... vita cristiana ...
13.02.2021 15:04
Giornalmente concelebro nella basilica di San Sebastiano affidata ,a mio ricordo , da sempre ai frati minori . Il rosone centrale verso la via pubblica , ben visibile dal presbiterio , è ornato di vetri catteddrali su cui capeggia lo stemma dell’ordine francescano : due avambracci tra di loro incrociati nel cui punto di incontro si erge la croce . Degli avambracci entrambe le mani sono segnate dalle stimmate e osservando bene un avambraccio è rivestito dalla manica di un saio . Chiaro è il messaggio che lo stemma evoca , S. Francesco di Assisi è colui, è l’uomo più simile al Cristo , tanto simile che porta impresse nella sua carne le ferite inferte a Gesù , al Cristo sul patibolo della Croce . Mi piace però andare oltre gli schemi , oltre l’evidenza , oltre il proposto , direi che amo dispormi e remare contro la corrente ,controcorrente . Ricercando , dunque attingendo dalle Fonti Francescane , la copiosa raccolta delle biografie scritte sul santo di Assisi ,si legge nella Vita Prima redatta da Tommaso da Celano ( cap.VII pag.260 ) : “ ... Poi, come vero amante dell’umiltà perfetta , il santo si recò tra i lebbrosi e viveva con essi , per servirli in tutto per amor di Dio .... “ .
Siamo all’inizio della sua avventura , siamo all’inizio del suo cammino ,siamo all’inizio della sua vita cristiana e fratelli , riporto un episodio ancora più specifico e coinvolgente della vita di Francesco che Tommaso da Celano racconta sempre nella raccolta delle Fonti , ma nella Vita Seconda ( cap. V pag.368 ) : “ .... Fra tutti gli orrori della miseria umana , Francesco sentiva ripugnanza per i lebbrosi . Ma ecco , un giorno ne incontrò proprio uno , mentre era a cavallo nei pressi di Assisi . Ne provò grande fastidio e ribrezzo ; ma per non venire meno alla fedeltà promessa , come trasgredendo un ordine ricevuto , balzò da cavallo e corse a baciarlo .... Subito risalì a cavallo, guardò qua e là – la campagna era aperta e libera tutt’attorno da ostacoli - ma non vide più il lebbroso . Pieno di gioia e di ammirazione , poco tempo dopo volle ripetere quel gesto : andò al lebbrosario e dopo aver dato a ciascun malato del denaro , ne baciò la mano e la bocca .... “ .
Ora , leggendo e ascoltando la prima e la terza lettura che la Liturgia della Parola ci offre oggi , VI domenica del Tempo Ordinario ,e accostando a queste i racconti della vita di Francesco di Assisi mi chiedo se solamente le stimmate siano ciò che identificano il Santo con il Santo di Dio .
Il Cristo nel brano di Vangelo poc’anzi proclamato tocca il lebbroso, tocca colui che come specifica la prima lettura , tratta dal Libro del Levitico , è segnato , additato , identificato da un vestito strappato , dal capo coperto , dal viso velato e che di sé, per allamare gli altri , deve gridare: “... Impuro! Impuro ! ... “e deve abitare solo, fuori dall’accampamento.
Francesco è simile a Cristo perché vive la vita cristiana , che è totale affidamento a Dio , ripone in Dio la sua totale fiducia , si consegna a Lui , si annulla in Lui , cioè fa prevalere in sé Dio , lo manifesta , lo trasmette , trasmette il Padre , di cui lui è figlio : questa è la similitudine tra il Santo di Assisi e il Santo di Dio , manifestare che è figlio di Dio , trasmettere la paternità di Dio e a conferma di quanto ho appena affermato
si legge nella prima lettera di San Giovanni apostolo ed evangelista (3,1 ) : “ ... Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! ... “ .
La fede del lebbroso e la fede di Francesco non sono piccole come un granello di senapa ,sono grandi come un granello di senapa , hanno il potere dunque di spostare le montagne : “ ... se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.... » “ ( Mt. 17,20 ) . Così il lebbroso nel raconto del Vangelo guarisce e Francesco , nel racconto di Tommaso da Celano ,nel baciare sulla bocca i lebbrosi e vivendo con loro non si contagia .
Il Cristo non disubbidisce alla Legge nell’accostarsi al lebbroso , la interpreta nel giusto modo , Egli è Dio colui che mantiene la promessa data, Egli è fedele , egli origina , è l’origine delle fede , della fedeltà lo ricorda Paolo nella sua seconda lettera indirizzata a Timoteo ( 2,13 ) : “ ... egli però rimane fedele,perché non può rinnegare se stesso ... “ .
Così il lebbroso , anch’egli non disubbidisce alle disposizioni date dalla Legge nell’accostarsi a Gesù , risponde alla nuova legge , alla Legge lì presente davanti a lui , quella che regola la vita cristiana , il Cristo stesso . Il lebbroso è cristiano ante litteram perché è di fronte a Cristo che lo inizia, dà inizio , lo avvia alla vita cristiana , alla sua sequela , dunque risponde per fede , mettendo in campo ciò che ha : fede , cioè la realizzazione dello sperato , di ciò che lui , il lebbroso riceve perché ha sperato .
Da impuro che era , il lebbroso diviene puro , purificato ,da creatura diviene nuova creatura , viene di fatto reso nuova creatura , ricreato , riplasmato , battezzato , in lui ciò che era impuro diviene puro perché come annota Luca ( 1,37 ) : “ ... nulla è impossibile a Dio ... “ e Gesù , rivolgendosi a noi attraverso la Parola, ci fa intendere che per fede : “ ... niente vi sarà impossibile ... “ .
Nella lettera ai Romani ( 5,7-8 ) , si legge : “ ... Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi ... “ .
Dunque Dio è morto per noi , si è spinto oltre al gesto di toccare il lebbroso , e infatti ai suoi accusatori , ai suoi detrattori , poco importa di quel gesto , della guarigione è ciò che scaturisce da quel gesto che li spaventa , li terrorizza , è il mettere in discussione ciò che è divenuto consuetudine e non più novità , ciò che è divenuto norma , Gesù accusa che da legge è scaduta in norma , e ciò spaventa i benpensanti ,infatti riferendosi a Mosè e rivolgendosi a farisei : “ ... Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma ... “ ( Mc.10,5 ) .
La norma , non la legge , la norma è parte della legge non è la legge . La norma è la lettura parziale della legge e non la lettura totale della legge . La norma presa separatamente dalla legge , dall’insieme è manipolabile e l’uomo , gli scribi , i farisei , i ben pensanti di ieri , come quelli di oggi e di sempre e per sempre sanno come manipolare , sanno come imbrogliare ; ne sono talmente capaci da condannare Dio e uccidere Dio , giustificando la pena e giustificandosi , mistificando la legge con la norma .
Fratelli cristiani sia a noi ben noto che nella visione cristiana della vita ciò che è separato è santo , questo riporta l’etimologia della parola santo, il santo si separa dagli altri e da altro per vivere l’Altro .
Il separato dunque è da Dio riconosciuto santo , da Dio santificato , toccato dunque reso puro .
Nella visione cristiana della vita ciò che è debole , ciò che è scartato , messo da parte, ciò che è giudicato tale è forza , fortezza ,che è una delle virtù cardinali e Gregorio di Nissa a proposito delle virtù asseriva : “ ... il fine di una vita virtuosa consiste nel divenire simili a Dio ... “ .
Forza della vita cristiana è la debolezza , lo rivendica S.Paolo nella sua seconda lettera ai Corinti ( 12,10 ):” ... Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte ... “
Chi è debole dunque è forte , è virtuoso e chi è virtuoso è simile a Dio , agisce come Dio e come lui pensa . Pensare come Dio significa elevarsi perché l’uomo a quello è chiamato , ad elevarsi , a salire , a divenire simile a Dio, a pensare come Dio pensa , a osservare la realtà da un altro punto di vista, più alto , più ampio dunque completo ed esaustivo .
Gesù , Dio ha rimproverato Pietro per la mancanza di tendere all’alto , dunque di tendere ad altro ,all’Altro da sè che è Dio : “ ... tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini ... “.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ( n. 1084 ) delle virtù umane afferma : “ .... Le virtù umane sono attitudini ferme, disposizioni stabili, perfezioni abituali dell'intelligenza e della volontà che regolano i nostri atti, ordinano le nostre passioni e guidano la nostra condotta secondo la ragione e la fede. Esse procurano facilità, padronanza di sé e gioia per condurre una vita moralmente buona. L'uomo virtuoso è colui che liberamente pratica il bene. Le virtù morali vengono acquisite umanamente. Sono i frutti e i germi di atti moralmente buoni ; dispongono tutte le potenzialità dell'essere umano ad entrare in comunione con l'amore divino ... “ .
Virtuoso dunque è il lebbroso che per fede , per quel granellino di fede che possiede, che è un quantità non misurabile, così grande che lo porta a riconoscere in Gesù , Dio , così grande da contenere nella sua vita l’immensità , l’universalità di Dio , il bene , il sommo bene e a Lui disporsi : “ ... lo supplicava in ginocchio ... “ così lo descrive Marco . Virtuoso dunque è Francesco che abbraccia , bacia e vive con i lebbrosi , con i separati , con i santi , con i forti deboli , con Dio , ed è santo perché come lo stesso Dio invoca nel Libro del Levitico : “ ... Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo ... “ .
E noi fratelli cristiani , lebbrosi come lui , il lebbroso , siamo disposti a vivere la vita cristiana ? Ci disponiamo a vivere la vita cristiana ?
A questa domanda Manzoni riponderebbe “ ... ai posteri l’ardua sentenza ... “ . ( Il cinque maggio )