XVII domenica T.O.

07.08.2021 14:31 Con la lettera che S.Paolo apostolo scrisse e inviò 2000 anni orsono alla comunità cristiana che era in Efeso e che oggi, XVII domenica del Tempo Ordinario , è stata proclamata quale seconda lettura, il Signore ci invita , fratelli cristiani , a rispondere degnamente al suo invito , riascoltiamo le parole che ci sono state lette poc’anzi : “ ... comportatevi in maniere degna della chiamata che avete ricevuto ... “ . Dunque siamo stati chiamati , cioè Dio , Il Signore ha rivolto a noi il suo interesse ; ma non solo , la chiamata indica che Dio conosce il nostro nome , infatti l’apostolo sottolinea che ci chiama , dunque sa chi siamo , è chiara a lui la nostra identità dunque può rivolgersi a noi chiamandoci per nome , come noi possiamo fare con lui infatti Paolo nella lettera ai Romani (8,15) invita , noi e loro ,a rivolgersi a Dio chiamandolo : “ ... Abbà, Padre ... “ . Il rivolgersi di Dio ad ognuno di noi implica conoscenza . Conoscere il nome di un’ altra persona , dell’altro da sè non è cosa da poco , indica la non estranietà la non indifferenza per l’altro , prossimità , attenzione ,finanche intimità . Il Signore Dio nel giardino ,ad Adamo, primo uomo e nostro progenitore , diede facoltà di scegliere e conferire il nome ad ogni creatura . Si legge nel libro della Genesi ( 2,18-20 ) : “ ... Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche ... “ . L’uomo dunque ha dato , conferito identità a tutto il creato e, ricevendo da Dio il proprio nome ( Adamo nella lingua ebraica significa uomo ) egli stesso ricevette da Dio un’ identità , la sua identità . Nominare ,assegnare il nome , biblicamente significa possedere ciò che si è nominato ; dunque l’uomo possiede il creato mentre egli appartiene a Dio in forza del nome che da Dio ha ricevuto , Adamo , cioè uomo . Se il creato appartiene all’uomo , l’uomo appartiene a Dio , dunque con la creazionedeil primo uomo tutta l’umanità appartiene a Dio ; egli Adamo , l’uomo ,creatura,ha origine da Dio e in Dio , creatore ,si risolve ecco perché S.Agostino scrisse nelle Confessioni : “ ... ci hai fatti per te , e il nostro cuore non ha posa finchè non riposa in te ... “ . L’uomo non solo è stato nominato , cioè ha ricevuto il nome e l’ identità che gli sono propri ,ciò che lo distingue e lo rende riconoscibile, ma ha ricevuto una chiamata , cioè è stato invitato ad avvicinarsi , a comparire , a intervenire , ad accorrere ad un richiamo e a partecipare attivamente a ciò a cui è stato invitato . L’identità conferita coinvolge totalmente l’uomo ,materialmente e psicologicamente , dunque tutta la sua persona partecipa e si fa attenta alla chiamata . Dio conoscendomi, avendomi conosciuto mi rende partecipe della sua vita , dunque si fa conoscere . Dio conosce chi ha creato , e come conseguenza e per giustizia la sua creatura deve sentire il dovere di venire a conoscenza del suo creatore , colui che l’ha voluta , pensata , amata , attesa e che eternamente accompagna . Dio si adopera a conoscere l’uomo e desidera che l’uomo conosca Lui . Biblicamente dunque per analogia, nel rapporo tra Dio e l’uomo , per conoscenza si deve intendere l’atto sponsale , essere nell’altro , possedere l’altro , essere con l’altro un tutt’uno ecco perché la vergine Maria alle parole dell’angelo sul concepimento di Gesù risponde : “ ... Come è possibile? Non conosco uomo ... “. Se Dio ama rende partecipi della sua vita , vuole che ciò che Lui possiede sia condiviso con chi ama , suo desiderio è che si partecipi alla sua vita che è vita divina . Il rapporto dunque tra Dio e l’uomo da parte di Dio è stretto , intimo ,esclusivo come deve essere il rapporto sposale . Essendo noi stessi conosciuti e volendo conoscere al pari di come siamo conosciuti , conoscendo ,conosciamo . L’uomo impara da Dio a conoscere e per conoscere l’altro da sé , l’uomo deve prima conoscere sé stesso , comprendersi per comprendere . La conoscenza di Dio implica e completa la nostra personale conoscenza . La nostra conoscenza non è mai piena, non è e non sarà mai pari a come Dio conosce . Dio conosce pienamente , noi conosciamo parzialmente , sommiamo conoscenze , mai smettiamo e smetteremo di conoscere perché tendiamo alla pienezza della conoscenza , ma non la possediamo pienamente . Dio non ha bisogno di conoscere perché egli conosce è la conoscenza . La conoscenza nella sua interezza è posseduta solamente da Dio , l’uomo non possiede la conoscenza piena ma di essa , ciò che possiede lo appaga e ciò basta a spingere l’uomo a camminare nella strada della conoscenza di Dio dunque di ricercare Dio . Come l’amore , si ama e si cresce nell’amore , perché l’amore si espande più lo si conosce e conoscendolo tutto include e nulla esclude . Se amo nulla mi è indifferente; tutto dell’amato , di ciò che si ama è interessante , significativo , appassionante , coinvolgente . L’amore è uno stato di benessere che coinvolge l’intera esistenza dell’uomo ed è una qualità divina , della divinità , di Dio . Agostino scrisse “ ... ama e fa ciò che vuoi ... “ e Gesù ci ha insegnato che l’amore è il primo comandamento ; l’amore verso Dio , verso se stessi e verso il prossimo . Amare dunque conoscere , amare implica la conoscenza ,che è totale coinvolgimento di se stesso e dell’altro . Tornando alla frase della lettura sulla quale ci siamo concentrati siamo invitati ad agire degnamente secondo quanto siamo stati chiamati a fare , cioè ad amare . Chiamati dunque all’amore ad amare , sinanche i nemici insegna Gesù ( Mt.5,43-46 ) : “ ... Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? ... “. Fratelli portiamo un nome non solo per distinguerci o per essere riconosciuti ma per poter essere chiamati , interpellati , invitati e la chiamata è la richiesta a noi da parte di Dio ad essere disposti a conoscerlo più a fondo , intimamente ad amarlo dunque , ad amare , cioè riversare amore al creatore e al creato , a tutto ciò che ci circonda e tutto ciò che non si vede , ma si percepisce , l’Eterno e la sua conseguenza : l’eternità. Ricordiamo sempre le cose visibili sono di un momento , quelle invisibili sono eterne e che le cose che occhio non vide ,né mai orecchie udirono queste ha preparato Dio per noi , così si esprime la Sacra Scrittura , la Parola di Dio . Il nostro altro da sé , il nostro prossimo , colui , o ciò che ci è più vicino è dunque il creatore e di conseguenza il creato , cioè tutto ciò con cui entriamo in contatto quotidianamente e che ha origine dall’amore di Dio per ... e verso a ... . Abbiamo ricevuto da Dio la chiamata , l’invito ad amare colui o la cosa che è più prossima a noi , e amare stesso modo con cui amiamo noi stessi . Su questo saremo giudicati ,si valuterà se ritenuti meritevoli cioè degni . Nostra responsabilità è dunque reagire e rispondere alla chiamata in modo degno e ciò significa partecipare. Fratelli rispondere alla chiamata significa partecipare ... perché amare non implica la partecipazione ?