può essere schiavo ? No , non può , non può vivere la condizione della schiavitù perché la sua identità non è più solamente quella dell’uomo carnale o naturale come definisce Paolo l’uomo che non ha abbracciato la fede , bensì di uomo spirituale , colui cioè che è sì naturale ,carnale per natura ma che con il battesimo è divenuto unità con il Signore , dunque santo ,quindi uomo spirituale , colui che comprende le cose dello Spirito , che pensa come Dio pensa e agisce come Dio agisce ; l’uomo nuovo , che si fa garante di portare a compimento l’uomo vecchio così come tra di loro i due Testamenti l’Antico e il Nuovo , in cui , si legge nella Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum (cap.IV 16 ) del Concilio Vaticano II :” ... Dio ... ha sapientemente disposto che il Nuovo fosse nascosto nel Vecchio e il Vecchio fosse svelato nel Nuovo ... “. Onesimo dunque ,nella casa di Filemone, non è più schiavo, ma per volere di Dio attraverso Paolo deve Onesimo essere accolto come Filemone accoglieva Paolo cioè, come fratello, infatti l’apostolo scrive all’amico in merito all’allontanamento volontario di Onesimo : “ ... forse è stato da te separato per un momento : perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo , ma molto più che schiavo , come fratello carissimo ... “ abbiamo sentito proclamare .( Fm.15-15 ) E’ il racconto nel quale il cristianesimo si materializza , diviene realtà ,diviene esperienza in quella comunità che trasse la sua origine dalla predicazione di Cristo , figlio di Dio , Dio . Quella comunità , i cristiani non vollero conformarsi alla mentalità del loro secolo ( secondo il pensiero di Paolo autore ispirato ) ; quel movimento , quei discepoli, la Chiesa introdusse nel pensiero dell’uomo il pensiero guida di Dio affinchè completasse e purificasse il pensiero dell’uomo per quel tempo ed in ogni tempo ,e introducesse il concetto rivoluzionario che alla sequela di Cristo l’uomo ,pur conservando la sua identità, fosse nella possibilità di trasfigurarla cioè andarle oltre , superarla , assumendo quindi un’ identità collettiva che se da una parte lo distinse , dall’altra parte lo rese componente fondamentale di un progetto innovativo , unico e universale : “ ... Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù ... “ altro che i protestati generi dei nostri giorni. Questo pensiero , questa affermazione rende l’uomo , noi fratelli cristiani , potenziali viaggiatori verso l’oltre , verso il mistero al pari di Ulisse . Quell’oltre , quell’ignoto , il Mistero , quelle cose invisibili che Paolo menziona nella sua prima lettera ai Corinti (2,9 ) “ ... Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo ... “ possono divenire visibili , conosciute perché come scrisse Paolo agli Ebrei : “ ... La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono ... “e perché conclude Paolo nella prima lettera ai Corinti è ciò che Dio “ ... ha preparato ... per coloro che lo amano ... “ ( 2,9 ) . Possiamo domandarci se ciò è complesso ,complicato e a questa domanda per fede , da cristiani , da uomini spirituali , da uomini nuovi che siamo divenuti rispondiamo con le parole che Paolo indirizzò agli Ebrei (11,3) : “ ... Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sì che da cose non visibili ha preso origine quello che si vede ... “ . Entrare in quest’ottica in questa nuova realtà ,in questa dinaminaca adottare questa nuova mentalità , mentalità cristiana che induce a riconoscere nell’Altro da sé, l’Autore della vita fa di noi coloro che hanno recepito il discorso della montagna che Matteo (5,3;5 ) trascrive nel suo Vangelo : “ ... Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli ... Beati i miti,perché avranno in eredità la terra ... “. Terra e cielo dunque , non solo terra ,non solo cielo ma terra e cielo ; fratelli cristiani forse non è necessario uscire all’esterno ma entrare all’interno , nell’intimità del rapporto che il Signore ha instaurato con ognuno di noi , dunque verso e oltre le colonne d’Ercole